Venne definito “L’ aerostiere fotografo” perché è stato un pioniere dei voli in pallone e della
      fotografia aerea. Era originario di Bazenheid, uno sperduto villaggio contadino del cantone
      di San Gallo. Suo padre gestiva una trattoria con annessa birreria, ma forse per ragioni commerciali
      la famiglia si trasferì nella provincia di Como. 
      Un giorno per puro caso, Spelterini poté effettuare un volo in mongolfiera. Ne fu talmente
      affascinato da interrompere lo studio di cantante lirico al conservatorio di Milano, per dedicare
      il resto della sua vita alle ascensioni in pallone. 
      Come pioniere dei voli ne effettuò 510, trasportando complessivamente 1.273 passeggeri tra
      i quali alcuni personaggi famosi come il Conte Zeppelin. Durante le sue ascensioni furono
      eseguiti esperimenti sulla pressione sanguigna alle grandi altezze e misurazioni fisiche (elettricità). 
      Fu istruttore militare del volo in mongolfiera e raggiunse l’eccellenza nella fotografia
      aerea. In un’epoca in cui soltanto i benestanti
      avevano la possibilità di salire
      su un aerostato e guardare il mondo dall’alto,
      le diapositive di Spelterini erano
      una finestra su un universo nuovo ed
      avventuroso alla quale potevano affacciarsi
      anche le persone comuni. Per la
      gente le sue fotografie erano messaggi
      provenienti da un mondo sconosciuto,
      un mondo che contrastava fortemente
      con il quotidiano della società industriale. 
      Nel 1887 è a Parigi dove acquista il suo
      primo pallone “URANIA” e con questo
      vola nei cieli di Vienna e Leicester
      (GB). L’anno seguente vola su Londra
      e nel 1889 arriva in Russia, dopo aver
      volato su Bucarest. Nel 1890 lo troviamo
      in Egitto per prendere conoscenza
      della situazione africana e progettare
      voli futuri. 
      Nel ritorno dal Cairo si ferma a Napoli
      ed il 28 settembre dello stesso anno sorvola,
      primo al mondo, il Vesuvio. 
      Il 3 ottobre 1898, con il pallone      “WEGA” riuscì a superare per primo
      la catena alpina volando da Sion a
      Besançon salendo a più riprese sopra i seimila metri, scrivendo così una pagina importante
      nella storia dell’aviazione svizzera. A questa grande impresa, seguirono altri voli transalpini
      durante i quali scattò quelle visioni di una bellezza mozzafiato che si possono ammirare nel
      suo volume: “Ueber den Wolken” (“Sopra le nuvole”). 
        
              Nel luglio del 1904 ritorna al Cairo e dalle sue riprese vediamo le Piramidi mai viste prima
        così. Ormai il nostro è una grande celebrità, lo scienziato, l’ufficiale, l’uomo di mondo
        signore dell’aria. Alle sue ascensioni seguono spettacoli/conferenze, perché era un’oratore
        molto dotato che parlava correttamente tedesco, francese, inglese ed italiano. 
        Nel 1911 torna in Africa e nel Transvaal realizza le prime foto aeree delle miniere sud-africane. 
        Murren metri 1.650 (funicolare per Allmendhubel con vista sulla Jungfrau). 
        Rigi-Kulm metri 1750 (nel Cantone di Lucerna, si arriva con la cremagliera). 
        Kandersteg metri 1177 (seggiovia per il lago di Oeschinen, il più bello dei lago alpini svizzeri). 
        
              Le tre località sopra-elencate sono le basi di partenza per i voli di Spelterini. 
        Da quest’ultima il 3 agosto 1913 con il “SIRIUS” e tre passeggeri a bordo dopo aver sorvolato
        le Alpi, causa perturbazioni atmosferiche, atterrò in condizioni precarie ad Alagna Valsesia
        sulle pendici del Monte Rosa. A differenza di Napoli – dove purtroppo non esiste alcun
        documento postale – il secondo volo di Spelterini sul territorio italiano è documentato dalle
        cartoline che il pilota lanciava dal pallone. Le recuperate non furono molte ed è per questo
        che oggi sono considerate piuttosto rare. Portano i timbri di Alagna Valsesia – Domodossola      – La Trinìtà e Varallo. 
        
              Con la Prima Guerra Mondiale la stella di Spelterini comincia a declinare. Lo ritroviamo nel
        1922 al parco di divertimenti di Copenaghen, il famoso Tivoli, dove si esibisce per alcune
        settimane, facendosi anche fotografare davanti al suo pallone, attorniato da curiosi e suscitando
        un’impressione desolante. 
        Quattro anni
        dopo, nel
        1926 l’ultimo
        volo a 74
        anni. Parte
        da Zurigo il
        4 giugno con
        alcuni passeggeri
        a bordo,
        ma durante
        il volo sviene
        e i suoi compagni di
        viaggio riescono
        per
        miracolo a
        fare atterrare
        l’aerostato. 
        Nel 1928 da
        alle stampe
        il libro “Ueber den Wolken” che contiene una selezione delle sue splendide foto... ma i voli
        in pallone non sono più l’ultima frontiera, accanto a dirigibili ed aerei a motore sembrano
        ormai anacronistici. 
        Povero e senza prospettive si ritira con la moglie Emma – sposata a 61 anni quando lei ne
        aveva 26 – nel villaggio austriaco di Zipf a 45 Km. da Salisburgo, dove alleva galline e vive
        con il ricavato della vendita della uova. 
        Muore nel 1931 a 79 anni nella miseria più nera. È sepolto nel cimitero evangelico di Voeklabruck. 
        Il monumento,
        in metallo,
        eretto in suo
        onore a Bazenheid
        nel
        2002 – in
        occasione del
        150° della
        nascita–è      costituito da
        una spirale che
        rappresenta la
        corrente aerea
        che sale verso
        il cielo. 
      
       
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