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Non ti scordar di me n.2
tempera all’uovo, tavola di legno preparato con gesso dell'artista: Yingjing Sang

a cura di Djana ISUFAJ

I FRANCOBOLLI DELLO STATO LIBERO DELL’EGEO 1912
E LORO ANNULLAMENTI

di Giovanni Chiavarello
Edizioni Filateliche Internazionali, Napoli s.d. (350 copie firmate e numerate)
pagine 23 con illustrazioni in bianco e nero

Note storico-politiche a cura dell’autore
L’isola di Calimno, detta pure Calino (in greco Kalymnos), è, per estensione, la quarta del Dodecanneso dopo Rodi, Scarpanto e Coo, e la terza per popolazione: misura, con gli isolotti di Telendos e Nero e gli scogli minori, Kmq. 128,2 e la sua popolazione era, nel 1912, di 24.800 anime. Nel 1919 gli abitanti erano ridotti, a causa della forte emigrazione, a poco più di 13.000, ma erano saliti, nel 1939, a 15.247. Di religione cristiana, greco-ortodossa, i calimnioti erano dediti, nella prima metà di questo secolo, come certamente buona parte ancor oggi, alla pesca, specialmente delle spugne, alla pastorizia ed alla coltivazione in particolare riguardo degli agrumi, del tabacco e della vite. Capoluogo e Pothèa, chiamata dagli italiani Porto Calimno. Nell’isola, poi, esistono altri centri abitati nessuno dei quali supera i duemila abitanti: Arginunda e Vathy, poste in fondo ad insenature, Chora o Coriò, Borio o Emboriò, Linari o Linaria, Mirtia, Brostà e Katzuni. Pothèa è sede di un metropolita da cui dipendono le circa quaranta chiese dell’isola. Calimno fu tolta dai Turchi, ai Cavalieri di San Giovanni, nel 1522. Da tale epoca, per quasi quattro secoli, essa fu assoggettata alla dominazione ottomana che, a onor del vero, non fu dura. Fu solo per motivi religiosi e di razza, pertanto, che il mattino del 12 maggio 1912 gli abitanti di Pothèa, all’approssimarsi di una squadra navale italiana, inscenarono un incruento tumulto e consegnarono prigionieri, al Comandante della R. Nave Pisa, che nel contempo erasi attraccata al molo unitamente ad altra nave da guerra, il Kaimakam ed i maggiori funzionari turchi. I componenti la guarnigione, ch’eransi dati alla macchia in un primo momento, si arresero ai marinai italiani prima che calasse la notte. Lo stesso giorno furono fatti bandire, per tutta l’isola, due proclami del Comandante delle Forze Navali Italiane in Egeo, Contrammiraglio Ernesto Presbitero, uno diretto agli abitanti, l’altra agli amministratori eletti dal popolo o Demogerontia (Consiglio degli anziani). Il primo proclama annunciava che l’isola avrebbe dovuto “reggersi da sé”, sotto la supervisione del Governo Italiano, il secondo dettava alla Demogerontia le direttive per meglio provvedere all’amministrazione del nuovo piccolo “stato”. Capo della Demogerontia di Calimno fu confermato, da Presbietro, Michele Maglis.

Indice degli argomenti
Note storico-politiche; un’emissione di francobolli per propagandare l’idea indipendentista; i francobolli; ufficialità dell’emissione; riconoscimenti postumi della validità dell’emissione; gli annullamenti postali; annullamenti postali municipali; annullamenti municipali; altri annullamenti; falsificazioni; rarità degli annullamenti.

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