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Uso improprio di un bollo di Siena
“Signori, con questo come si fa ?”

E’ quanto, suppergiù, deve aver detto Giuseppe Spannocchi, Direttore della Posta di Siena, ai primi di Marzo dell’anno 1808 consultandosi con i suoi due impiegati, mentre si rigirava tra le mani un timbro appena recapitatogli dal Corriere di Firenze. Si trattava del timbro in cartella che, con la riforma postale francese emanata dal Dauchy, era stato assegnato alle Direzioni Postali e che doveva sostituire il Cuore.

Il Cuore, appunto: fino allora lo si applicava all’arrivo e, negli ultimi anni, sul davanti a preferenza che al verso della lettera, sia che Siena fosse la destinazione ultima, sia che la lettera fosse in transito e dovesse proseguire per una località sprovvista di bolli postali.

Questa lettera, spedita da Cinigiano il 28 Febbraio 1808 fa un percorso postale piuttosto lungo, benché la località di destinazione, Campagnatico, fosse molto vicina. Infatti il postino di Cinigiano faceva capo a Arcidosso e conosciamo anche il suo nome, Girolamo Gori, arcidossino. Da Arcidosso la lettera passa per Radicofani, Siena e Grosseto, da dove viene portata finalmente a destino. A Siena fu bollata con il Cuore 12 e secondo i nostri calcoli la dodicesima settimana del 1808 doveva andare dal 7 al 13 Marzo; ci risulta che l’inverno 1807-1808 fu molto rigido e la neve nelle località più alte durò fino ai primi di Marzo, è quindi plausibile che questa lettera abbia subito un certo ritardo per via delle strade da battere (Monte Amiata e Passo di Radicofani) e sia arrivata a Siena proprio in quei giorni. Sempre a Siena, fu tassata di 2 crazie, come si vede dai due tratti di inchiostro rosso segnati al verso. Riteniamo quindi che il Cuore 12 sia stato l’ultimo usato nel suo primo periodo, che, fra nero e rosso, va dal 1792 al 1808.

Ricevuto il nuovo bollo in cartella, lo Spannocchi, privo di istruzioni particolari (nel fondo R.Poste dell’Archivio di Stato di Siena non abbiamo trovato alcun documento al riguardo), deve aver deciso di continuare con il sistema precedente e di farlo imprimere non solo sulle lettere in partenza, ma anche all’arrivo, sulla facciata, come si faceva con il Cuore, finché qualcuno gli avrà fatto notare l’irregolarità.

Non sapremmo spiegare altrimenti quanto abbiamo riscontrato in alcune lettere arrivate a Siena proprio in quei giorni: finora ne abbiamo censite solo tre, e due siamo in grado di mostrarle.



La prima è datata Bologna 11 Marzo 1808 e reca a tergo l’annotazione, scritta dal destinatario, “Ricevuta il 16 Marzo”, però potrebbe benissimo essere arrivata alla Posta la sera del giorno precedente alla sua consegna.

La seconda è datata Napoli 23 Marzo 1808 ed è indirizzata al nobile senese Francesco Spannocchi (1750-1823), che fu ufficiale aiutante dell’ammiraglio Acton nella flotta napoletana e in seguito Governatore di Livorno, subendo la prigionia durante l’occupazione francese; questa lettera tratta però soltanto di faccende familiari.

La terza lettera, della stessa corrispondenza e sempre con il bollo SIENA sul davanti, è datata Napoli 21 Marzo 1808. Quanto detto, nel confermare che questo bollo fu adottato alla Direzione Postale di Siena nella seconda decade del mese di Marzo 1808, ci fa conoscere il suo insolito uso anche in arrivo, durato sicuramente pochissimi giorni.

Se qualcuno avesse una diversa spiegazione plausibile, saremo ben contenti di sentirla.

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