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  Il tragitto postale di due lettere per Chiusi negli anni 1833-34
di Roberto Monticini e Paolo Saletti

 

Il 26 settembre 1833 il Tribunale di Anghiari invia la nota dei Forestieri per i quali è stato emesso il precetto di sfratto dal Granducato ed invita il Vicario Regio di Chiusi a comunicare ai Capi di Polizia che venga impedito il loro rientro nel Granducato dai Posti della Frontiera.
Simone Bindi, bracciante con moglie e figli, è colpito dall’ingiunzione come Forestiero poiché domiciliato a Carsuga, piccola frazione di Citerna ai confini con Anghiari, appartenente allo Stato Pontificio.
La lettera partita da Anghiari raggiunge Arezzo e prosegue per l’ufficio di posta di Lucignano, che smista ed instrada tutta la posta destinata nel senese, così la lettera, passando per Siena e percorrendo poi la Regia Postale verso San Quirico, raggiunge Radicofani il 2 ottobre, l’ufficio appone il proprio bollo datario sul fronte della stessa cosicché poi possa raggiungere Chiusi ed essere da lì ritirata dal Procaccia di quella Comunità.

All’epoca il Compartimento aretino includeva la maggior parte della Val di Chiana e da questo dipendeva anche la Cancelleria di Sarteano che comprendeva le comunità di Chianciano, Cetona e della Città di Chiusi (1). Chiusi non potendo vantare un proprio ufficio di posta scelse che le sue corrispondenze transitassero per Radicofani e fossero gestite da un Procaccia con periodicità bisettimanale; “…come ci conferma una lettera del 27 febbraio 1815 in cui la Direzione di Siena informa la Soprintendenza di quanto deciso da quella Magistratura Comunitativa: - …Nella parità del caso se la Comune di Chiusi, impedita di andare a Montepulciano preferisse S.Quirico alla via che tiene adesso di Radicofani, è vero che sfuggirebbe i fiumi, e le montagne di Radicofani, ma all’opposto soffrirebbe una maggior lunghezza di strada e i dispacci Governativi per alcuni Luoghi sottoposti al suo Vicariato resterebbero ritardati di otto giorni…” (2) , quindi è per questa via che la lettera giunse a destinazione.
Il percorso è complesso e non certo breve, ma i 6 giorni occorsi per raggiungere Radicofani sono risultati comunque troppi anche per quell’epoca: forse la stagione quell'anno era stata particolarmente piovosa ed il tempo occorso per il tragitto può esserne quindi stato ritardato.



Anche quest’altra lettera ha raggiunto Chiusi transitando per Radicofani.


Spedita da Pietrasanta il 12 febbraio 1834 (3)è stata instradata per Pisa, ha raggiunto Firenze, poi attraverso la Regia Postale, ha raggiunto San Quirico attraverso Siena e prosegue quindi per Radicofani sua destinazione finale dove giunge, giusto il bollo datario apposto sul fronte, il 26 di febbraio. Questa volta i giorni impiegati sono 14, ma non solo il tragitto è più lungo siamo anche in febbraio che è il mese statisticamente più freddo dell'anno.


 

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S. Chieppi, R. Monticini in “Uffizi di Posta in Toscana”, Editoriale Olimpia, Roma 2002.
G. Pallini, P. Saletti in “I Corrieri del Mangia”, Editrice DonChisciotte, San Quirico d’Orcia 2003.
La lettera non è in nostro possesso, l'immagine è stata acquisita dal pubblico sito d'aste on-line Ebay, diamo per acquisito che la data segnata a matita sul fronte della lettera sia corretta.