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Non ti scordar di me n.2
tempera all’uovo, tavola di legno preparato con gesso dell'artista: Yingjing Sang

a cura di Djana ISUFAJ

I BOLLI DELL’UMBRIA E DELLA SABINA
dalle origini alla fine del XIX secolo
di Mario Gallenga
Collana Raybaudi di Studi Filatelici (6), Roma 1973
pagine 164 con illustrazioni in bianco e nero

Introduzione a cura dell’autore
Con questo terzo volume sulla storia postale delle regioni che composero l’antico Stato Pontificio, vengo a parlare dell’Umbria e della Sabina, territori confinanti, ma che furono la culla di popolazioni di nazionalità ben distinte. Gli antichi romani le soggiogarono e poi le assorbirono. Le invasioni barbariche non cancellarono la vecchia civiltà latina; ed i Longobardi che vi si installarono vennero anche loro convertiti e latinizzati. Il papato, che dalla vicina Roma andava allargando a macchia d’olio il proprio dominio temporale, ottenne questi territori con donazioni dai principi e duchi longobardi e dai re franchi, che riconoscevano ai pontefici il diritto ad una sovranità territoriale che ne mantenesse l’indipendenza, onde poter svolgere la guida spirituale e religiosa, assai sentita in quei tempi. Ma i pontefici dovettero difendere i nuovi territori dalle rivendicazioni degli imperatori germanici, che ogni qualvolta scendevano a Roma per farsi consacrare, rioccupavano le città guelfe; e questo durò fino al principio del XV secolo, quando il dominio temporale in Umbria e Sabina finalmente si consolidò. Ora che è tanto di moda parlare male dei vecchi governi autoritari, ed in particolar modo di quello della chiesa, nessuno considera che lo Stato Pontificio fu l’unico stato veramente italiano (e allo stesso tempo super-nazionale data la composizione della Curia Cardinalizia e la possibilità di aver papi stranieri). Se si pensa che dalle Alpi alla Sicilia, l’Italia, considerandola solo dal ‘500 in poi, fu tutta dominata da governi stranieri: il Piemonte era territorio dei Savoia, venuti dalla Francia, e la Liguria era sempre al servizio o della Francia o della Spagna; la Lombardia fu governata solo da francesi, spagnoli e austriaci; Veneto, Emilia e Toscana vennero dominate da Spagnoli e austriaci; tutto il resto a est e a sud del Lazio, fu proprietà degli spagnoli e dei loro discendenti. L’unico stato veramente italiano fu quello della Chiesa, che da Roma, un poco alla volta, aveva riunito sotto la sua sovranità il più vasto territorio, e con un regime molto più democratico e umano di quelli esistenti altrove, lo mantenne fino al secolo scorso. E una prova della democraticità e dell’umanità del regime temporale è data dalla sua storia postale, che dall’Umbria ritrae la su più antica documentazione, come cercherò di spiegare qui di seguito.

Indice degli argomenti
Introduzione; tabella delle valutazioni; l’Umbria e la Sabina.

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