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Santa Pazienza




33° vescovo di Roma, e quindi papa, Silvestro fu il primo pontefice di una Chiesa non più minacciata dalle persecuzioni che fino ad allora avevano minacciato la nuova religione. Silvestro fu eletto infatti nel 314, un anno dopo la promulgazione da parte di Costantino dell’Editto di Milano, che accordava ai cristiani anche in Occidente la libertà di culto già riconosciuta in Oriente da Galerio con l’Editto di Serdica (311), solo parzialmente riconosciuto da Massenzio.

Tutto questo avveniva sotto il papato di Milziade, dal quale Silvestro ereditò, oltre alla finalmente raggiunta libertà di culto, anche i problemi legati alle scissioni che si erano generate durante l’epoca buia delle persecuzioni, come la questione donatista, legata alla riammissione in seno alla Chiesa dei cristiani che avevano abiurato la loro fede per avere salva la vita.

La questione donatista era particolarmente sentita dalle chiese d’Africa e di Spagna, e sempre in Africa stava prendendo vigore la predicazione di Ario, che sosteneva l’idea che Gesù fosse stato “adottato” da Dio, negando in tal modo la sua essenza divina, e quindi il dogma della Trinità.

In questo quadro di grossi contrasti, tormentato anche dalla necessità di trovare un giusto metodo di amministrazione delle proprietà tornate in possesso della Chiesa dopo la cessazione delle persecuzioni e di quelle nuove arrivate tramite le donazioni, papa Silvestro, grazie ad una serie di popolarissime leggende, prodotte però nel Medioevo, si trovò ad essere considerato come un vero e proprio “fondatore della Chiesa”, promotore del primo concilio ecumenico di Nicea e artefice della conversione di Costantino il Grande.

La realtà storica rivelatasi in tempi più recenti ha però definitivamente stabilito che sia il concilio di di Nicea fu voluto, organizzato e perfino presieduto dall’imperatore Costantino, che ormai conscio dell’importanza delle religione cristiana nella stabilizzazione dell’impero, mirava a stabilire la supremazia della Chiesa Romana sulle altre fazioni e in particolar modo sugli ariani; allo stesso modo qualche anno prima, durante il papato di Milziade, era stato l'imperatore a volere il concilio di Arles contro lo scisma donatista.

Contrariamente a quanto ritenuto nel Medioevo, anche la conversione di Costantino non fu opera di Silvestro: l’imperatore venne infatti battezzato nel 327 in punto di morte a Nicomedia dal vescovo di quella città, Eusebio, che per ironia della sorte era stato uno dei più ardenti sostenitori di Ario.

A Silvestro viene oggi riconosciuto, come merito principale, quello di avere promosso la costruzione delle grandi basiliche romane, quelle definite “costantiniane” e di avere insieme all’imperatore messo in piedi un sistema di regolamentazione dei rapporti tra Stato e Chiesa che, tra le altre cose stabiliva l'esclusiva competenza dei tribunali ecclesiastici sulle questioni che riguardano la fede, attribuendo agli organismi composti dai vescovi lo stesso potere degli analoghi tribunali dello Stato, sanciva l'esenzione del clero cristiano dai servizi civili e stabiliva il riconoscimento della domenica come giorno festivo sia religioso che civile.

A lui si deve anche l’istituzione del Martirologio Romano, dal quale si deduce che il 31 dicembre non è in realtà il giorno esatto della morte, ma quello della sepoltura: “San Silvestro I, papa, che per molti anni resse con saggezza la Chiesa, nel tempo in cui l’imperatore Costantino costruì le venerande basiliche e il Concilio di Nicea acclamò Cristo Figlio di Dio. In questo giorno il suo corpo fu deposto a Roma nel cimitero di Priscilla”.

Patrono, in ossequio alla sua attività di “costruttore di basiliche”, dei muratori e dei tagliapietre è ricordato e festeggiato dalla Chiesa il 31 dicembre fin dai primi anni dopo la sua morte, avvenuta nel 335.

 

IL FRANCOBOLLO



Emesso dall'Italia
il 5 aprile 2013
per il 1700° anniversario
dell'Editto di Milano

Yvert 3361
Dentellato 13½ x 13
IL SANTINO