lo spazzacamino







a cura di Gianni V. Settimo

LEO IL BIMBO SPAZZACAMINO
l’ultimo incontro

Lo Spaciafurnel (Spazzacamino) lo vidi venir fuori dal camino come un piccolo “babbo Natale” con la testa nascosta nella caparucia (specie di berretto rosso che gli copriva il capo ed il collo).
Rimasi stupito perché più che un copricapo era un sacco, che non aveva neppure aperture per gli occhi.
Era scomodo, mi spiegò, ma lo doveva indossare, prima di introdursi nella stretta canna fumaria, per proteggersi dalla caligine.
Strisol (esile), era il soprannome di quel bambino-apprendista che, data la sua modestissima mole, veniva fatto salire, su per l’angusto fumaiolo, per raspare via la fuliggine maneggiando al buio - con la sua piccola manina - la spazzola di ferro arrugginita.
Era mingherlino, piccolo di statura ed anche il suo nome era corto, si chiamava Leo.
Dormiva sempre sulla paglia e nelle stalle, perché nessuno avrebbe pensato di offrirgli un letto con delle candide lenzuola.
Il caratteristico "corredo" di quel minuto, tirocinante, spazzacamino era modesto: la raspa (raschiatoio), la brustia (scopino) ed il riss (riccio), un importante attrezzo composto di diverse lame, in ferro, disposte a raggiera, che servivano per raschiare l’interno delle ruvide cavità fumarie.
La squarera, una robusta canna avente in cima il riccio, era usata solamente nei casi di cunicoli, molto stretti, che permettevano l’ingresso solo ai topi.
Ultimi, ma non meno importanti, erano il sach (sacco) che serviva per raccogliere la caluso (fuliggine) e la scala a man (piccola scaletta alta circa 150 centimetri).
Era assieme, allo zio-padrone, che passava sempre in zona, durante la festa tradizionale, al santuario di Miralta (15 agosto).
Leo, avrà avuto otto anni, uno meno di me, e proveniva, come lo zio oncle Grégoire, da Moûtiers un villaggio francese della Savoia.
Conservava, dentro il portamonete (naturalmente senza denaro), una piccola immagine di san Floriano, protettore degli spazzacamini (ancor oggi, patrono dei “Fumisti”), datogli dalla madre prima della sua partenza.
Tornò sicuramente alla sua casa (era l’estate del 1938) carico di nostalgia più che di guadagni.
Ci eravamo promesso, entrambi , di ritrovarci sul piazzale del santuario, ma nell’ estate del 1939, a Miralta , non ci fu permesso l’incontro tanto sognato.

Solamente una nazione scandinava ha emesso un francobollo per ricordare questo ormai scomparso artigiano romantico personaggio d'alcune fiabe e canzoni.

Completare questa tematica sarà facilissimo perché basta procurarsi un solo francobollo di Svezia e precisamente il numero 937 del catalogo Yvert & Tellier, se preferite lo Scott il numero è il 1176, il 957 per il Michel oppure l'879 dello Stanley Gibbons; la possiamo arricchire con il santino che rappresenta il Santo protettore degli spaccamini: San Floriano.