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UN ADDETTO POSTALE… PIUTTOSTO
MALDESTRO!


Prima di tornare in Europa nella nostra prossima cronaca, vorremmo rimanere ancora un momento sulla sponda dell’Oceano Pacifico…


Nel porto cileno di Valparaiso, dipinto sopra da J.M. Rugendas negli anni 1850, approdavano navi provenienti da tutti i continenti: veloci clippers, rumorosi e fumeggianti piroscafi, pesanti tre-alberi e tanti altri ancora… Alla metà del XIX° secolo, la “via di mare” permetteva di collegare fra loro, senza difficoltà, tutte le maggiori città portuali. La navigazione a vapore fra Europa e Cile o Perù era ormai come un meccanismo ad orologeria: in 4 settimane, viaggiatori, posta e merce, partiti da Southampton a bordo di uno steamer della Royal Mail Steam Packet Co, raggiungevano l’istmo di Panama. Da Panama-City, successivamente, la Pacific Steam Navigation Co assicurava un affidabile servizio fino a Valparaiso nel tempo di tre settimane… Questo tragitto, lo abbiamo disegnato sulla cartina presentata sotto, inserendo per ogni suo tratto la bandiera di queste due compagnie marittime.


Il nostro lettore, appreso questo, crederà quindi che una lettera, che ha varcato due oceani a bordo di 2 (o talvolta 3) vapori ed anche un istmo a mezzo treno, abbia compiuto la parte sostanziale del suo percorso e possa quindi serenamente ritenere di poter essere consegnata nelle mani del suo destinatario… La lettera che presentiamo oggi ci dimostra invece come la difficoltà maggiore, talvolta, fosse proprio l’uscire… dallo sportello dell’ufficio postale di arrivo!


Si tratta di una lettera spedita da Parigi il 31 gennaio 1860: dopo aver transitato a Panama-City il 27 febbraio, fu sbarcata a Valparaiso il 21 marzo. Finora, niente di particolare. E’ affrancata per 2,40 franchi, cioè per un secondo porto di peso compreso fra 7,5 e 15 grammi… In arrivo, le lettere dall’Europa sono sempre tassate per il porto interno cileno: la tariffa per una lettera semplice era di 15 centavos, ma qui le cose… si mettono male

1 – un primo timbro utilizzato è: 20 (centavos)…
2 – ma così non va bene: viene allora nascosto con l’inchiostro nero da quest’annullatore a cerchi e tratti
3 – poi ancora, si usa il 15: ma questo, vale soltanto per una lettera fino a 5 adarmes, cioè 8,98 grammi!
4 – allora, sempre per rettificare, il bollo, viene cancellato con matita grigia
5 – ed è precisato, con la stessa matita, la giusta tassazione: 25
6 – da ultimo... si conferma l’ammontare 25, cioè tassa per una lettera il cui peso è compreso fra 5 adarmes e mezza oncia, cioè fra 8,98 e 14,37 grammi!

Ci piace immaginare che questa lettera facesse parte di un plico affidato ad un giovane addetto postale: lui, tirocinante, doveva allenarsi allo smistamento ed alla tassazione delle corrispondenze arrivate dall’estero… sotto lo sguardo ironico, compiacente o spazientito degli anziani dell’ufficio!

ILLUSTRAZIONI

Documento postale: collezione dell’autore.