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Santa Pazienza




Le notizie che abbiamo su Porfirio di Gaza sono poche, ma attendibili: provengono infatti da una fonte a lui molto vicina, un tale Marco che fu diacono a Gaza sotto il suo magistero vescovile, e sono attestate già pochi anni dopo la sua morte.

Le abbiamo ritrovate, efficacemente riassunte, anche al verso del nostro santino, che tale non è nel senso stretto del termine in quanto si tratta di un’immagine riprodotta in un calendario del 1937: di qui l’indicazione del giorno (venerdì) riportata in basso a destra, inusitata in un santino, ma perfettamente plausibile in un calendario.

Di Porfirio dunque, che era nato nel 347, ci limiteremo a fornire la fedele trascrizione del testo trovato nel “santino” di cui pubblichiamo il recto.

Nacque a Tessalonica da cristiana famiglia che gli instillò il timore di Dio e l’amore al bene. A diciotto anni si chiuse in un chiostro dell'Egitto, indi andò in una caverna lungo il Giordano; ove adottò una vita tanto rigida che sarebbe morto se un santo eremita non lo avesse curato, e condotto a Gerusalemme. Rimessosi in salute, andò sul Golgota e mentre pregava, ebbe una visione e vide una mano che lo ungeva con balsamo. Ridiscese a Gerusalemme dove, esaminato dal Patriarca, fu ordinato Sacerdote, ed essendo morto il Vescovo di Gaza, fu chiamato egli a quella sede. Sospinto dalla carità di Cristo, si applicò alle catechesi, ed aiutato da Dio col dono dei miracoli, si levò ardito a combattere pubblicamente gli errori del gentilesimo, atterrò gli idoli ed ottenne successi tali che nessuno osò opporsi; tutti anzi finirono per domandare la grazia del battesimo. Egli ebbe la consolazione di vedere la città di Gaza intieramente rigenerata a Gesù Cristo prima della sua morte che avvenne l'anno 421.

Come spesso avviene quando si tratta di un calendario, questa breve agiografia è preceduta da una massima (Vale più un giorno passato con Dio che mille anni fra le tende dei peccatori) e seguita da una preghiera (Venga il tuo Regno, o Signore, e si dilati sempre più, concedici pertanto sacerdoti santi che vivano nel tuo spirito e sieno ardenti di zelo per la salvezza delle anime). In calce, l’imprimatur concesso il 31 marzo 1923 dalla Curia di Milano nella persona del Can. A. Portaluppi Vic. Gen.

Si tratta, con tutta evidenza, di monsignor Ambrogio Portaluppi, che nel 1922 aveva abbandonato, molto probabilmente per problemi di salute, la sua parrocchia di Treviglio, dove fin dall’ultimo decennio del 1800 si era distinto per il suo impegno apostolico e sociale, ed aveva assunto l’incarico di Vicario Generale dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Achille Ratti, che in quello stesso anno ascese al soglio pontificio col nome di Pio XI. Monsignor Portaluppi morì di lì a poco, il 7 dicembre 1923, e l’anno successivo la città di Treviglio volle intitolargli una via nella zona dove sorgono i cento appartamenti delle “Case Operaie”, costruiti negli anni a cavallo della Grande Guerra proprio su iniziativa dell’allora parroco Portaluppi.

 

IL FRANCOBOLLO



Emesso dalla Bulgaria
il 10 aprile 1976

Yvert 2260
Dentellatura 12 x 12¼

IL SANTINO