pagina iniziale "arezzo"            le schede            gli aggiornamenti             il postalista
 
  Regia Strada Aretina: locande e stazioni di posta
di Fabiana SUSINI

PERCORSO: Posta cavalli: legislazione, strade, attori > questa pagina

Aggiornamento del 25-06-2021: Viaggio da Firenze a Foligno, 1786

Numerose locande più o meno ospitali erano posizionate lungo i due tratti dell’Aretina nel territorio toscano: fin dalla fine del XVI secolo, vi erano sicuramente osterie o stazioni di sosta all’Apparita, a San Donato, a Pian della Fonte, a Figline, a Levanella, al Bastardo, oltre a Levane, Arezzo, Cortona e Camucia (1). Tra i primi luoghi di sosta che si incontravano usciti da Firenze in direzione Arezzo per arrivare a Perugia, si trovava per prima l’osteria dell’Apparita, seguita da quella di San Donato a Busilli, situata sull’antica strada Aretina, all’angolo con la vecchia strada che scendeva a Troghi, nei pressi del paese di S. Donato in Collina, che fu fin dal basso medioevo uno dei punti di maggiore importanza per le comunicazioni nella piana fiorentina (2). Sempre sull’Aretina un’altra posta è citata nei documenti dal 1742 al 1793 a Pian della Fonte (3); al momento della sua chiusura, i servizi di questa struttura vennero spostati all’Incisa. Qui facevano capo sia la vecchia strada postale che da Firenze passava per Bagno a Ripoli, superava l’Apparita, traversava San Donato in Collina e scendeva a Pian del Fonte, sia la nuova strada che da Firenze seguiva l’Arno, passava da Pontassieve per raggiungere il rinnovato edificio della posta dell’Incisa. Proseguendo sulla strada per Arezzo, si poteva prendere alloggio all’osteria del Bastardo, oppure all’osteria di Levane, adibita fin dalla metà del XVIII secolo a stazione di posta, entrambe di pertinenza di fattorie granducali.

L’osteria di Levane è stata rappresentata per la prima volta in un disegno delle piante di Popoli e Strade dei Capitani di Parte Guelfa (fine XVI secolo) (4). Al XVIII secolo risalgono invece due piante, riferibili all’edificio adibito a stazione di posta. La prima, redatta dallo Scrittoio delle Regie Fabbriche, fu consegnata al postiere e locandiere Giuseppe Martini nel 1785; la seconda venne compilata da Bernardino della Porta nel 1793 per l’Ufficio delle Regie Possessioni. Come è possibile osservare dalle piante, il complesso della posta di Levane si sviluppava in due blocchi che si affacciavano sulla Regia strada Aretina: a sud erano disposti gli stalloni ed una bottega ad uso di macelleria; a nord della strada vi erano i locali della stazione di posta con la locanda. Avevano diretto affaccio sulla strada la sala dell’ingresso principale della locanda, la rimessa e l’oratorio, mentre non vi era alcuna presenza del porticato. La struttura si ergeva per tre livelli, sviluppandosi attorno ad un cortile interno che affacciava su un orto di proprietà della posta. A pian terreno vi erano i locali di servizio (pollaio, rimessa, stanze per la legna, stanze per i bucati) e alcune camere per i vetturini con i comodi necessari; al primo piano vi era una sala grande con camino, due salotti più piccoli, usati anche a mo’ di camera da letto, le camere per gli ospiti, la cucina e il forno a tetto con la dispensa e i luoghi comodi. Il secondo piano, descritto solo nella pianta del 1785, presenta le soffitte praticabili atte a qualunque uso; al di sotto del pian terreno ci restano quattro vaste cantine.

La successiva stazione, in direzione Arezzo, era quella di Camucia, citata nei documenti a partire dal 1746. La stazione di Camucia si sviluppava in due blocchi contrapposti lungo la strada maestra che andava a Cortona in angolo alla strada Regia Perugina. Il blocco a ovest, su un unico livello, era adibito a fienile con orto annesso. L’ingresso dell’altro blocco affacciava in direzione sud e serve anco per rimessa, dando diretto accesso alle stalle. A piano terreno erano dislocati gli ambienti con funzione di servizio: cantine, cucina, forno e piccoli cortiletti interni. Si accedeva al primo livello, dedicato totalmente all’ospitalità, tramite una scala disposta all’ingresso. La scala si apriva su una sala comune che dava accesso alle camere dei forestieri, a quella per il postiere, per i vetturini e per il postiglione e ai luoghi comuni. All’ultimo livello dell’edificio erano alloggiate le soffitte praticabili.

Dalle analisi effettuate, abbiamo riscontrato come le stazioni di posta sull’Aretina si sviluppassero usualmente in due blocchi contrapposti lungo la strada: un blocco, usualmente su un unico livello, era adibito a fienile con stanze o orti annessi; l’altro blocco, distribuito su più livelli, era adibito a piano terreno a funzione di servizio (cantine, cucina, forno, rimessa, stalle), mentre il primo livello era dedicato totalmente all’ospitalità. Lo spazio si articolava intorno ad una sala comune che dava accesso alle camere dei forestieri, a quella per il postiere, per i vetturini e per il postiglione e ai luoghi comuni. Rispetto alle strutture presenti in area appenninica, le architetture per l’accoglienza nell’area del chiantigiano, non avendo problemi di climi rigidi, risultano più ariose e aperte verso l’esterno, con una distribuzione interna dei locali più razionale e meno promiscuità tra uomini e animali.

Da Firenze a Foligno: Par De Caroly

Da Firenze a Foligno: Dury edit, 1774

Da Firenze a Foligno: Gravier Jovine edit. 1786 - (Coll. R. Monticini)


La Regia Strada Aretina Parte introduttiva
APPARITA SAN DONATO
PONTE A SIEVE INCISA
SAN GIOVANNI LEVANE
PONTICINO BASTARDO
AREZZO RIGUTINO
CASTIGLION FIORENTINO CAMUCIA


NOTE:

1) - ANDREW DURY, Il portafoglio necessario a tutti quelli che fanno il giro d’Italia, nel quale si trova un’esatta descrizione delle Città, Borghi, ville e fiumi: la spiegazione delle più belle vedute che occorrono per la strada, sì a destra che a sinistra, Londra 1774, p. 24. Esperienza negativa in quest’area della Toscana fu quella di Goethe, che si lamentò di non avere potuto scrivere alcunché durante la sosta a Levane e a Camucia a causa degli alberghi così inospitali (citazione da EUGENIO ZANIBONI, Alberghi italiani e viaggiatori stranieri (sec. XIII-XVIII), Napoli: Libreria Detken & Rocholl, 1921, p. 112).

2) - Fin dal XIV secolo l’insediamento era dotato di strutture ricettive e di luoghi di sosta per vetture e barrocci: uno spedaletto ad uso dei viandanti bisognosi è attestato nel 1341, mentre nel cosiddetto "Libro vecchio di strade" del 1461 vi viene segnalata una taverna. Cfr. Il libro Vecchio di strade della Repubblica Fiorentina, redatto nel 1461 e poi pubblicato a stampa nel XVII secolo (ora edizione a cura di Gabriele Ciampi, Papafava editore, Firenze 1987).

3) - Nel Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana, di Emanuele Repetti (1843) troviamo una citazione relativa all’osteria di Pian del Fonte e della sua passata attività di mansione: “All'Incisa si riuniscono le due strade regie di Arezzo, l'antica che da Firenze per il Bagno a Ripoli sale all'Apparita, attraversa il poggio di S. Donato in Collina e di Torre a Quona per scendere al Pian della Fonte, vecchia mansione ed ospedale presso l'Incisa, a 15 miglia da Firenze”.

4) - PANSINI GIUSEPPE (a cura di), Piante di Popoli e Strade; Capitani di Parte Guelfa 1580-1595, Archivio di Stato di Firenze, Firenze: Olschki editore, 1989.