Rosia è situata sulla strada 
              provinciale Siena-Massa Marittima, che fino ai primi del '900 attraversava 
              l'antico abitato, e fu sede del primo stabilimento postale aperto 
              nel comune di Sovicille. Vi fu istituita una collettoria di 2a 
              classe fin dal 1864, l'iniziativa partì dai Carabinieri ed 
              ebbe un esito insolitamente rapido. 
            E' infatti del 13 Marzo 1864 questa lettera del Maggiore Comandante 
              la Divisione di Siena dei Reali Carabinieri al Prefetto: "Le 
              quattro Stazioni dell'Arma di Rosia, Monteroni, Ponte Macereto e 
              Pianella, dipendenti dalla Compagnia di Siena, sono prive affatto 
              del corso ordinario di Posta [...] Nel villaggio di Rosia 
              esiste la cassetta per cui volendo dirigere le lettere a Siena si 
              possono queste impostare; viceversa le lettere da Siena a Rosia 
              sono dirette a Sovicille quattro miglia distante, quindi se ragione 
              sussiste che da Rosia si trasportino a Siena le lettere, pare si 
              potrebbe del pari combinare venissero trasportate a Rosia col mezzo 
              istesso per non essere obbligati, e l'Arma specialmente, di andarle 
              a ritirare a Sovicille". 
            Raccomanda al Prefetto di prendere a cuore la faccenda "...onde 
              ottenere quanto vengo di rappresentarLe come cosa necessarissima, 
              dappoiché i Carabinieri non possono distaccarsi dalla loro 
              Stazione per trasportare pieghi d'Ufficio, se nonché in circostanze 
              straordinarie, mentre se ogni giorno, od anche solo ogni due, si 
              dovesse impiegare un Carabiniere per trasportare le lettere dalle 
              dette Stazioni a Siena, e viceversa, oltre di non essere ciò 
              né prescritto né stabilito, sarebbe un danno manifesto, 
              tanto pel servizio, come per le persone dei Carabinieri medesimi". 
            Il prefetto si interessa subito presso la Direzione Compartimentale 
              delle R.Poste di Firenze, il cui direttore Niccoli così risponde 
              il 26 Marzo 1864: "La scrivente si è fatta un dovere 
              di esaminare come potrebbe sodisfarsi alle domande contenute nel 
              dispaccio di codesta On. Prefettura, senza soverchio aggravio per 
              l'Amministrazione, e si accenge ad esporre in proposito le sue idee 
              [...] A Rosia la patente dei francobolli è posseduta da Fabio 
              Grandi, che quando goda la fiducia pubblica e sia onesto potrebbe 
              esser nominato Collettore [...] La retribuzione di questi 
              Collettori postali potrebbe essere di £ 50 o 60 all'anno 
              e sarebbe desiderabile che per metà venisse dal Municipio 
              rimborsata all'Amministrazione a rate semestrali anticipate". 
            Il 10 Maggio 1864 il Gonfaloniere di Sovicille, Scarpellini, comunica 
              al Prefetto che il Consiglio Comunale, "...mentre ha riconosciuta 
              la convenienza di far godere agli abitanti di Rosia il benefizio 
              della corrispondenza giornaliera postale, e non ha fatto difficoltà 
              che sia nominato a Collettore il sig. Fabio Grandi come venditore 
              patentato di articoli di privativa e perché riconosciuto 
              idoneo, ha bensì dichiarato che attese le ristrette finanze 
              in cui versa il Comune, non può concorrere a rimborsare al 
              R.Governo la metà dell'onorario che al Collettore stesso 
              verrà assegnato".  
            Così il 22 Luglio 1864, poco più di quattro mesi 
              dopo la richiesta dei Carabinieri, la Direzione Compartimentale 
              comunica al Prefetto di Siena che" ...il Ministero dei 
              Lavori Pubblici (Direzione Generale delle RR.Poste) con risoluzione 
              del 20 andante si è degnato istituire dal primo Agosto p° 
              f° una Collettoria postale a Monteroni e a Rosia in Comunità 
              di Sovicille, destinando a tale ufficio i designati tabaccai Girolamo 
              Giovannelli e Fabio Grandi".1 
              
            La collettoria ebbe il bollino corsivo e poi l'ottagonale, che 
              probabilmente rimase per qualche tempo in uso anche dopo l'elevazione 
              a ricevitoria; non è stato possibile stabilire con esattezza 
              quando questo sia avvenuto, forse nel 1883, sappiamo però 
              per certo che nel 1894 a Rosia esisteva già il servizio telegrafico. 
              
             
            L'ufficio anche dopo la sua trasformazione rimase affidato al Grandi, 
              al quale subentrò nel 1893 il figlio Rinaldo, nato nel 1866. 
              Questi il 21 Luglio 1926 si trasferì per concorso all'ufficio 
              di Colle Val d'Elsa e della gerenza di Rosia fu incaricata Luisa 
              Fontanelli dal 1926 al 1939; seguirono come titolari Guido Giglioli 
              dal 1936 al 1939 e Pietro Ceccanti dal 26 Settembre 1939 con stipendio 
              annuo di £ 7630, elevato a £ 8370 nel 1940. 
              Fra i supplenti ricordiamo Teresa Galgani, Feriglio Sordi, Fosco 
              Cerretani, Lidia Agnorelli nei Ceccanti. 
            Nel 1953 Rosia divenne Ufficio locale di gruppo F 
              
               
            1) A.S.S. - Prefettura n. 1038, cat.8 
             
             
            
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