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SAnt'agostino
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Santa Pazienza




Il dualismo tra la ragione e il sentimento, lo spirito e la carne, il pensiero pagano e la fede cristiana che accompagnano tutta la vita di Agostino traggono probabilmente origine dalla sua stessa nascita, avvenuta il 13 novembre del 354 a Tagaste, una cittadina della Numidia situata 70 km a sud della città costiera di Ippona, oggi conosciuta come Annaba.

La sua famiglia, di etnia berbera, era infatti composta dal padre Patrizio, piccolo possidente e membro dei curiales, pagano e gaudente, e dalla madre Monica, donna di carattere forte, cristiana e profondamente credente, alla quale Agostino fu molto affezionato: due posizioni e due modelli di vita e di pensiero in perenne contrasto, a volte anche aspro, tra di loro che condizionarono i primi anni di vita del futuro vescovo di Ippona.

La sua vita fino alla conversione è Agostino stesso a raccontarla nelle Confessioni, la più conosciuta delle sue opere letterarie: rivolgendosi direttamente a Dio (e di qui il titolo) Agostino narra i primi anni della sua vita a Tagaste, gli studi di retorica a Cartagine, la vita dissoluta nella città punica, la scoperta di Cicerone e della filosofia, l’avvicinamento al Manicheismo e la successiva delusione, il trasferimento a Roma, dove scopre Plotino e il neoplatonismo, l’arrivo a Milano, dove ritrova la madre Monica, conosce il vescovo Ambrogio e si fa da lui battezzare, ed infine il ritorno a Ippona, dove dal 395 ricopre fino alla morte la carica di vescovo.

Fu un vescovo attivissimo nella predicazione, capace di predicare anche per cinque giorni consecutivi, la cui influenza nel pensiero cristiano fu forte e duratura. E si impegnò aspramente nel contrasto di molte delle eresie che tormentarono il cristianesimo dei primi secoli: manichei, donatisti, pelagiani, semipelagiani, ariani, priscillanisti e origenisti.

Morì nel 430, mentre la città di Ippona era sotto l’assedio dei Vandali di Genserico, inviati in Numidia dall’imperatrice Galla Placidia per reprimere la rivolta del generale Bonifacio. Le sue spoglie furono trasportate a Cagliari da alcuni fedeli sfuggiti all'invasione vandala, e qui furono venerate fino al 718, quando il re longobardo Liutprando ordinò la loro traslazione a Pavia, dove sono ancor oggi custodite nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro.

Sterminato è l’elenco delle opere apologetiche, polemiche, pastorali, esegetiche, dogmatiche, morali e dottrinali scritte nei 35 anni di permanenza a Ippona, che vanno ad aggiungersi agli scritti filosofici degli anni pre-conversione. La vastità e l’importanza delle sue opere fanno di lui uno dei più autorevoli Padri della Chiesa, e gli varranno nel 1298 la proclamazione a Dottore della Chiesa, uno dei primi quattro, insieme ad Ambrogio che gli aveva impartito il battesimo.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dal Vaticano
il 13 novembre 1954
nel 16º centenario della nascita.

Yvert 205
Dentellato 14
IL SANTINO