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La prigionia di mio padre

di Laura PORCIANI

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Sono prigioniero dal 17 Luglio - 1942……. Qui si concluse per mio padre “L’AVVENTURA MERAVIGLIOSA”come la definì lui stesso, a commento della dichiarazione di guerra del Duce, il 10 Giugno 1940.

L'avviso di cattura del Sergente Bruno Porciani

La Croce Rossa era il tramite tra i POW e i loro familiari per tranquillizzarli, mediante l’invio di una CARTOLINA DI AVVISO.
Mia madre la ricevette circa due mesi dopo la cattura.
Nessuno ancora lo sapeva ma, la mancanza di notizie e i lunghi silenzi sarebbero diventati per tutti, militari e civili, la sofferenza maggiore.

I primi mesi dalla cattura furono particolarmente difficili e rischiosi per i continui spostamenti, a piedi, con i treni, con le navi, ecc., per evitare gli attacchi del nemico, ma anche per i forti disagi e per l’assoluta incognita del loro futuro.
Riporto un frammento di carta con tutte le date degli spostamenti, dalla partenza per il fronte al primo campo di prigionia, scritte da mio padre:

Foglio del diaro con annotate le tapper del percorso che dal fronte lo avrebbe portato alla prigionia


Il suo morale era a terra e non si dava pace: L’umiliazione subita per la cattura non lo avrebbe lasciato indenne, ne era consapevole ma non poteva farci nulla.

Dopo circa quattro mesi dalla cattura, arrivato, alla destinazione definitiva nel Campo 61 di Wynolls Hill di Broadwell a Coleford, nella Contea Gloucersterschire, cercò, umilmente e con dignità, di accettare la sorte avversa e di trarne, a sua vantaggio, le varie opportunità che gli si potessero presentare.


Era comunque certo che sarebbe stata una prigionia di breve durata. L’Italia era forte! presto avrebbe vinto la guerra e tutti sarebbero tornati a casa Vincitori!!

I POW erano detenuti nel rispetto della Convenzione di Ginevra ma, raramente, potevano verificarsi casi di maltrattamenti. Il Campo 61 era considerato “tranquillo”.
Il vitto, i servizi, l’igiene, il supporto sanitario, erano più che accettabili e, dopo le ore di lavoro, i POW avevano la possibilità di dedicarsi a varie attività, ludiche, artistiche, culturali, sportive ecc. Questo contribuiva a mantenere la disciplina ed il controllo.

Le attività dei prigionieri nel tempo libero concesso


Essendo un sottufficiale con il grado di Sergente, non era assegnato ai lavori nei campi o nei cantieri. Era Vice Capo Campo e svolgeva varie attività all’interno: gestiva lo spaccio, si dedicava alla “ricreazione” dei compagni, scriveva commedie, allestiva spettacoli e teneva la piccola contabilità dello spaccio interno.

Mio padre, non avendo mai potuto approfondire gli studi, utilizzò parte del suo tempo libero per poterlo fare. Quindi si mise a studiare Inglese, Disegno, Architettura ed altro ancora.
Aveva molte idee e faceva progetti per il suo futuro. Pensava spesso che, al suo rimpatrio, avrebbe iniziato una attività in proprio, con sistemi innovativi, da continuare nel tempo con i figli. La famiglia era sempre al primo posto dei suoi pensieri, e volle dedicare, alla sua cara mamma, una piccola cappella allestita nel refettorio. Nel refettorio allestì anche un piccolo teatro per spettacoli di vario genere.

 

Fronte e retro della fotografia della Cappella nel refettorio


Non si pensi con questo che i prigionieri fossero in vacanza. I problemi di convivenza stretta non erano cosa da poco. Il lavoro e la disciplina erano pesanti, era loro vietato di avere contatti con la cittadinanza, anche se alle ragazze gli italiani erano molto simpatici. Il “doppio filo spinato” era opprimente, la salute spesso precaria, l’attesa del rimpatrio, era sempre più insopportabile.

Per mio padre, l’anno “della sua guerra” stava per finire, ed era il suo secondo Natale lontano da casa. Nonostante il suo forzato ottimismo dalle lettere traspariva, molto bene, la nostalgia per la famiglia. Inoltre, sebbene fossero passati cinque mesi dalla sua cattura, ancora non aveva ricevuta nessuna notizia da casa.

La cartolina del Sergente Bruno Porciani con gli auguri di Natale 1942, alla famiglia


Il tempo nel Campo passava lento e tutto eguale, il calendario aveva voltato di nuovo pagine per un altro anno e le notizie dal Fronte, e non solo, si facevano sempre meno tranquillizzanti.
Molte sono le sue lettere accorate e colme di angoscia sapendo che Livorno era stata bombardata più volte.

Lettera N° 22, Inghilterra 29.5.1943, dal Campo 61
(arrivata a Quercianella il 14.7.1943)

 

28 Giugno 1943 – Italia: Pesante bombardamento Americano su Livorno.

27 Luglio 1943 – ore 0:27: Bombardamento inglese su Livorno.

 

Inghilterra 8.8.1943 dal Campo 61

Mio padre continuava a scrivere, come al solito, una lettera alla settimana non riuscendo più, ormai, a controllare il suo stato d’ansia per l’attesa di una risposta. E’ stato per ventuno lunghissimi mesi senza avere nessuna notizia da casa.