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il musicalista
il personaggio del mese: MARZO 2014
Josef Matthias HAUER

IL PERSONAGGIO

Nato a Wiener Neustadt il 19 marzo del 1883, Joseph Matthias Hauer fu educato fin dalla tenera età al violoncello, l'organo e la direzione di cori. Ricevette probabilmente anche lezioni di di teoria musicale e composizione, anche se per tutta la vita continuò a sostenere di essere stato completamente autodidatta in queste due materie.

Sia come sia, dimostrò fin da molto giovane una buona capacità di sintesi teorica, giungendo già nel 1918 ad elaborare (e pubblicare) il suo primo lavoro nel quale, basandosi sulla Teoria dei Colori di Johann Wolfgang von Goethe, gettò le basi per la definizione delle regole della musica dodecafonica.

L'anno successivo enunciò la sua teoria sulla ripetizione di tutte le dodici note cromatiche prima che una di esse venisse ripetuta, e nel 1920 pubblicò il Vom Wesen der Musikalischen, che rappresenta la prima teoria articolata della musica dodecafonica. Da notare che questi lavori precedono di almeno tre anni i lavori di Arnold Schoenberg, universalmente ritenuto il padre della musica dodecafonica e che per tutta la vita Hauer restò fedele a questa impostazione.

Le capacità e le tecniche compositive di Hauer erano straordinarie e rivelano una straordinaria capacità di cambiamento da un pezzo all'altro, pur rimanendo fedele a tecniche di costruzione che prevedevano l'uso di "blocchi di note" e figure retoriche (i cosiddetti tropi) strettamente dodecafoniche e, in un certo senso, ripetitive.

Compositore estremamente prolifico (gli sono ufficialmente attribuite quasi 600 opere) fu sottoposto nel 1938 alla censura nazista, che bollò la sua opera come "arte degenerata". A partire da quel momento, pur continuando a vivere in Austria anche durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua attività andò attenuandosi, e forse nel timore di ritorsioni rinunciò a pubblicare ulteriori lavori.

Anche dopo la guerra la sua attività compositiva, che fino al 1938 era stata quasi frenetica, fu tutto sommato rarefatta, anche se molti studiosi sostengono che diverse centinaia di composizioni siano rimaste allo stadio di manoscritto. Quello che invece è certo è che le sue teorie hanno ispirato decine di compositori contemporanei, ognuno dei quali ha trovato la sua via espressiva basandosi essenzialmente sul suo tipo di approccio alla cosiddetta "costruzione seriale".

La continua ricerca di "mutazione nella ripetizione" lo avvicinò anche a stili musicali apparentemente lontani dalla tradizione occidentale, in particolare quelli provenienti dall'Estremo Oriente. Una affinità anche esistenziale, se si pensa che trascorse l'ultima parte della sua vita, fino alla morte avvenuta a Vienna il 22 settembre del 1959, vivendo in modo semplice, dopo aver rinunciato a gran parte delle sue proprietà, e conservando gelosamente solo una rara copia dei Ching, altrimenti conosciuto come il "libro delle mutazioni".

LA MELODIA

Vi proponiamo questo mese il Zwölftonspiel für Klavier zu vier Händen (Sonata per piano a quattro mani, opera 13), un ricercato pezzo di musica dodecafonica che bene esemplifica la rivoluzionaria ricerca compostiva che Josef Matthias Hauer portò avanti per tutta la sua vita.

IL FRANCOBOLLO

Emesso dall'Austria
il 18 marzo 1983
per il centenario della nascita

Dentellato 14 x 13 ½
Yvert 1562