Storia Postale dello
Stato Pontificio

Stato Pontificio: non solo bolli...
di Francesco Maria AMATO

Bibliografia

 

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Rispedizioni con bolli di tassazione
Thomas Mathà (A.I.E.P.)
Fig. 1: Carta intestata del mittente


Questa rara lettera è una bella terna, rientrando in tre delle mie collezioni: Stato Pontificio, Stati Sardi e lettere rispedite. La missiva veniva spedita da Torino, Stati Sardi, a Spoleto, Stato Pontificio, il 14.3.1850. Il mittente Pomba, Editore e libraio a Torino, doveva pagare 6 soldi fino al confine. Giuseppe Pomba era un noto editore torinese (questi i suoi periodici: Calendario generale pe' Regi stati; Antologia straniera; Il Propagatore ossia Raccolta periodica delle cose appartenenti ai progressi dell'industria e specialmente di quelle riguardanti l'agricoltura, le arti e la medicina; Teatro universale; Emporio delle cognizioni utili; Antologia Italiana; Mondo illustrato) e fondatore nella nota casa editrice UTET.

Fig. 2: Giuseppe Pomba (1795-1876)

La lettera non reca bolli di transito, per cui si può concludere che sia transitata per la Toscana in plico chiuso (passando via di Milano invece ci sarebbero delle impronte).

Fig. 3: Fronte della lettera


La lettera arrivava in Umbria dopo 5 giorni, il 19 marzo 1850. Il destinatario della spedizione era il collega libraio Bossi & Gherardi, che doveva 12 bajocchi alle poste pontificie, come risulta dalla nota sulla fronte della lettera.

Nella prima metà del XIX secolo, Vincenzo Bossi (1789-1857), figlio di Domenico Bossi, già stampatore a Spoleto, fu tipografo, con sede nella Piazza della Libertà. Nella seconda metà del 1800, e più precisamente nel 1851, la tipografia maturò un nuovo assetto societario attraverso la fusione della ditta Vincenzo Bossi con Gherardo Gherardi proveniente da Forlì. Entrambi furono tipografi e negozianti di libri e stampe a Spoleto e, oltre all'attività editoriale, si occupavano anche della stampa di manifesti, prima per lo Stato Pontificio e successivamente per il Regno d'Italia, come ad esempio proclami, editti e bandi.

La tassa di 12 baj era prevista dalla Notificazione Tosti del 1844 per lettere provenienti dagli Stati Sardi e dirette a direzioni della prima distanza.

Orbene, la lettera veniva aperta, e il primo destinatario a Spoleto decise di rispedirla al Sig. Gherardi a Forlì (Romagne, 3ª distanza). Come sappiamo questa cosa?

La rispedizione in questo caso venne effettuata ripiegando la lettera, così il primo retro spariva ed appariva il secondo. Arrivava dunque a Forlì il 22 marzo. La rispedizione comportava il pagamento di un ulteriore tassa per le poste pontificie, che per il loro servizio chiedevano 5 bajocchi, la tassa prevista dal Decreto Tosti per lettere spedite dalla prima distanza, primo raggio, alla terza distanza. Spoleto era una delle quattro Direzioni postali pontificie che si erano dotate di bolli particolari la tassazione delle lettere a carico del destinatario (diverse quindi dai bolli di impostazione per le lettere affrancate).

Fig. 4: Retro della lettera, arrivata a Spoleto


Fig. 5: Retro della lettera, dopo la rispedizione e arrivata a Forlì

In questo caso vediamo l’impiego del bollo “5”, che rispecchia la tassa. Non mi sono note altre lettere provenienti dall’estero e rispedite utilizzando un bollo di tassazione pontificio. Da notare che il “5” di Spoleto è uno dei bolli più rari (sono comuni i bolli 1, 2, 3, 4 e 6).

Fig. 6: Il bollo a tampone di Spoleto “5”

Thomas Mathà
18-02-2022