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  Castiglion Fiorentino, le famiglie Tavanti e Fazzuoli
di Giuseppe Alpini

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Note in relazione ad una lettera spedita da Pistoia da Marcello Comparini a Giuseppe Tavanti di Castiglion Fiorentino.

da Pistoia a Castiglion Fiorentino, lettera d'un foglio del 4 marzo 1838 - tassata per 2 crazie a carico del destinatario - (Collezione Enrico Bettazzi)

La lettera spedita da Pistoia a Castiglion Fiorentino ci permette di fare delle riflessioni sulle circostanze che nel passato potevano far incrociare i destini di persone la cui vita si svolgeva lontano l'una dall'altra e, nello stesso tempo, di richiamare alla memoria le vicende familiari di alcune Famiglie che, almeno in Val di Chiana e non solo, hanno rivestito ruoli importanti: Tavanti, Fazzuoli.

Agli inizi del '700 i Tavanti di Policiano, una frazione alle porte di Arezzo, erano una famiglia modesta che viveva col mestiere di “barocciaio”.
Giovan Battista Tavanti che aveva sposato una Dini del Casentino pensò bene far studiare i figli Angelo e Benedetto.
Sappiamo che il primo, che era nato nel 1714, studiò inizialmente nel Seminario di Arezzo, poi proseguì gli studi a Firenze presso i Padri Scolopi ed infine studiò diritto a Pisa dove si laureò.
Dopo aver conseguito la laurea si trasferì a Roma e si specializzò “Nel modo di reggere i popoli ed amministrare le rendite”.
Rientrò quindi a Firenze dove, nel frattempo, avevano iniziato a regnare i Lorena e venne chiamato dal Conte di Richecourt, che reggeva il Granducato per conto del Granduca che preferiva vivere a Vienna, a ricoprire l'alto incarico di Segretario del Consiglio. Questa data segnò per Angelo Tavanti l'inizio di una brillante carriera nel governo granducale soprattutto quando salì sul trono Pietro Leopoldo del quale, per anni, fu il consigliere e ministro più ascoltato.

L'apporto del Tavanti fu determinante, per esempio, nell'abolizione del Tribunale dell'Inquisizione, nell'abolizione dei monopoli e delle privative che intralciavano i commerci, nella riforma del Catasto e del sistema delle Dogane.

Di I, Sailko, CC BY-SA 3.0 (1)

Angelo Tavanti morì dopo 35 anni di servizio pubblico nell'anno 1781 ed il figlio del “barocciaio” venne sepolto in Santa Croce fra i grandi e dove il fratello Benedetto gli fece innalzare un fastoso monumento.

Benedetto Tavanti aveva le sue buone ragioni per essere riconoscente ad Angelo che, pur non avendo avuto figli, non aveva trascurato gli interessi di Famiglia. Avvalendosi del suo ruolo Angelo aveva procurato a Benedetto un lucroso incarico all'interno del sistema delle Fattorie Granducali in Val di Chiana. Per questo motivo Benedetto aveva scelto come nuova residenza Castiglion Fiorentino per essere vicino alle proprietà del Granduca nella cui amministrazione si rivelò molto abile e privo di scrupoli come leggiamo nelle memorie dello storico castiglionese Giuseppe Ghizzi:
Da molte notizie , tradizioni, lettere e fogli di quel tempo si sa come (Angelo) teneva informato il fratello in Castiglione per dire a quello e a quell'altro incanto di beni e fattorie e in Val di Chiana e col di lui appoggio facilmente gli riusciva di ingrandire il patrimonio.
Faceva conto anco della mobilia riguardante Palazzo Pitti da dove mandava ad abbellire la casa di Castiglione e regalarne qualche cliente e di una grossa lite Beroardi – Tavanti agitatasi dal 1770 al 1776 si desume mediante il reclamo: 'Informazione confidenziale per S.A.R. -di che nell'inserto – la spogliazione fatta dal Signor Benedetto Tavanti a carico del Signor Simone Beroardi per il di lui patrimonio di Anghiari, il qual Beroardi, leso, erasi ridotto a non avere chi più in Toscana lo difendesse dalla prepotenze di Benedetto Tavanti per causa di non dispiacere al Ministro!
”.

Benedetto Tavanti aveva sposato Maria Nucci e dal matrimonio erano nati Giovan Filippo, Bernardo ed Anton Domenico. Quest'ultimo, sposato con la nobile Lucrezia Corazzi di Cortona, assicurerà la continuità della dinastia dei Tavanti: i figli Giuseppe e Luigi, sposeranno rispettivamente Giulia ed Anna che erano le ultime discendenti della Famiglia Fazzuoli sempre di Castiglion Fiorentino.

Chiesetta di Badia Roccavo dove è sepolto Anton Domenico Tavanti - (immagini dell'autore)

Anche i Fazzuoli erano giunti in Castiglion Fiorentino provenendo dal contado di Arezzo e precisamente da Pieve San Giovanni.
Il primo, Sandrino, esercitò il mestiere di fornaio anche per pubblica utilità e fece fortuna.
I suoi figli figurano infatti l'uno capitano, l'altro canonico. Sandrino, tuttavia, non cessò mai di fare il pane e morì con la sua arte.

I nipoti di Sandrino mutarono arte e misero su una farmacia. Il loro padre, Domenico, non esercitò alcun mestiere poiché “non ne aveva bisogno avendo addetti alla milizia e preti in casa”.

Nell'anno 1769 i Fazzuoli vennero iscritti, dietro il pagamento di trenta scudi, al secondo grado della nobiltà e fu in questo periodo che si impegnarono nella manutenzione della Chiesa del Rivajo della quale ebbero cura per qualche decennio come attestato da numerose iscrizioni collocate sotto il portico di detta chiesa.

I Fazzuoli furono molto attenti alla politica matrimoniale e fecero sposare una loro sorella con il ricco dottor Domenico Becci che alla sua morte la lasciò erede universale. Sulla base di questa eredità il già cospicuo matrimonio dei Fazzuoli aumento notevolmente.

L'interesse per le chiese nascondeva, tuttavia, un secondo fine meno nobile, come ci viene testimoniato dal Ghizzi:
Non è da tacere che se da un lato i Fazzuoli si mostrarono pii, dall'altro miravano ad ingrandir se stessi proteggendo, spingendo e maneggiando le amministrazioni pubbliche in modo da influire col godimento privato ed alla spicciolata in concorso d'altri”.

Il tenente Domenico ebbe cinque figli e con lui la famiglia raggiunse il culmine della sua potenza socio-economica.
Di questi cinque figli solo due si sposarono dando luogo a due rami distinti. Gli altri tre vennero indirizzati alla carriera ecclesiastica: uno entrò nei Vallombrosani, un altro era sacerdote secolare e dalla villa dell'Apparita di Castiglione maneggiò negli affari. Il terzo era diventato Amministratore Regio del Patrimonio Ecclesiastico della Diocesi di Arezzo, un ruolo molto strategico in tempo di soppressione degli Ordini religiosi e della vendita dei loro beni.
Sulla base di questi interessi il Fazzuoli strinse amicizia con Benedetto Tavanti e “passarono per prepotenti a tal punto che il Presidente del Buon Governo scrisse al Vicario di Castiglion Fiorentino perché tenesse sotto sorveglianza sia il Fazzuoli, sia il Tavanti perché non turbassero la quiete pubblica”.
Due dei cinque figli di questo Fazzuoli, Gian Gaspero e Costanza, avevano dei problemi e, per questo motivo, alla morte dei genitori, passarono sotto la tutela di Giuseppe Tavanti che aveva sposato Giulia Fazzuoli e nella sua qualità di tutore ne curava gli interessi.

Giuseppe ad un certo punto pensò di dar moglie a Gian Gaspero detto “Balacco" “per continuare il nome e gli procurò moglie in Sansepolcro nella persona di tal Giuditta Luzzi, dama assai brutta!”.

La lettera spedita da Pistoia da Marcello Comparini riguarda solo indirettamente il Tavanti. Essa fa riferimento agli interessi dei suoi pupilli Fazzuoli senza fornirci indicazioni al riguardo, indicazioni che dovevano essere chiare agli interessati.
Il Comparini si rivolge a Giuseppe Tavanti affinché gli venga incontro e garantisca per lui, nei confronti del Camerlengo del Seminario, che minacciava di portarlo in tribunale se non avesse fatto fronte ai suoi impegni.
Il Comparini era un procacciatore di affari anche se, a mio giudizio, non era dotato di buon acume. Infatti già nel 1819 la Gazzetta di Firenze riportava un avviso fatto da un certo Ricci di Livorno in quanto erano andate disperse due cambiali a firma del Comparini per una transazione di fave. Una cambiale rispondeva al valore di mille lire, l'altra al valore di millecinquecento.

Il Comparini in tempi precedenti sicuramente era entrato già in rapporto con qualcuno dei Fazzuoli, (verosimilmente con quello che amministrava i beni ecclesiastici) e in quell’occasione magari gli aveva fatto intravedere anche possibili guadagni, profitti che forse motiverebbero la ragione di quegli accordi sottoscritti e rogati dal notaio castiglionese Carnevali, in seguito ai quali il Comparini si era impegnato a pagare un canone alla Curia.
Probabilmente si sarà trattato di qualche immobile in possesso al Seminario di Arezzo, ma posto nei pressi di Pistoia per il quale, si intuisce dallo scritto del Comparini, lo scrivente, sollecitato dal Fazzuoli, aveva firmato una garanzia.
È probabile che questa proprietà sia passata dal Seminario alla famiglia Fazzuoli e, per eredità, il canone spettasse in parte anche a Gian Gaspero.

Peccato non poter avere a disposizione altra corrispondenza per conoscere come siano andate a finire queste diatribe, ma… forse è meglio così!

Al fine di completare il quadro di questa Famiglia va aggiunto che un altro Fazzuoli si era distino nell'amministrazione pubblica e si era occupato della politica di manutenzione dei fossati nel Pisano.

L'altra lettera indirizzata a Carlo Fazzuoli riferisce un episodio concernente il suo rapporto commerciale con un negoziante di tessuti di Livorno.

da Livorno ad Arezzo, lettera del 5 luglio 1793, diretta a Carlo Fazzuoli - (dal web)

Carlo Fazzuoli aveva comprato del tessuto e aveva inviato al venditore il corrispettivo a lui spettante. Trascorso un po' di tempo, visto che il commerciante non accusava ricevuta, il Fazzuoli, coglie, a pro suo, l’occasione e gli scrive, ma… non perché veramente interessato alla “ricevuta”, piuttosto per promuovere la vendita di una sua pubblicazione dal titolo “Degli Uccelli”, sulla quale infatti chiede un pronunciamento personale al livornese.

Quest'ultimo, non volendo perdere il cliente, non se la sente di dirgli la verità, ovvero che l’opera non valeva nulla e perciò cerca egualmente “con rincrescimento” di scoraggiarne l’iniziativa rispondendogli che forse il prezzo da lui richiesto era un po' alto rispetto ad una pubblicazione analoga che era già in vendita in città.

Gli anni scorrono, cambiando i tempi, ma ugual resta l’animo umano!!

Giuseppe Alpini
15-03-2021

 

NOTE

1) - https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27702518