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Troni o poltrone?


di Giorgio LANDMANS


Ma l’allora Ministro delle Poste si oppose molto violentemente dicendo che si voleva distruggere un bene dello Stato e .... fu flanella (ai tempi dei casini si diceva così per definire quel che tanto si parla e nulla si agisce).
Però, poco dopo, successe che un giorno lungo l’autostrada che unisce Milano a Como una Mercedes (se ricordo bene il tipo di automobile) uscì di strada. E quel Ministro non ebbe scampo. Fu così che la mia idea di fare un fagotto dello Sportello Filatelico e darvi fuoco, fu presa in considerazione. Si decise però di fare un’Asta di quanto vi esisteva, suddividendo il contenuto in vari lotti.
Ne venne approntato un catalogo d’Asta speciale suddividendo in vari lotti tutto quanto esistente.
Correva voce – un po’ ansiosa a dir la verità – che gli americani ne avrebbero fatto man bassa, quattro dollari qualcuno diceva, così venne deciso di fissare un limite minimo per ogni lotto.
E vi fu chi aveva creduto che gli americanizzati Stolow (due fratelli d’origine baltica, che in quei tempi erano i maggiori grossisti filatelici esistenti al mondo) avrebbero fatto gran man bassa d’ogni lotto per poi inserire le voci nel loro listino di vendita.
Ma i due fratelli se ne guardarono bene dal partecipare a quelle Aste e non fecero neanche qualche piccola offerta e così le sedute andarono pressoché deserte.
Solo pochi lotti furono rilevati, il primo da un “pacchettista” attratto da un lotto contenente una sostanziale quantità di valori ed il secondo da uno speculatore interessato a valorizzare un certo francobollo della Repubblica....

La filatelia, specie quella romana, issò bandiere e approntò particolare listini dapprima mensili e poi quindicinali e quindi settimanali dove venivano fissate quotazioni di vendita-acquisto di valori del dopoguerra. La cosa risvegliò l’interesse di un certo numero di piccoli e medi collezionisti privati e una notevole quantità di non collezionisti di tutta Italia. Un macellaio di Lugo, una sartina di Porto Marghera, un artigiano di Lecco, un finanziere di Milano, un tale di Foggia.
Molti giornalisti furono attratti e riempirono anche quotidiani con articoli e articoletti.
Tutti a sbandierare un concetto che divenne quasi bandiera : “filatelia=bene rifugio”.
Come succede anche nelle migliori famiglie la modesta passione del collezionista di francobolli venne inglobata in un presunto grosso affare speculativo. In tempi posteriori in Spagna vi fu addirittura la partecipazione più che attiva di una Banca locale che tentò l’ accumulò di più di una voce: fu tentativo di grossa speculazione simil-borsistica finito in bolla di sapone e in Internet nelle note di scandalo.

Vuoi sapere come e cosa collezionare francobolli o storia postale ?
Cerca un amico collezionista, cerca una persona serena e chiedigli consigli.
Se l’ amico non è sereno non gli chiederei nulla: di certo si è avvicinato alla filatelia sperando di trovare un sacchetto pieno di soldi ed è rimasto con la testa vuota.
 


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