Il bastone di Asclepio
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com]
Montecatini regina del termalismo

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La nascita di Montecatini quale rinomato centro termale non può essere cronologicamente definita in modo esatto. Senza dubbio la sua origine è antichissima, di poco susseguente a quella del più antico e sovrastante Castello che porta lo stesso nome.


La sua prima denominazione pare sia stata Montecatellino, dal nome del nobile Romano Catellina, cacciato da Roma per aver congiurato conto il Senato e riparato in quel di Fiesole. Altri ritengono invece più semplice farlo derivare dalla forma “a catino” dello stesso maniero.

Certo è lo sviluppo intorno alle stesse mura del borgo antico con le sue torri e le sue case abitate da povera gente; scendendo poi abbiamo distese di quercioli e castagneti, uliveti inframmezzati da vigneti ed infine al piano la città termale.

Una prima documentazione scritta risale al 1074; da essa si evince che il feudo era di proprietà dei conti Lambardi che effettuarono una donazione di parte di esso alla Chiesa, nella persona del Vescovo Anselmo, della Diocesi di Lucca. Affrancatasi dal dominio del Vescovo, ai primi del XIII secolo assunse lo status di Comune.


Fu guelfa ma senza fortuna e subì nel corso degli eventi due violenti e feroci assedi; nel 1315 il primo, in cui si ricorda anche la partecipazione del “ghibellin fuggiasco”, l’Alighieri e nel 1330 il secondo.

Da perdente fu costretta a sottomettersi a Firenze ed un ultimo assedio nel 1554 si concluse con un saccheggio, case bruciate, castello distrutto e demolito sino all’ultima pietra e tutti gli archivi dispersi.

Null’altro di importante avvenne nei secoli successivi salvo il sorgere e l’espandersi di nuovi edifici sulle vecchie fondamenta e la nascita di un fiorente commercio.

Parallelamente alla città alta si sviluppa la storia della città termale, le cui acque curative erano note sin dall’epoca etrusca. Ce lo confermano due ritrovamenti: uno presso le Terme Leopoldine di alcune statuette in bronzo raffiguranti divinità pagane; l’altro intorno alla sorgente Tettuccio di resti di palafitte, costruite per imbrigliare le acque curative.

Nel periodo romano, in cui abbiamo una santificazione dei luoghi termali dedicati al dio Fons, figlio di Giano e della ninfa Giuturna, anche se non si ritrovano tracce negli scritti di autori del tempo quasi certamente le terme furono frequentate.

Durante il Medioevo, anche se in maniera empirica, si eseguivano cure con utilizzo di fanghi utili per i “claudicantes” o per chi soffriva di “sciatici dolores”.

Il primo a documentare in maniera scientifica le acque e descriverne l’efficacia in particolari patologie, fu tal Ugolino Caccini, noto anche come Ugolino da Montecatini (1345-1425); compiuti i suoi studi a Perugia insegnò medicina per 25 anni all’Università di Pisa, per passare poi a Lucca, Pesaro ed infine a Firenze.

Lasciò un opera fondamentale in materia “De Balneorum Italiae proprietatibus” in cui oltre a descrivere l’efficacia delle cure, fece cenno anche alla costruzione del Bagno Nuovo, che sarebbe poi diventato lo stabilimento di Tettuccio.

Questo trattato ebbe la sfortuna di essere però successivamente inglobato nella raccolta “De Balneorum” attribuita al naturalista svizzero Conrad Gessner (1516-1565) che mescolò Ippocrate con Cardano e il grande scienziato arabo Razes, lettere del re ostrogoto Teodorico sulle terme di Abano insieme con notizie sulle terme di Baden.


Ritornando alla storia di Montecatini non possiamo che registrare una sua lenta decadenza nei secoli XIV e XV a causa del disastro finanziario del Comune, nell’atteggiamento negligente della famiglia dei Medici e nella sciagurata trasformazione della campagna di Val di Nievole in una zona malarica; i frequentatori dei Bagni certamente non volevano curare una patologia per andare ad incontrarne una peggiore.

Le cose certamente non migliorarono quando la proprietà passò dal Comune alla famiglia Medici stessa.

Una svolta arrivò quando subentrò il casato dei Lorena; già il granduca Francesco I ma ancor più Pietro Leopoldo I diedero impulso alle terme bonificando dapprima le paludi circostanti e poi mettendo mano alla costruzione del Bagno dei Merli, conosciute oggi come Terme Leopoldine, e restaurando il precedente Stabilimento di Tettuccio.

Successivamente l’intero complesso fu donato ai monaci benedettini della Badia di Firenze, che ne ebbero gran cura arricchendolo di nuove opere finché non ci fu la soppressione degli ordini religiosi durante la dominazione napoleonica.

 

 

Con l’avvento della Restaurazione l’affidamento passò ad un’Opera Pia di Pescia; inizia qui un periodo di gran splendore con la frequentazione dei Bagni anche da parte della Casa Reale. Vennero costruiti nuovi stabilimenti ed alberghi, una nuova Chiesa ma soprattutto uno splendido parco. Grazie agli studi del Prof. Fedeli, clinico pisano direttore delle Terme, fu analizzata la composizione delle acque minerali e questo imprimatur scientifico fece conoscere le Terme di Montecatini in tutto il mondo, fama giunta fino ai nostri giorni.

Sergio De Benedictis
14-05-2020