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SAn simeone mirovlita
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Santa Pazienza




Considerato il padre della nazione serba, Nemanja era figlio di Zavida Vukanovic, zupan (principe) della Ratska, una regione corrispondente più o meno al Montenegro, nella cui capitale, Ribnica (l’odierna Podgorica) nacque nel 1114.

Stretta tra la potenza economica e commerciale di Venezia, le ambizioni espansionistiche dei re di Ungheria e il potere imperiale bizantino, la penisola balcanica era già a quel tempo divisa e martoriata da guerre intestine, tanto che il principe Zavida, entrato in contrasto con i suoi stessi fratelli, fu costretto a rifugiarsi nella regione costiera della Doclea, abitata prevalentemente da cattolici. Il piccolo Nemanja fu così battezzato da un prete cattolico e assunse anche il nome di Stefano. Il battesimo ortodosso invece lo ricevette alcuni anni dopo, al rientro del padre a Ribnica, dopo che i suoi nemici erano stati a loro volta cacciati dai bizantini.

Divenuto adulto, ottenne anche lui il titolo di zupan, e per diversi anni governò su parte della Serbia, passando da un’alleanza all’altra, a volte in accordo con altri membri della sua famiglia, a volte in contrasto con loro. Anche con l’imperatore bizantino Manuele I Comneno ebbe rapporti altalenanti, venendo da questi sconfitto in battaglia, ma successivamente perdonato e rimesso sul trono in cambio di una promessa di vassallaggio.

Alla morte di Manuele, Stefano si sentì libero dalla sua promessa, e alleandosi prima con l’Ungheria e poi con l’imperatore Federico Barbarossa, che era entrato in contrasto con Bisanzio nel corso della della marcia di avvicinamento a Gerusalemme per la Terza Crociata, riuscì a conquistare larghe porzioni di territorio. E benché finalmente sconfitto dall’imperatore Isacco II, riuscì a restare sul trono, sia pure come vassallo degli imperatori di Costantinopoli, conservando il potere su quello che gli storici considerano il nucleo originario della Serbia moderna.

Anche in campo religioso la sua politica fu abbastanza ondivaga, e benché originariamente cattolico, una volta salito al potere privilegiò, insieme alla cultura serba, anche la religione ortodossa, fino al punto di vietare l’uso del latino nella liturgia proprio ai fedeli della terra dove era stato battezzato. Trattamento ben più duro riservò ai seguaci della setta gnostica del bogomilismo, che trattò alla stregua di eretici, fino a cacciarli definitivamente dal suo regno. Per rinforzare la diffusione della religione fece costruire un gran numero di chiese a monasteri, tanto che l’iconografia lo rappresenta spesso con un modellino di chiesa tra le braccia

Col passare degli anni lasciò sempre più spazio ai figli Vukan e Stefan, che assunsero la guida dell’esercito e del regno, mentre il terzo, Ratko, di temperamento più contemplativo, decise nel 1192 di abbandonare la vita di corte e di farsi monaco sul monte Athos, prendendo il nome di Saba. Quattro anni dopo, cedendo agli inviti di Saba, Stefano abdicò in favore del figlio Stefan, prese il nome di Simeone, e insieme alla moglie Anna abbracciò la vita religiosa.

Si ritirò inizialmente proprio in uno dei monasteri che aveva fatto costruire, per poi riunirsi al figlio Saba sul monte Athos. Insieme, i due si dedicarono alla ristrutturazione dell’antico monastero di Hilandar, donato loro dall’imperatore bizantino. Il lavoro fu ultimato nel 1199, e pochissimo tempo dopo, il 13 febbraio del 1200, Simeone Stefano Nemanja morì mentre era in chiesa a pregare.

Sepolto in una cripta della chiesa principale di Hilandar, il suo corpo iniziò ad emanare un soave profumo di myron, il profumatissimo olio sacro usato nei riti della religione ortodossa, e questo gli valse l’appellativo di Simeone il Mirovlita con il quale è solitamente conosciuto nel mondo slavo. Canonizzato dalla Chiesa ortodossa già pochi anni dopo la morte, è patrono della Serbia.

 

IL FRANCOBOLLO



Emesso dalla Jugoslavia
il 15 dicembre 1992

Yvert 2440
Dentellatura 13¾

IL SANTINO

* Nelle zone di cultura slava dell'est europeo, dove Simeone è principalmente venerato, la tradizione dei "santini" è sostituita da quella delle "icone", piccole immagini di santi dipinte o smaltate su supporto ligneo.