Il bastone di Asclepio
a cura di Sergio De Benedictis [sergio.debene(at)gmail(dot)com]
Il paziente prima di tutto:
la figura di Hermann Boerhaave

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Se potessimo percorrere agli inizi del XVIII secolo i corridoi o le aule dell’Università di Leyden, non potremmo non notare un omone alto e grosso, capigliatura fluente e viso rubicondo.
Certamente non potremmo immaginare che ci siamo imbattuti in uno scienziato, medico nonché rettore di quella stessa Università, un personaggio ben noto per essere anche uno straordinario insegnante per i suoi allievi.

Stiamo parlando di Hermann Boerhaave (1668-1738) che dominò la scena medica di quel periodo. La cronaca, ma più che altro leggenda, ci racconta che la sua posta non aveva la necessità di alcun indirizzo per giungere nelle sue mani ma riportava semplicemente:

 

 

“Al più grande medico del mondo”

 

 

 

Figlio di un pastore della Chiesa Protestante nacque a Voorhout nei Paesi Bassi il 31 dicembre 1668; visse in un ambiente semplice che gli donò un carattere affabile ed ingenuo. Per volere del padre iniziò gli studi di Teologia, ma, ben presto, fu attratto da quelli scientifici.


 

 

Si racconta però che il suo fu più un allontanamento causato dall’aver espresso simpatie per il pensiero di Spinoza, cosa che lo etichettò come ateo dalla chiesa.

 

 

 

Diventato discepolo di Ippocrate entrò nella facoltà di medicina di Leyden, la più antica Università del Paese, assumendo in breve tempo le funzioni prima di docente e poi di Professore in Medicina Clinica, arrivando come già detto a coprire infine il ruolo di rettore.

 

Divulgatore straordinario, come Ippocrate mise sempre al primo posto il paziente e in tal senso realizzò una clinica ante litteram con 12 posti letto.
Accanto al letto del paziente dissertava con i suoi allievi formulando anamnesi, successivamente diagnosticando la malattia e infine formulando una prognosi e un trattamento di cura.

La sua fama si propagò e fece affluire a Leyden studenti da ogni angolo d’Europa, facendola diventare la prima tra tutte le Università Europee.
Dalle sue aule uscirono tra gli altri Gerard van Swieten, divenuto poi medico personale dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, e Albrecht von Haller, fondatore della moderna fisiologia.


La sua attività privata gli permise di avere una vita agiata per sé e i suoi familiari.
Di lui non ricordiamo particolari scoperte e non fu esente da grossolani errori diagnostici, tanto che molti ritengono la sua fama sproporzionata.
Soffrì di una forma molto grave di gotta che lo costringeva per lunghi periodi a letto e negli ultimi anni di vita di un ascesso polmonare che lo portò alla morte il 23 settembre 1738.
Sepolto nella chiesa di san Pietro sulla sua tomba leggiamo:

Simplex veri sigillum (la semplificazione è un segno di verità)

Tutti gli studenti di medicina possono dire di avere un debito verso di lui anche se forse non ne conoscono nemmeno il nome.

Una nota di colore: sembra che Carlo Goldoni si fosse ispirato alla sua figura per tratteggiare il personaggio del Dottor Bainer della sua commedia “Il medico olandese”.

Sergio De Benedictis
http://www.esculapiofilatelico.it/
12-03-2021