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CASTELLINA IN CHIANTI
Integrazione della scheda di Castellina in Chianti (pag. 119)
IV parte
La documentazione di una prolungata "querelle" fra il Comune di Castellina in Chianti e l'Amministrazione delle Poste ci dà lo spunto per alcune considerazioni generali sulla organizzazione del servizio postale dall'unità all'avvento del fascismo.

La riforma postale del 1862 si proponeva di migliorare il servizio su tutto il territorio nazionale, ponendosi come primo traguardo l'apertura da uno stabilimento postale in ogni capoluogo di Comune. Successivamente si estese la distribuzione della corrispondenza istituendo portalettere rurali che passarono via via dalla diretta dipendenza dai comuni a quella dall'Amministrazione postale, in molti casi con un piccolo contributo comunale per integrare la modesta paga governativa, e si può dire che alla fine del secolo anche i borghi più remoti ricevevano regolarmente la posta, in molti casi tutti i giorni. Nei capoluoghi di comune la distribuzione quotidiana era la regola, in molti casi anche due volte al giorno e abbiamo visto che nel 1907 un paesetto come Castelnuovo Berardenga arrivò a pretendere addirittura una terza distribuzione.

Se questo poteva essere giustificato più tardi, quando nella guerra 1915-18 moltissime famiglie avevano un congiunto al fronte e aspettavano con ansia l'arrivo del postino, non lo era in situazioni normali, anche perché l'analfabetismo era tuttora molto diffuso, specie nelle campagne, e il movimento epistolare piuttosto scarso.

A Castellina in Chianti nel 1925 l'Amministrazione Postale decise di ridurre da tre a due i portalettere rurali, rendendo trisettimanale anziché quotidiana la distribuzione della posta in tutto il territorio comunale. La Giunta Comunale si riunì d'urgenza il giorno 8 Ottobre 1925 e deliberò di mantenere il terzo portalettere addossandosene provvisoriamente la spesa e reclamandone il ripristino da parte delle Poste, le quali non lo accordarono.

Così il Consiglio Comunale, nella seduta del 7 Marzo 1927 "Ritenuto che inopportunamente con provvedimento dell'anno 1925 l'Amministrazione delle Poste soppresse il posto di portalettere rurale per la 1a Zona (versante della Piazza) già istituito fino dal 1899; ritenuto che trattandosi di una frazione fra le più importanti del Comune, vuoi per la rilevante popolazione compresa in 5 Parrocchie costituenti la frazione, vuoi per importanza industriale e commerciale, dappoiché vi si fa larga produzione del rinomato vino Chianti e, di conseguenza, rilevante e attivo è il commercio che da questa produzione ne deriva ... che per evitare che il malcontento delle popolazioni interessate venisse a manifestarsi in forma non sempre calma e pacifica, ritenne di addossarsene la spesa in via provvisoria ...Col 31 Dicembre 1926 il Comune dovette sospendere il pagamento dell'assegno mensile all'incaricato ...perché a tale onere, di carattere facoltativo, si era opposta la Giunta Provinciale Amministrativa ...La notizia della definitiva soppressione ...ha nuovamente esasperati gli animi della già pacifica e laboriosa popolazione interessata" considerato che dal 1° Gennaio, nella speranza della riattivazione del servizio, "il portalettere provvisorio lo disimpegna volontariamente senza essere provvisto di retribuzione, ma che d'altra parte questo stato anormale di cose non può durare ...delibera unanime di rivolgere nuove, vivissime premure all'On Ministero delle Comunicazioni..."1


Il territorio della frazione di Piazza, confinante con il Comune di Greve (Firenze),
é evidenziato in tonalità scura.

Il Prefetto, cui giungevano le delibere con i saltuari stanziamenti che il Comune faceva per mantenere a sue spese il servizio e che implicavano imprevisti aggravi del bilancio comunale, si faceva interprete verso la Direzione Provinciale di queste richieste, ma inutilmente.

Il 20 Luglio 1927 il direttore provinciale delle Poste, Guglielmo Stocchi, scrive al Prefetto, spiegando che "...le limitazioni che l'Amministrazione ha attuato in molti Comuni nel servizio del recapito rurale, e che va man mano attuando anche in zone di traffico postale maggiore di quelle in oggetto, rispondono alla politica economico-finanziaria del Governo Nazionale che ha ordinato la riduzione di spese specialmente in quegli Uffici dove il reddito non è sufficiente a cuoprire le spese di esercizio" e concludendo che il Ministero ha avvertito che "...non è consentito ripristinare l'antico servizio".1

Il 15 Febbraio 1928 il Direttore Provinciale replica a una ennesima sollecitazione del Prefetto confermando la decisione presa dal Ministero, che gli aveva dato ordine "...di spiegare la necessaria energia per il mantenimento del provvedimento stesso ...E' d'uopo aggiungere inoltre che non solo il Comune di Castellina in Chianti ha subito una simile riduzione di servizio, e che anche i Comuni più popolati, più estesi e più importanti in linea postale, non dispongono oggi di un numero maggiore di portalettere"1. La politica economico-finanziaria cui si accenna era quella, voluta dal nuovo governo fascista fin dai primi anni di potere, di un rigido contenimento delle spese, riuscendo così a eliminare il disavanzo dello Stato. Successivamente Mussolini, nel discorso di Pesaro del 18 Agosto 1926, annunciava l'inizio della campagna per il raggiungimento della famosa "quota novanta", sostenuta da un adeguato apparato di propaganda; era una politica protezionistica per rivalutare la lira, che il governo fascista aveva "ereditato" al cambio di 90 per 1 sterlina nel 1922 e si era andata progressivamente svalutando fino a quota 126.

Il traguardo prefisso fu raggiunto nel Dicembre 1927, ma a prezzo di molti sacrifici e di un rallentamento dello sviluppo industriale del paese, anche se vi furono effetti positivi, oltre a quelli politici, perché questa iniziativa aveva grandemente stimolato l'orgoglio nazionale; effetti però che furono in buona parte annullati dalla crisi economica mondiale del 1929.


1) ASS - Prefettura anno 1928 - serie I, cat. 8.


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