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Santa Pazienza




Poche e contraddittorie sono le notizie sull'infanzia di Meinrado, al punto che anche l'anno esatto della sua nascita, avvenuta comunque negli ultimi anni dell'VIII° secolo ci è sconosciuto. Anche intorno alle sue origini ci sono dispute, giacché per alcuni sarebbe stato figlio di contadini del Baden-Württemberg, mentre secondo altri sarebbe stato addirittura di famiglia nobile, legata ai conti di Hohenzollern, signori della città di Rottemburg am Neckar (la romana Sumelocenna) dove sarebbe nato e avrebbe trascorso i primissimi anni della sua vita.

La tesi della nascita da nobile famiglia è avvalorata dalla notizia secondo cui Meinrado sarebbe entrato giovanissimo, ad appena cinque anni di età, nella prestigiosa abbazia di Reichenau, situata sull'omonima isola del lago di Costanza, che all'epoca era uno dei più importanti centri di cultura religiosa d'Europa, sede di una scuola, di una biblioteca e di uno scriptorium destinati a raggiungere una notevolissima fama nel corso dei secoli seguenti, rinomata per la produzione di manoscritti miniati. Ebbene, nell'importante abbazia benedettina di Reichenau, a curare la formazione del giovanissimo Meinrado furono due abati, Hatto ed Erlebald, di cui il secondo, stando a certe fonti, sarebbe addirittura stato suo zio.

Comunque sia, a Reichenau Meinardo crebbe, studiò e prese gli ordini. E a Reichenau rimase per diversi anni, fino a quando non gli fu conferito il priorato dell'abbazia di Benken, nel cantone svizzero di San Gallo, che tenne almeno fino all'anno 829, quando chiese ed ottenne di abbandonare la vita cenobitica per darsi all'eremitaggio. Scelse come sua sede il passo di Etzel, poco a nord del lago di Zurigo, dove si ritirò portando con sé una statua della Vergine che gli era stata regalata da Ildegarda, badessa di Zurigo.

Nel breve volgere di pochi anni la fama della sua santità attirò sulla montagna folle sempre crescenti di fedeli. Tanto numerosi erano i visitatori, che Meinrado preferì trasferirsi in un luogo ancora più isolato, inseguendo il suo sogno ascetico fino ad una capanna isolata nei boschi di Einsiedeln, ove rimase per venticinque anni sino alla morte, avvenuta in circostanze sulle quali, una volta tanto, tutte le fonti sono pressoché concordi.

Meinrado, fin dai tempi del suo soggiorno sul passo di Etzel e in misura minore tra i boschi di Einsielden, aveva sempre ricevuto dai fedeli che lo venivano a visitare numerosi doni, che egli si affrettava a devolvere ai poveri e agli ammalati. Ciò aveva però alimentato numerose dicerie su un presunto tesoro che, si diceva, il santo eremita nascondeva nella sua umile capanna, e inevitabilmente questo "tesoro" finì con l'attirare le attenzioni di qualche malintenzionato.

Fingendosi pellegrini, due vagabondi dediti a ruberie di ogni genere bussarono un giorno alla sua porta, e dopo avere da lui, secondo il suo costume, ricevuto ospitalità lo assalirono a colpi di bastone; nel tentativo, vano, di farsi indicare il nascondiglio del tesoro, essi infierirono su di lui fino a ucciderlo. Sfortunatamente per loro, qualche anno prima Meinrado aveva salvato da morte sicura due giovanissimi corvi il cui nido era stato attaccato da uno sparviero, e i due animali si erano affezionati a lui al punto di non lasciarlo mai solo. Le povere bestie, vista la misera fine del loro protettore, attaccarono senza esitazione gli assassini, e seguitarono a tormentarli inseguendoli fino a Zurigo, dove attirarono su di loro le attenzioni delle autorità, che li processarono e li condannarono al rogo.

Considerato "martire dell'ospitalità", Meinrado è sempre rappresentato in compagnia dei suoi amici pennuti, i quali figurano anche nello stemma di Einsielden. La Chiesa cattolica lo ricorda nel giorno della sua morte, che avvenne il 21 gennaio dell'anno 861.


IL FRANCOBOLLO



Emesso dal Vaticano
il 28 febbraio 1961
nell'11° centenario
della morte

Dentellatura 14
Yvert 316

IL SANTINO