pagina iniziale "arezzo"            le schede            gli aggiornamenti             il postalista
 
  L'Ufficio Telegrafico di Arezzo in Piazza della Posta vecchia
di Roberto Monticini

PERCORSO: Posta lettere > L'Ufficio di Posta di Arezzo > questa pagina

Ultimo aggiornamento 29/04/2018:
Lettera dell'11 maggio 1860, diretta al Ministro Telegrafico Luigi Bacchetti
Lettera Assicurata del 16 febbraio 1918, dalla Segreteria di Stato di Sua Santità (Cardinale Gasparri) al Capo Ufficio Censura Telegrafica di Arezzo

Telegrafia. "Sistema di comunicazione a distanza ideato da Samuel Finley Morse nel 1837 mediante la trasmissione di impulsi elettrici su un circuito dedicato, utilizzando un alfabeto convenzionale in cui ogni lettera è rappresentata da una determinata sequenza di impulsi brevi e/o lunghi. La prima linea telegrafica fu inaugurata il 24 maggio 1844 fra Washington e Baltimora; la prima in Italia nel 1846 fra Livorno e Firenze. Nel regno d’Italia il telegrafo ebbe un’amministrazione propria, dipendente dal Ministero dei lavori pubblici, fino al marzo 1889, quando confluì nel nuovo Ministero delle Poste e Telegrafi. In alcuni Stati sono stati emessi in passato appositi formulari preaffrancati per la stesura dei telegrammi e speciali francobolli per il pagamento delle tasse telegrafiche. Con l’affermarsi del telefono e l’introduzione dei servizi telex e fax, gestiti dagli stessi uffici telegrafici, ha finito per essere utilizzato solo dalle autorità per messaggi ufficiali, naturalmente in franchigia; per questo, e per il deficit di gestione che ne deriva, alcuni Paesi l’hanno da tempo dismesso" (1).

Piazza della Badia. Per avere un’idea più reale di quello che rappresentava la posta, leggiamo in «Immagine di Arezzo», ciò che Monsignor Tafi inserisce nella descrizione di quella che era la Piazza della Badia, chiamata ancora oggi Piazza della Posta Vecchia: «Dal seicento all'ottocento vi ebbero la loro sede le Poste Granducali, un avvenimento settimanale richiamava l'attenzione di tutta la città: l'arrivo della posta da Firenze. Una lunga sfilata, talora anche di sessanta carri tirati da vigorosi cavalli e da muli stava per giungere; saputa l'ora dell'arrivo una vera folla di aretini curiosi e sfaccendati si recava ad incontrarli lungo la via di S.Leo, fino alle Carcerelle, per essere i primi a conoscere le ultimissime notizie» (2).

La posta si consegnava e si ritirava dalla finestra, come possiamo vedere proprio in una immagine dell’ufficio di posta di Arezzo, dove una parte dell’inferriata non era sbarrata per permettere il passaggio di mano delle corrispondenze.

Nell'immagine si può osservare che la finestra occupava quella che oggi è l'entrata con accanto l'ingresso dell'ufficio postale, il muro, sulla destra, era quello dell'edificio che ospitava le stalle regie.

Le due immagini successive mostrano l'ingresso dell'ufficio postale, a destra della porta principale, mentre sulla sinistra quello dell'ufficio telegrafico.


Piazza Principe Amedeo, oggi Piazza della Badia, conosciuta anche come
Piazza della Posta Vecchia

Il telegrafo venne installato ad Arezzo nel 1854 ed aveva la sua sede provvisoria nei locali della Badia, nei primi anni erà in attività solo nelle ore diurne (3).

Di seguito è riprodotta la pianta con la dislocazione degli uffici al primo ed al secondo piano nel palazzo della Badia di Arezzo:

1899 – pianta dell’ufficio telegrafico (gentilmente fornita da Luigi Armandi)


Lettera diretta al Ministro Telegrafico Luigi Bacchetti
spedita da Grosseto l'11 maggio 1960 per Pistoia, vi giunge il 12 maggio, reindirizzata poi ad Arezzo dove perviene il 14.


dalla Segreteria di Stato di Sua Santità (Cardinale Gasparri)
al Capo Ufficio Censura Telegrafica di Arezzo
lettera assicurata per £ 50 del 16 febbraio 1918
tariffa di c. 60 (lettera c. 20 + Assic. c. 15 + Raccom. c. 25)


Altre testimonianze dell'Ufficio Telegrafico di Arezzo gentilmente fornite da Luigi Armandi:

da L'Appennino del 1908


da La Provincia del 1909

Modulo telegrafico del 28 settembre 1859, redatto e recapitato al destinatario dall'Ufficio di Arezzo, che lo aveva ricevuto da Firenze. Lo stemma del modulo è quello granducale che era stato appositamente tagliato in quanto l'ufficio utilizzava ancora i vecchi moduli, che invece sarebbero dovuti essere già stati sostituiti con i nuovi recanti lo stemma sabaudo (come li aveva già adottati l'U.P. di Siena) in quanto in periodo di Governo della Toscana:

scarica il documento in PDF >>>

 

Riferimenti:

1) - dal sito dell'Accademia Italiana di Filatelia e Storia postale, il 31-03-2017).
2) - A. TAFI, Immagine di Arezzo, Città di Castello 1978, pp. 349-350.
3) - Roberto G. Salvadori, Arezzo ieri (XVIII-XIX secolo), Firenze, 1999, Centro editoriale Toscano - Nella nota: Cfr. ASAr, MCG, 31, c. 160r; Atti magistrali, 31, cc. 85rv e 824rv. - ASAR, MCG, 36, c. 83v; MCG, 44, cc. 226r-227r.

 

23-04-2017 - Inserito riferimento di Roberto Salvatori.
06-04-2017