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  Il suo nome di battaglia: CISCO
Gustavo Cavallini e Massimo Pulitini

PERCORSO: La Liberazione in terra di Arezzo > questa pagina

“…………….. Fervono segretamente grandi preparativi per l’azione dei Partigiani.
In su la sera i giovanotti Patrioti girano in pubblico armati di mitra, fucili, bombe.
Altri fanno la guardia ai piccoli depositi di munizione in fra le canne, ed altri si concentrano per assalire i tedeschi della Rotonda.
La notte è animata dal mondo Partigiano, i tedeschi, chiusi, attendono.
All’ora convenuta, due partigiani si presentano all’ufficiale tedesco intimando la resa che è rifiutata, per arrendersi al governo alleato.
Allora i Patrioti iniziano l’attacco ed hanno la peggio.
Due feriti rimangono in mano ai tedeschi.

Domenica 29 aprile 1945

Si era veramente in guerra anche qui.
Voci piane, visite alla sfuggita, parole a metà, lasciavano capire l’esito dell’azione notturna: feriti, minaccie, nuovi rastrellamenti, notizie strabilianti che il territorio della Saici doveva essere sparso o coperto di sangue dalla Agenzia N° 1 fino al salmastro e che la peggio sarebbe toccata al Campo, come covo di partigiani (…….)
I partigiani sparirono nelle canne.
La popolazione tremava.
Qualche famiglia stava ormai in pensiero per il mancato rientro di figlio o marito.
Però già si respirava.
Nella notte si dormì.

Lunedi 30 aprile 1945

I patrioti alle 9,30 controllano le due zone S. Giorgio-Torviscosa.
Il Parroco alle ore 11, essendo membro del C.L.N, si porta dal Comandante per comunicazioni.
Nel frattempo giunse notizia che i due feriti nell’azione della Rotonda del sabato sera, giacevano uccisi presso il Cimitero di S. Giorgio.
Erano i due partigiani della Osoppo: Guido e Cisco.
Ci siamo subito occupati che le due salme fossero trasportate nel nostro Camposanto, ed alle ore 14 entravano nella Chiesetta del nostro Cimitero.
Il Parroco si recò a visitarli: li riconobbe.
Guido era amico di casa e di azione, fu un periodo di tempo nel quale fummo soli a mantenere viva la Fiamma della liberazione.
Cisco operava ai Casali di sotto assieme a “Milano”.
Alle 14,30 si ode il cannone che caccia da tutto il Friuli i tedeschi.
Alle 15 Udine e tutto il Friuli esulta per la Liberazione.
I tedeschi e cosacchi cercano la via di scampo a traverso la Carnia.
Gli apparecchi degli alleati percuotono incessantemente la colonna dei vinti.
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Giovedì 3 maggio 1945

Alle ore 9 un carro gommato coperto di fiori e dal tricolore trasportava la bara di Marco Veronese presso Il cimitero ove sostavano altri due carri.
Ad una ad una uscirono dalla Chiesetta del Cimitero le altre cinque bare.
Furono collocate in modo che i tre carri ne trasportavano due ciascuno.
Il trasporto alla Chiesa parrocchiale doveva essere privato, ma fu un mesto trionfo per le sei vittime immoranti.
Le sei bare furono collocate al centro su panchine ben ordinate, appariva un tappeto di rose.
Alle ore 11 dinanzi ad una folla immensa il Parroco celebrò Messa bassa, mentre le note dell’armonium coprivano i molti singhiozzii di parenti colpiti.
Il trasporto al cimitero è stato solenne ( ……. )
Accanto al tricolore poi si è anche notata la bandiera rossa.
Le sei salme scesero una dopo l’altra nella fossa comune, mentre ognuna veniva salutata da scoppi reali di varie armi partigiane.

Segno qui le generalità dei Caduti:
Fiumalbi Enzo – Guido di Fernando e di Simonetti Annita Michelina, nato il 31.X.1923 a Pontedera, elettricista qui, e qui partigiano col nome di Tonio.
E’stato ferito nell’ azione della Rotonda del sabato sera 28 Aprile.
Trasportato dai tedeschi in ritirata fino a G. Giorgio, e presso quel Cimitero venne ucciso dagli stessi nella domenica 29.
Conti Livio di Zeffiro e di Lucci Ada, nato a Rigutino di Arezzo il 4.XI.1925, guardia alla Agenzia V°, qui Partigiano e compagno nell’azione della Rotonda, seguì la sorte di Tonio.
Il suo nome di battaglia: Cisco
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Il suo nome di battaglia: CISCO

Con questo nome era conosciuto il Partigiano Livio Conti.
Quello riportato sopra è un estratto di un diario parrocchiale scritto da Don Francesco Pituello, parroco a Torviscosa dal 28 luglio 1935 al 2 febbraio 1960.
Con semplicità e parole chiare e anche qualche errore grammaticale volutamente riportato, abbiamo rivissuto la cronaca di quei giorni.

Nella tragicità del momento, il Parroco, ci narra le vicende reali come fosse un romanzo.
Ci sono alcuni passaggi come:
>> La notte è animata dal mondo Partigiano <<
>> Erano i due partigiani dell’Osoppo <<
>> Il contegno della popolazione fece nascere il sospetto <<
dove i dettagli hanno una risonanza particolare.

La notte è amica dei partigiani, non si può dire lo stesso della popolazione che “non comportandosi normalmente” crea ambiguità e sospetto nel nemico e il sottolineare della Osoppo, a prendere le distanze dalle Garibaldi.

Sulla Resistenza Italiana si è scritto molto, e molte volte non è stato dato il giusto merito a coloro che per la causa hanno perso la vita.

La Resistenza viene spesso “semplificata” ad uno schema di comodo, dove i partigiani combattevano contro nazisti e fascisti per la liberazione d’Italia.

Nella realtà, anche tra i movimenti partigiani esistevano forti differenze.
Ci furono vari episodi in cui possiamo dire che i Patrioti erano in opposizione tra loro, opposizione che a volte sfociò in veri e propri massacri.

I primi gruppi partigiani cominciarono ad organizzarsi dopo l’8 settembre 1943. Un primo esempio è dato dalla Brigata Osoppo.

Nata una notte del dicembre '43, nel seminario di Udine, grazie all’iniziativa di tre Parroci: Don Aldo Maretti, Don Redento Bello e Don Ascanio de Luca, avviarono la Resistenza Cattolica fondando la Brigata Osoppo, battezzata col nome del paese friulano che nel Risorgimento si era ribellato all’occupazione, opponendo una strenua resistenza all'esercito imperiale austriaco.

Essa raccoglieva molti Alpini, come bandiera aveva adottato il Tricolore Sabaudo e divenne punto di riferimento per partigiani, in gran parte Cattolici, di tendenza azionistica e liberale.
Furono scelti come segno di riconoscimento il cappello alpino ed il fazzoletto verde.

Lo scopo delle formazioni autonome Osoppo, in cui confluirono oltre agli elementi costitutivi cattolici anche le formazioni gielliste e socialiste presenti nella regione, era quello di combattere contro i tedeschi e i fascisti per uno stato democratico all'interno della Resistenza, cercando di mantenere una collaborazione attiva con le unità comuniste garibaldine e salvaguardando inoltre gli interessi della popolazione italiana del Friuli e della Venezia-Giulia di fronte alle forze partigiane jugoslave, efficienti, combattive ed accese da un forte spirito nazionalistico e antifascista.
Giorni particolari per tutti.

Mentre nella sua natia Rigutino, la liberazione era avvenuta nel luglio del 1944 e ufficialmente in Italia il 25 aprile del 1945, lui con spirito eroico e ideale patriottico, insieme al suo compagno Tonio si presentano il 29 aprile 1945 dinanzi all’ufficiale del comando tedesco per intimargli la resa.

La risposta tedesca è scritta nel marmo.

Sicuramente il loro sacrificio non può passare inosservato e neppure in secondo piano.
Un uomo che ama il proprio simile al di fuori e al di sopra di ogni e qualsiasi spirito di parte, lo ama anche
quando lo combatte per difendere l’unico bene per il quale si può anche morire, il bene della Libertà.

Gustavo Cavallini e Massimo Pulitini
18-04-2021