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SAn demetrio di tessalonica
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Santa Pazienza




Di Demetrio, al quale le chiese ortodosse attribuiscono l’appellativo di “megalomartire”, e cioè un martire che ha affrontato un supplizio particolarmente atroce e il cui culto sia particolarmente diffuso, non esistono notizie storicamente accertate. Il primo testo a noi giunto che ne fa menzione è la Passio Sancti Demetrii Martyris, redatta nel IX secolo da Anastasio il Bibliotecario, il quale afferma di tradurre dal greco in latino un testo del VI secolo.

Secondo tale racconto Demetrio era un diacono molto amato e ammirato per la sua fede e la sua bontà di animo al quale si attribuivano, già in vita, alcune guarigioni miracolose, e fu fatto uccidere nella città di Tessalonica dall’imperatore Massimiano per essersi rifiutato di sacrificare agli dei, le più antiche iconografie del santo lo raffigurano infatti vestito di una semplice tunica. La passio si dilunga poi su alcuni eventi miracolosi avvenuti nel corso dei secoli successivi, esaltando in particolar modo il ruolo di Demetrio nella protezione e successiva liberazione della città dalle invasioni barbariche del 584 e del 586.

È forse da queste ultime narrazioni che trae origine la tradizione iconografica che rappresenta Demetrio nelle vesti di un cavaliere armato, una tradizione che prese maggior corpo all’epoca delle Crociate, quando la figura di Demetrio venne sempre più spesso associata, anche come patrono dei Crociati, a quella di san Giorgio, altro megalomartire del quale mancano totalmente le notizie storiche. Entrambi sono raffigurati a dorso di un cavallo (rosso quello di san Demetrio, bianco quello di san Giorgio) e in armatura da soldato romano, ma mentre san Giorgio uccide un drago, san Demetrio spesso è raffigurato nell’atto di trafiggere un moro; sia l’uno che l’altro sarebbero stati uccisi durante le persecuzioni di Diocleziano e dei suoi immediati successori.

Da notare anche che, mentre la passio compilata da Anastasio situa il martirio di Demetrio a Tessalonica, altre tradizioni lo vogliono avvenuto, sia pure con modalità molto simili, a Sirmio nell’odierna Voivodina serba, dove il suo culto si diffuse fin da subito ed è ancor oggi molto vivo. Sarebbe stato Leonzio, prefetto romano dell’Illiria convertitosi al cristianesimo in seguito alla testimonianza di fede di Demetrio, a trasportare le sue spoglie a Tessalonica quando, anni dopo, fu trasferito in Macedonia, legando in tal modo il nome del santo a quello della città macedone.

È a questa versione dei fatti che, allo stato attuale, si attiene il Martirologio Romano, che così si esprime: “Presso Sirmio, in Pannonia, san Demetrio, martire, che ovunque in Oriente, e in particolar modo a Salonicco, gode di pia venerazione.

Anche sulla data della sua celebrazione non c’è concordanza, giacché mentre i Sinassari Ortodossi la fissano al 26 di ottobre, la Chiesa Cattolica si attiene alla data del 9 di aprile che pare però derivare da un testo corrotto.

 

IL FRANCOBOLLO



Emesso dalla Bulgaria
il 30 aprile 1969

Michel 1849
Dentellatura 12½

 

IL SANTINO

* Nelle zone dell'est europeo, dove Demetrio è principalmente venerato, la tradizione dei "santini" è sostituita da quella delle "icone", piccole immagini di santi dipinte o smaltate su supporto ligneo.