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Le "rosse" di Bari

di Sergio De Benedictis (AICAM)

(seconda parte)

Riprendiamo l’illustrazione delle nostre di Bari e come dichiarato in chiusura del precedente articolo lasciamo il periodo del “regime” per entrare nella repubblica nascente.

Come tutti i passaggi storici anche questo ha visto alcuni anni di confusione e di assestamento che nel settore delle affrancature meccaniche si è tramutato in una prima corsa non ufficiale all’eliminazione dei segni che potevano ricordare gli “sciagurati” avvenimenti appena conclusi: in particolare i fasci posti lateralmente al punzone e l’anno EF dal datario.

Per far ciò era necessario spiombare la macchina affrancatrice e nella foga del momento la cosa fu fatta anche privatamente ed in maniera “artigianale” senza ricorrere ai tecnici delle case produttrici.

Più semplice l’operazione sull’anno in quanto il datario era a caratteri mobili, mentre l’uso effettivo di uno scalpello, da cui il termine, ha portato ad avere impronte “scalpellate” in vario modo.

L’affrancatrice è una SIMA Italia Anno X a valori componibili
con “cifre tonde grandi”.
fonte http://robidic.webs.com/ di Roberto Di Casola

Il periodo delle “scalpellate” si concluse in pochi anni anche se non mancarono le eccezioni come in questa impronta che sopravvisse sino alla fine del 1951.

L’Italia del dopoguerra non vedeva l’ora di ripartire e il motore fu l’economia e le sue industrie.

A Bari, città dedita al commercio e da sempre proiettata verso l’Oriente, da molti anni era sorta la Fiera del Levante che aveva dato un forte impulso all’economia della città.

Dalla prima edizione che risale al 1930 ha operato ininterrottamente sino ai giorni nostri con una breve pausa nel periodo bellico dal ’40 al ’46.

Qui l’affrancatrice è per entrambe una FRANCOTYP C con punzone a tre cifre “gotiche”, ma solo nella seconda compare nel datario l’anno EF.

Nell’impronta è riportato il simbolo che, ideato dall’artista fiorentino Thayaht, al secolo Ernesto Michahelles (1893-1959), è da sempre legato alla manifestazione e alla città di Bari: la caravella.

La Fiera vista dal lato del suo ingresso “monumentale”

Ripresa la sua attività a pieno ritmo si è poi sviluppata e ramificata in fiere sempre più specialistiche non necessariamente limitate al periodo di settembre. Al pari abbiamo anche uno sviluppo temporale delle affrancature meccaniche utilizzate.

Impronta con disposizione combinata “datario+utente+punzone”
Datario con cerchio esterno completo e cerchio interno parziale

A seguire impronte che potremmo classificare tra quelle impresse da macchina POSTALIA che presentava sempre una cornice con doppia linea intorno a punzone e datario. Il condizionale è d’obbligo in questi casi in quanto le macchine, nella loro evoluzione sino al periodo in questione, hanno seguito esattamente i modelli della FRANCOTYP. Infatti il nome fu mutato dalla AUDION, prima distributrice delle FRANCOTYP in Italia, quando, in periodo regno, fu vietata l’importazione di macchinari esteri e il cambiamento le servì per smaltire sotto questo nome le sue giacenze.

Come si può notare, la differenza è sostanzialmente nei fregi laterali del punzone

Gli incentivi statali, attraverso la Cassa del Mezzogiorno, avevano come obiettivo quello di favorire gli investimenti al Sud di imprenditori del Nord. Abbiamo qui di seguito impronte che attestano quanto detto.

 

La Bianchi ancora oggi sinonimo di bicicletta in Italia


Il fondatore Edoardo nel 1888 trasformò i velocipedi dell’epoca nel moderno mezzo abbassando la posizione del pedali, riducendo il diametro della ruota anteriore e adottando la catena di trasmissione nel movimento.

La Casa Farmaceutica Angelini di cui sicuramente conoscete l’antipiretico Tachipirina ed il disinfettante Amuchina
La Ditta Zanoletti attiva nel commercio dei prodotti siderurgici

A proposito di siderurgia l’impronta successiva ci ricorda come vicino Bari, in pieno dopoguerra, era sorta e si era sviluppata la più grande Acciaieria privata del Sud Italia, la A.F.P.

Impronta della sede commerciale in Bari

Al suo interno, oltre ad un forno Mannesmann per la fusione e produzione dell’acciaio ed un laminatoio ad altissima capacità, vi era una fonderia, costruita su brevetto sovietico, a quel tempo innovativa perché alimentata a metano. È in questa Azienda che ho mosso i miei primi passi lavorativi dopo la laurea e il ricordo mi è caro.
Ma passiamo a mostravi anche realtà commerciali nate direttamente al Sud, alcune qui in Bari ancora operanti.

SICA, industria dolciaria
Peroni, la bevanda preferita dai baresi.
Con il suo marchio è ormai presente in ogni parte del mondo
Questo lo stabilimento citato in impronta
La Ditta Favia, cartiera e tipografia.

E se parliamo di carta non possiamo dimenticare quella stampata e quindi un altro simbolo della città: la Gazzetta del Mezzogiorno.

Sullo sfondo la sede nello storico palazzo, ora abbattuto, nella piazza della Stazione Centrale

Così come avevamo iniziato lo scorso articolo, concludiamo con alcune impronte in periodo repubblica del Comune di Bari.

Anche con queste impronte possiamo osservare l’evoluzione e il cambiamento di macchine affrancatrici da parte di un utente, in questo caso il Comune. Le ultime due macchine facilmente identificabili in questo caso, in quanto ritroviamo sigla e matricola di lato al punzone: trattasi della stessa macchina, una Pitney Bowes, marchio storico statunitense, modello 5000-OR entrata in uso l’11 dicembre 1967, commercializzata in Italia dalla Ditta Virginio Svidercoschi di Milano.

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