pagina inizialegli autorifilatelia religiosale rubrichesanta pazienza
 
beato pio ix
torna a

Santa Pazienza




Passato alla storia come l’ultimo “papa re”, e come tale spesso gratificato di epiteti a dir poco irriverenti dalla retorica popolare dei suoi stessi ex sudditi, Giovanni Maria Battista Pietro Pellegrino Isidoro Mastai Ferretti fu in realtà, soprattutto se confrontato ai suoi immediati predecessori sul soglio di Pietro, un papa e un monarca illuminato e progressista.

Rampollo di una nobile famiglia di Senigallia che già contava diversi prelati e dignitari vaticani e impegnato fin dai primi anni di sacerdozio nella gestione di opere caritatevoli come il "Tata Giovanni", un ospizio per i ragazzi abbandonati che ricevevano un'educazione, un'istruzione e imparavano un mestiere, fu sempre ben visto dalle gerarchie vaticane, che gli affidarono spesso missioni delicate nonostante la giovane età.

Dopo un periodo passato in Cile con una legazione papale, a soli 35 anni fu nominato vescovo di Spoleto, dove si trovò ad affrontare prima i moti insurrezionali del 1831 e subito dopo le conseguenze del terremoto del 1832. In entrambe le occasioni diede mostra di notevoli capacità di mediazione e di organizzazione, che gli valsero la riconoscenza dei cittadini, il rispetto degli avversari e la stima dei superiori… i quali lo ricompensarono affidandogli la turbolenta diocesi romagnola di Imola.

Anche qui svolse il suo compito con perizia, tanto da guadagnarsi una fama di “liberalità” che qualche anno più tardi indurrà l’ambasciatore francese presso la Santa Sede a salutare la sua elezione a papa con le parole: “Il Papa è fatto, ed è liberale…”

Asceso al soglio papale nel giugno del 1846, i primi due anni del suo pontificato furono caratterizzati da notevoli aperture liberali, tra cui l’amnistia per i reati politici decretata subito dopo l’elezione e la creazione, l’anno successivo, della Consulta di Stato, l’apertura ai laici nel governo vaticano, la libertà di movimento per gli ebrei e quella di circolazione per i giornali. All’inizio del 1848, anche sotto la pressione dei moti rivoluzionari che si andavano manifestando un po’ in tutta Europa, arrivò anche a concedere lo Statuto Fondamentale pel Governo Temporale degli Stati della Chiesa, vera e propria costituzione laica.

La proclamazione della Repubblica Romana lo costrinse tuttavia, travestito da semplice prete, ad abbandonare l’Urbe per rifugiarsi a Gaeta, nel Regno delle Due Sicilie. A permettergli di rientrare a Roma fu il corpo di spedizione francese messogli a disposizione da Luigi Napoleone, che tanti anni prima a Spoleto l’allora vescovo Mastai Ferretti aveva aiutato a sottrarsi all’arresto da parte degli austriaci.

Tornato a Roma abolì alcuni dei provvedimenti liberali che avevano caratterizzato i primi anni del suo magistero, rimanendo però sempre amato dai romani, anche perché in pochi anni riuscì a risollevare la disastrosa situazione economica seguita all’esperienza della Repubblica Romana, inaugurando una stagione di grandi opere, tra le quali la bonifica di gran parte dell’Agro Pontino. Decise anche di spostare la residenza papale dal Quirinale al Vaticano, e proprio in Vaticano, definendosi “prigioniero dello stato italiano” dopo la presa di Roma da parte del generale Cadorna del 1870, terminerà il papato più lungo della storia dopo quello di Pietro: 31 anni, 7 mesi e 23 giorni.

Anche nella vicenda della Breccia di Porta Pia, nonostante il livore anticlericale che lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni, arrivando a turbare perfino la traslazione della sua salma nella basilica di San Lorenzo in Verano (e quindi fuori dal Vaticano), Pio IX dimostrò tutte le sue capacità di mediazione, arrivando ad ordinare una resistenza armata solo formale, giusto quel tanto che rendesse evidente la violenza della quale era oggetto lo stato pontificio, ma senza provocare eccessivi spargimenti di sangue; obbiettivo raggiunto, se si pensa che la conquista di una città come Roma vide meno di 70 caduti in combattimento.

Morto il 7 febbraio 1878, è stato beatificato da Giovanni Paolo II nel 2000.

IL FRANCOBOLLO



Emesso dal Vaticano
il 9 maggio 1978
nel centenario della morte

Yvert 655
Dentellato 13¼ × 14

IL SANTINO