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Enrico Bettazzi

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Di seguito una serie di corrispondenze di aretini, volontari o camicie nere, e come tali legionari presenti nella guerra civile che insanguinò la penisola iberica dal 1936 al 1939.

Il 17 luglio 1936 ci fu la rivolta militare contro il governo repubblicano di Madrid.
Già il 30 luglio (il giorno prima c’erano stati i Dornier tedeschi) 9 SM81 trimotori furono in Marocco per il trasferimento in Spagna delle truppe, nell’ambito degli aiuti che fin da subito scattarono da parte dei due regimi fascisti già al potere, a sostegno del golpe franchista.

La tappa successiva oltre ad un appoggio logistico/militare fu l’impegno bellico diretto, anche se mascherato in più forme. Nel gennaio del ‘37 furono costituite due brigate miste italo spagnole, le Frecce Nere e le Frecce Azzurre (“las flechas” erano il simbolo della Falange spagnola), con 6.000 volontari (in gran parte CC.NN.) giunte dall’Italia.

Divenne quindi importante accompagnare lo sforzo bellico, più o meno ufficiale, con una struttura di posta militare; così il 1 febbraio 1937 incominciò a funzionare il servizio postale militare, denominato “Posta Speciale 500”.
Le altre due sigle che accompagneranno l’avventura italiana e il servizio postale correlato si incontrano spesso sulle corrispondenze: O.M.S. che stava per Operazioni Militari in Spagna; C.T.V. per Corpo Truppe Volontarie.
Nei ranghi del C.T.V. prestarono servizio nel corso della guerra civile circa 80.000 Italiani; nel periodo di maggior consistenza si raggiunse il numero di 50.000 volontari. Circa 6.000 uomini parteciparono nelle fila dell’Aviazione Legionaria. La Marina Militare italiana concorse con 91 unità. Le perdite italiane ammontarono a 3.819 morti e oltre 11mila feriti.

Per la storia postale di questa guerra, che fu fratricida anche per noi Italiani per la presenza tra i volontari repubblicani di nostri compatrioti nelle fila delle Brigate Internazionali, ci si può affidare all’opera fondamentale di Beniamino Cadioli e Aldo Cecchi a suo tempo edita dall’Istituto di Studi Storici Postali di Prato (quaderno n. 18), che ci è servita anche per le annotazioni alle corrispondenze aretine qui riportate e il cui riferimento trovate nella successiva bibliografia.

Le corrispondenze aretine in mio possesso sono un esempio eterogeneo di come si sviluppò il servizio postale durante quell’esperienza bellica. La prima missiva, scritta nell’aprile del 1937 e diretta a Cortona, è l’esempio di come, soprattutto all’inizio, ma anche dopo quando il servizio postale militare italiano sarà da tempo in funzione, i nostri soldati si serviranno anche della posta civile spagnola. Anche per ovviare a questi usi non regolamentari che comportavano l’instradamento verso l’Italia attraverso Gibilterra o la Francia, togliendo dalle disponibilità della prioritaria censura italiana queste missive, si istituirono diversi uffici postali militari, definiti come UPS, cioè Uffici di Posta Speciale, senza citare nella dizione che trattavasi di posta militare, in quanto ufficialmente l’Italia non era “direttamente” presente in quel conflitto.

L’indirizzo convenzionale della nostra posta in Spagna assunse la dizione di P.S. 500, che sarà presente anche stampigliato su alcune delle franchigie “ufficiali” poi utilizzate in quella campagna.
Anche per l’uso della franchigia vi furono problemi, vista la non ufficialità della presenza italiana: la corrispondenza doveva essere affrancata coi francobolli nazionali, con le tariffe previste di 50 centesimi per le lettere ordinarie e L. 1,50 per le lettere via aerea. Per facilitare la corrispondenza, soprattutto quando si raggiunsero i picchi di presenza, furono predisposte cartoline, stampate dal Poligrafico dello Stato, doppie, con nella parte di risposta la stampigliatura di Posta Speciale 500 (che faceva capo al Concentramento postale di Napoli, allora in servizio per tutti gli adempimenti delle truppe oltremare). E’ questo l’esempio della cartolina spedita l’8/9/1937 dal UPS n.5 a Staggiano.
Infine si utilizzarono speciali cartoline su cartoncini di svariati colori che furono normalmente utilizzate in franchigia (con la stampigliatura Cartolina Postale in franchigia).

Le altre corrispondenze qui riportate ci mostrano l’utilizzo delle tariffe ordinarie sopra menzionate, la presenza abbastanza frequente di affrancature con francobolli commemorativi nazionali, l’uso di particolari annotazioni manoscritte che spesso i soldati indicavano, raccomandandosi a casa: “ogni lettera metteteci un francobollo, grazie” oppure per il ricordo bellico “Serbami la busta, saluti”.

Dopo la caduta di Madrid e con la fine ufficiale della guerra il 1/4/1939, iniziarono a chiudere fin dal maggio gli Uffici Speciali, andandosi pian piano ad esaurire le corrispondenze col rimpatrio delle truppe.
La P.S. 500 cessò di funzionare il 31/7/39 e da tale data non fu più ammessa la franchigia postale; dal giorno successivo iniziava il servizio postale per la Missione Italiana in Spagna (M.I.S.) che si protrasse fino all’8/9/43.
Anche di questo servizio serbiamo una testimonianza verso Montemarciano, Terranuova Bracciolini, datata 1942.

Cartolina di Logroño, ponti sul fiume Ebro. Fu sede del UPS 2 e del Comando C.T.V.; dopo la fine della guerra fu sede del servizio postale della Missione Italiana in Spagna fino all’armistizio del 1943.

Busta da Quemada, Burgos del 21 Aprile 1937, postalizzata tramite posta civile spagnola, passata quindi dalla censura militare di San Sebastian, prima di transitare dal territorio francese per giungere a Cortona il 26/4/37.

Cartolina postale iniziata a stampare dal Poligrafico dello Stato dal maggio 1937, prima parte di cartolina doppia, viaggiata in franchigia con l’apposizione del timbro del UPS 5 in data 8/9/37. Scritta da Cubo il 7/9, da appartenente a Divisione 23 Marzo, UPS 5 dislocato a Medina di Pomar. Timbro di arrivo a Staggiano (frazionario) del 22/9/37.

Busta per via aerea indirizzata prima a Hotel Milano di Firenze e reindirizzata a Subbiano. Timbro di Ufficio Speciale 1 (Sezione A) allora a Valladolid.

Busta affrancata con cent. 50 Bimillenario augusteo con timbro di UPS 5 del 18/1/38 indirizzata a Civitella, con timbro di arrivo 25/1/38.

Raccomandazione manoscritta per i francobolli (Ogni lettera metteteci un francobollo). Scrive un legionario della Div. 23 Marzo, 2° Btg.misto,1ª cp., Posta500; la divisione era allora a Las Casetas.

Busta postalizzata da UPS 2 in data 12/2/39. Per Badia a Prataglia dove arriva il 19/2/39.

Scrive un legionario della Divisione d’assalto Littorio, 2°rgt. CC.NN., Battaglione Vampa, 3 cp. Folgore, P.S. 500 , OMS. L’ufficio speciale era a Logroño, il comando divisionale a Matarò.

Cartolina di Maiorca, veduta del porto di Pollenza; postalizzata tramite servizio postale M.I.S. sezione A del 15/10/42 e diretta a Montemarciano, Terranuova Bracciolini.

La sezione A del M.I.S. operava a Barcellona.


BIBLIOGRAFIA

P.PRESTON, La guerra civile spagnola 1936-1939, Milano, 2004
G.RANZATO, La guerra di Spagna, Milano, 1995
B.CADIOLI-A.CECCHI, L’intervento italiano nella guerra civile spagnola (1936-1939).Le comunicazioni e il servizio postale dei legionari, Prato, 1994
G.MARCHESE, La posta militare italiana 1939-1945, Trapani, 2000, p.343

Enrico Bettazzi
01/04/2021