Il bastone di Asclepio
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com]
Medico o Botanico ?

torna all'indice

Oggigiorno le scienze botaniche sono nettamente distinte da quelle mediche, ma nel passato il botanico, prima di dedicarsi alla disciplina, seguiva un cammino di studi che lo portava dapprima a cimentarsi con le arti di Ippocrate e solo successivamente a dedicarsi allo studio della flora.

Fin da tempi remoti si sono elencati in appositi libri, denominati “Ricettari o Dispensatori”, tutti i medicamenti che lo speziale doveva prepare o conservare nella propria “officina”. Dobbiamo risalire ai tempi della medicina araba e poi della Scuola Salernitana per conoscere i più antichi ricettari giunti fino a noi. Celebre rimane il ricettario attribuito a Santa Ildegarda.

Il carattere di vera farmacopea è dato però dal fatto che l'opera viene redatta per ordine dell'autorità. In tal senso la prima farmacopea ufficiale fu pubblicata da Federico II.
In seguito i singoli Stati pubblicarono le loro farmacopee e oggi si può dire che ogni paese civile abbia la propria.

In Italia l'ente preposto alla compilazione e sorveglianza di quanto stabilito è l'Istituto Superiore di Sanità, alle dirette dipendenze del Ministero della Sanità.

In contrapposizione alle moderne e altamente specializzate multinazionali del farmaco abbiamo nel periodo medievale la nascita della moderna farmacopea ad opera delle innumerevoli comunità monastiche sparse in tutta Europa.
I monasteri di allora, oltre che luoghi di culto erano anche luoghi di cura e di riposo. Il pellegrino in viaggio vi trovava spesso rifugio e poteva a volte anche curare i propri mali. In ognuno di questi luoghi c’era sempre l’orticello in cui i monaci coltivavano le loro erbe medicinali. Non dimentichiamo che grazie al loro lavoro di amanuensi si sono tramandati e sono arrivati fino ai giorni nostri i più importanti testi di medicina antica. Ed è da questi testi che traevano poi le ricette per comporre, attraverso l’uso delle piante coltivate, i più rinomati medicamenti.

Questa pratica nota come “galenica” è stata utilizzata anche dalle prime industrie farmaceutiche.
Accanto a queste troviamo aziende che preservano i vecchi metodi di produzione, come l'Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella, operativa dal 1612.

Ma dove sono le radici ?

In questo foglietto delle Poste di Saint Thomas e Prince ritroviamo raffigurati insieme quattro precursori della materia :

Aristotele (380-322 a.C.) filofoso e naturalista di Stagira,il quale pensava che le piante fossero derivate dagli animali;

Teofrasto di Lesbo(371-287), suo allievo è considerato il “padre della botanica”; sono giunti ai giorni nostri diversi suoi trattati sia sulla fisiologia che sulla morfologia delle piante;

Dioscoride Pedanio (40-90), originario dell’Asia Minore, è autore di un’opera in 5 volumi, finemente illustrata, in cui vengono descritte più di 400 specie di piante; il testo influenzò grandemente la scienza araba e fu fondamentale sin oltre il 1500;

Plinio il vecchio (23-79) nella sua opera “Naturalis Historia” distingue per la prima volta tra botanica e pratica medica.

Mentre il mondo Occidentale, durante il medioevo, progredisce a rilento nel campo degli studi scientifici, di contro brilla l’Oriente con studiosi arabi e cinesi, come il farmacologo Li Shih Chen. Il suo contributo fondamentale alla medicina è rappresentato da un lavoro di classificazione di erbe officinali, durato quarant’anni, contenuto nella sua opera più famosa : il Bencao Gangmu.

Con la costruzione dei primi microscopi gli studiosi iniziano ad osservare l’anatomia delle piante e vengono condotto i primi esperimenti di fisiologia vegetale. E’ in questo periodo che iniziano a nascere e a diffondersi i primi orti botanici, generalmente associati con università o istituzioni accademiche.
In Italia nasce l’Orto Botanico di Pisa ad opera di Luca Ghini (1490-1556) di cui si ricorda anche un primo erbario ( hortus siccus ), creato utilizzando tecniche di essiccazione innovative.
Leonhart Fuchs (1501-1566) fu autore di un’opera sulle piante medicinali. La sua peculiarità è dovuta all’estrema cura posta nei disegni che accompagnano le descrizioni scientifiche. Da lui prende il nome il genere botanico “Fuchsia” dalle forme caratteristiche tubolari e allungate.

Padre della fisiologia delle piante”, questo il prestigioso titolo dato a Nehemiah Grew (1641-1712) per la sua opera in quattro volumi “Anatomy of plants”. Fu tra i primi, insieme all’italiano Malpighi, ad utilizzare tecniche microscopiche per gli studi botanici. Linneo in suo onore dette il nome di “Grewia” ad un genere di arbusto, tipico delle zone tropicali dai caratteristici fiori rosa.

Ed eccoci quindi al nome che noi leghiamo indissolubilmente alla botanica. Carl Nilsson Linnaeus (1707-1778) nasce a Smaland, nel sud della Svezia e compie i suoi studi presso l’Università di Upsala. Dopo un periodo vissuto all’estero, viene richiamato in patria e gli viene assegnata la cattedra di botanica presso la stessa università, in cui coprirà anche la carica di Rettore. Qui getta le basi per quella che sarà la sua opera principale, Sistema Naturae, al cui interno ritroviamo le regole della classificazione scientifica universalmente adottata.

Possiamo ricondurre tutta la sua opera ad una sua celebre frase :

Nomina si nescis, perit et cognitio rerum
( Se non conosci i nomi, viene a mancare anche la conoscenza delle cose )

Nel caso di Linneo possiamo ben dire che un nome può segnare una vita. Infatti Linnaeus deriva dalla parola svedese “Lind”, che significa Tilia, ovvero la pianta del Tiglio.