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il musicalista
il personaggio del mese: DICEMBRE 2025
ÉDITH PIAF

IL PERSONAGGIO

In argot, il gergo della piccola delinquenza, delle classi subalterne e degli emarginati di Parigi, la parola piaf indica il comune passerotto… e del passerotto Édith Giovanna Gassion aveva tutto, dal fisico minuto e apparentemente fragile alla maniera di vestire, sempre con colori poco vistosi, dalla testa troppo grossa, eredità di un’infanzia povera e disagiata, al canto melodioso e graffiante.

Era nata, dice la leggenda, sulle scale davanti al portone della casa dove i suoi genitori vivevano nel popolare quartiere parigino di Belleville… sulle scale, assistita da un poliziotto di pattuglia, perché suo padre Louis, anziché andare a cercare aiuto per la partoriente si era perso a bere in qualche bistrot per festeggiare il lieto evento; ma questa è, appunto, una leggenda metropolitana, perché i registri di stato civile dicono che la madre, nota col nome d’arte di Line Marsa, la diede alla luce, il 19 dicembre del 1915 all’ospedale Tenon di Belleville dove, magari, era giunta proprio accompagnata da un poliziotto.

In ogni caso, fin dalla più tenera età la vita della piccola Édith fu tutt’altro che facile. I genitori erano poveri artisti ambulanti che sbarcavano il lunario esibendosi agli angoli delle strade o, quando andava bene, aggregandosi a qualche circo: acrobata contorsionista il padre e cantante la madre, non potendo portare la bimba con loro la affidarono alla nonna materna, di origini nordafricane, anche lei artista circense ormai ritirata dalle scene.

Non era proprio una nonna modello, e un’altra leggenda racconta che riempisse il biberon di Édith di vino rosso “per uccidere i microbi”, anche se molto probabilmente il vino preferiva berselo lei, perché era alcolizzata (come del resto anche i genitori di Édith), ma è senz’altro vero che la bimba trascorse i suoi primi anni di vita tra miserie e privazioni, tanto che il padre, quando tornò a casa dopo un periodo trascorso al fronte per la Prima Guerra Mondiale, la trovò talmente denutrita e rachitica da decidere di portarla via per affidarla alla nonna paterna.

Dall’altra nonna Édith fu trattata un po’ meglio, anche se l’ambiente in cui crebbe era tutt’altro che ideale per una bambina: la nonna era infatti tenutaria di un bordello, e comunque verso i 10 anni il padre la riprese con sé nella sua vita di artista girovago. Ben presto Édith cominciò a esibirsi come cantante, e a 15 anni abbandonò addirittura il padre per fare coppia con un amica conosciuta in un circo. Cantavano agli angoli delle strade, a feste e balli popolari, fino al giorno in cui un impresario, proprietario di un cabaret vicino agli Champs Elysées, colpito dalla voce intensa e graffiante di Édith, non la convocò per un provino, per poi proporle un contratto e un nome d’arte, La Môme Piaf, la bambina passerotto, con il quale nel breve volgere di qualche anno divenne celebre.

Aveva appena 20 anni, e nell’ambiente dei cabaret parigini la sua popolarità crebbe rapidamente, attirando l’attenzione di impresari, musicisti, autori, personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, come il poeta e cineasta Jean Cocteau o il mitico Maurice Chevalier. La consacrazione definitiva fu nel 1937 al music-hall parigino dell’ABC, e subito dopo al celebre teatro di Bobino. Da allora, una canzone indimenticabile dopo l’altra, fu un susseguirsi di concerti a Parigi e tournée in tutta la Francia.

Benché sospettata di collaborazionismo perché durante la guerra aveva continuato a esibirsi nella Parigi occupata dai nazisti, dopo la guerra fu riabilitata per aver sostenuto, approfittando delle sue tournée, la Resistenza francese ed aver contribuito a salvare molti deportati dei campi di lavoro tedeschi.

Personalità e voce della canzone francese fuori dal comune, nel dopoguerra la sua fama dilagò in tutto il mondo, e contribuì a lanciare con successo le carriere di molti cantanti come Yves Montand, Les Compagnons de la Chanson, Charles Aznavour, Gilbert Bécaud o Georges Moustaki, con molti dei quali visse tempestose storie d’amore. Ma l’amore della sua vita fu quello per il pugile Marcel Cerdan, morto nel 1949 in un incidente aereo durante un volo da Parigi a New York, intrapreso proprio per raggiungerla durante una sua tournée negli Stati Uniti.

Le privazioni della sua infanzia, gli stravizi della giovinezza, l’alcol e la morfina che usò prima per i postumi di un incidente stradale, poi per lenire i dolori causati dalla poliartrite reumatoide della quale soffriva, logorarono il suo già esile (era alta meno di un metro e mezzo) fisico, senza peraltro minimamente intaccare la potenza e l’espressività della sua voce, conducendola alla morte il 10 ottobre 1963, a soli 47 anni.

 

LA MELODIA

Una vita breve, quella di Édith Giovanna Gassion, detta Édith Piaf, appassionata, tempestosa e logorante, vissuta tutta di un fiato dalla miseria delle strade di Belleville ai trionfi all’Olympia e alla Carnegie Hall; una vita il cui spirito bene è compendiato nel suo celebre successo Non, je ne regrette rien.


IL FRANCOBOLLO

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