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il musicalista
il personaggio del mese: OTTOBRE 2008
GEORGES BIZET

IL PERSONAGGIO

Georges Bizet nacque a Parigi il 25 ottobre 1838, unico figlio di una famiglia di musicisti. Il padre, Adolfe-Armand, impartiva lezioni di canto e la madre, Aimée-Marie Delsarte, era un’insegnante di grande talento.

La sua educazione artistica fu inizialmente curata dalla madre, a partire da quando aveva solamente quattro anni. Nel 1849 le sue nozioni musicali erano praticamente complete, grazie anche agli amici di famiglia.

I genitori tentarono di farlo ammettere al conservatorio di Parigi. Le iscrizioni erano però già al completo e Georges, inoltre, non aveva ancora l'età per essere accettato. Il padre lo indirizzò allora al pianista e compositore Antoine François Marmontel, che riconobbe il notevole talento del giovane ed egli venne finalmente ammesso a frequentare il Conservatorio prima del suo decimo compleanno.

La sua carriera scolastica vantò da subito ampi riconoscimenti: vinse, infatti, il primo premio per il solfeggio solamente dopo sei mesi di studi e fu ammesso a seguire le esclusive lezioni di P.J. Zimmermann. Questo valente insegnante era spesso sostituito da Charles Gounod, suo genero. L'incontro con quest’ultimo influenzò molto la musica di Bizet.

Dopo la morte di Zimmermann, avvenuta nel 1853, frequentò le lezioni di Jacques-François Halévy e due anni dopo scrisse la Sinfonia in do. I lavori giovanili di maggior rilievo sono composizioni per orchestra, nelle quali è già evidente la matrice che avrebbe caratterizzato le sue opere più famose.

Le sue composizioni gli valsero alcuni premi come il "Prix de Rome" del 1857, fatto che gli permise, tra l'altro, un soggiorno di studio della durata di tre anni, da trascorrere prima a Roma e poi in Germania. Sicuramente il periodo più felice della sua vita. Libero da problemi finanziari grazie al sussidio garantito dal premio, ebbe la possibilità di visitare molti luoghi della penisola italiana e ne restò affascinato. Vide Roma, Napoli, Pompei, Firenze e fu colpito in particolare dal Capo Circeo, che ispirò alcune sue composizioni. Al soggiorno romano risale Don Procopio, opera di evidente ispirazione italiana.
In Italia il Maestro ebbe a soffrire di crisi depressive che lo portarono a nutrire alcuni dubbi sul proprio valore artistico e che ritardarono la sua maturità musicale. A causa delle acquisite incertezze, il giovane musicista abbandonò alcuni progetti e talvolta distrusse opere già realizzate, come Ivan IV e Grisélidis. Nel 1860 il soggiorno italiano terminò e dovette rientrare a Parigi, dove lo aspettavano anni difficili.

Compose, infatti, una nuova serie di opere che furono accolte severamente dalla critica. Si manteneva con l'insegnamento, con lavori di riduzioni per canto e pianoforte richiestigli da editori e con l'accompagnamento durante le prove di opere. Anche se era un pianista molto dotato, rifiutò sempre di suonare in pubblico per timore di compromettere la sua attività di compositore. Nel 1863 accettò di musicare il libretto Les pêcheurs de perles, che non fu accolto benevolmente dalla critica.

L’opera La jolie fille de Perth, presentata nel 1867, fu ricevuta positivamente da critica e pubblico. Nello stesso anno ricevette l'incarico di critico musicale per il periodico La revue nationale et étrangère ma vi pubblicò solo un articolo, perché il secondo fu censurato da un nuovo direttore; allora il musicista si dimise. Il 1868 completò la suite sinfonica nota con il nome di Roma, che fu bene accolta.

Un anno dopo sposò Geneviève Halévy, figlia del suo maestro. Il matrimonio, purtroppo, si rivelò infelice a causa dell'instabilità mentale di cui soffriva la donna. In seguito, durante la guerra franco-prussiana, servì nella Guardia Nazionale a Parigi e patì le privazioni dell'assedio. Il suo stato di salute peggiorò e questa fu un'esperienza molto negativa per il lavoro. In questo periodo il compositore scrisse Jeux d'enfants, una raccolta di dodici pezzi per due pianoforti trascritti poi per orchestra. Nel 1872 pubblicò l'opera comica Djamileh, che non fu ben accolta ed il musicista fu accusato di wagnerismo, una colpa che gli era già stata attribuita tempo prima per I Pescatori di Perle.

Subito dopo, Bizet si concentrò sul libretto scritto da Henri Meilhac e Ludovic Halévy, sulla base della novella di Mérimée: Carmen. Nonostante tenesse molto a questo progetto, una volta completato il primo atto interruppe la composizione per creare il Don Rodrigue, da rappresentarsi all'Opéra-Comique di Parigi. Un incendio del teatro impedì però che l'opera fosse messa in scena. Nel 1874 Carmen, l'opera con cui si era realizzata la maturità artistica dell'autore, fu terminata e il pubblico poté assistervi l'anno successivo. La reazione degli spettatori fu talmente fredda che l'autore cadde in una crisi dalla quale non si riprese più. Infatti, il 3 giugno 1875, mentre si trovava nella sua residenza di campagna di Bougival, morì per un attacco di cuore.

LA MELODIA

Il 1872 è per BIzet un anno particolarmente importante, segnato prima dalla nascita di Jacques, suo unico figlio, e poi dalla composizione delle le musiche di scena per un dramma di Alphonse Daudet, L'Arlésienne.

L'opera non fu accolta favorevolmente dal pubblico, e Bizet ricavò dalla sfortunata partitura una suite per orchestra, che ottenne un grande successo nel novembre dello stesso anno.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dalla Francia
l'11 giugno 1960
per la serie "Personaggi famosi"

Yvert 1261
Dentellato 13