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  1919: un aretino in Siberia coi bianchi
Enrico Bettazzi

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Cartina della zona d’operazioni in Siberia tratta dal libro di P.Maravigna, Gli Italiani nell’Oriente Balcanico,
in Russia e in Palestina 1915-1919, Roma, 1923.

Il Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente (C.S.I.E.O.) fu un contingente di truppe italiane spedite in Siberia a contrastare le truppe bolsceviche che stavano prendendo il sopravvento sulle forze zariste “Bianche” dell’ammiraglio Kolciak.

Il corpo di spedizione italiano partì da Napoli il 20/7/1918 quando ancora il fronte del Piave era in piena attività. Ai primi 296 soldati imbarcatisi, fu aggiunta una ulteriore aliquota di 413 uomini imbarcati a Massaua, in colonia, per non gravare sulle truppe ancora impegnate in patria sul fronte nazionale. Proprio in questa ottica si pensò anche di adoperare quelle truppe che erano già presenti in Estremo Oriente; in particolare gli ex prigionieri già appartenenti all’Imperial esercito austro-ungarico, di origini irredente (trentini e triestini), là in attesa di un reimbarco verso la loro “nuova” patria.

Di questi circa duemila irredenti, se ne incorporarono nel C.S.I.E.O. 843, portando così la somma iniziale dell’intero contingente a 1552 uomini (la forza di circa un reggimento). Il teatro bellico siberiano vedeva in campo forze ben più ampie, nel numero di varie divisioni con migliaia di uomini di varie nazionalità. Pertanto ai nostri soldati fu affidato prevalentemente il compito di presidiare la città di Krasnojarsk, mentre ai contingenti alleati a sostegno dei Russi “bianchi” era affidato il contrasto attivo sul campo di battaglia.

Il nostro contingente era formato da un Comando (74 tra ufficiali, graduati e truppa), una sezione di carabinieri (1 ufficiale e 52 uomini), una sezione di artiglieria da montagna con 2 tenenti e 166 uomini, un ufficiale medico; a Massaua si imbarcarono gli altri 413 militari, prevalentemente di fanteria, di cui 10 ufficiali (un tenente medico), con due sezioni di mitragliatrici. Sbarcati in Cina, a Tientsin furono aggregati i restanti componenti (10 ufficiali e 833 uomini di truppa), tutti ex prigionieri irredenti. Prima tappa di trasferimento tramite ferrovia verso Harbin, con sfruttamento della linea ferroviaria transiberiana ed arrivo successivo a Krasnojarsk, città di 100mila abitanti, presidiata dalle truppe cecoslovacche (anch’esse ex austro-ungariche). Vi era un campo di concentramento di prigionieri austro-tedeschi nelle vicinanze, circa 11mila; pertanto le nostre truppe furono adibite alla loro sorveglianza ed al controllo dell’ordine pubblico in città. Infatti i prigionieri erano utili nel lavoro presso le fabbriche cittadine, ma allo stesso tempo costituivano un bel serbatoio di arruolamento nell’esercito sovietico, che si avvaleva spesso dell’opera di ex ufficiali tedeschi.

Fino al maggio 1919 le truppe italiane non ebbero scontri diretti col nemico e rimasero acquartierate a Krasnojarsk.

E’ appunto di quel periodo la corrispondenza del militare aretino, originario di Bibbiena che scrive al segretario del proprio Comune.

Il soldato faceva parte della sezione di telegrafisti, distaccata dal 7° Reggimento Genio Telegrafisti, giunta in Cina successivamente e composta da 62 uomini con un ufficiale (alla fine le truppe a disposizione del C.S.I.E.O. erano di circa 1700 militari).

Per scrivere a casa ci si doveva arrangiare, erano state predisposte delle cartoline in franchigia fin dal 1918 appositamente stampate a Tientsin, ma si adoperava quel che si aveva sottomano e quindi si ricorse anche, come nel caso del soldato aretino, all’uso di interi postali russi come semplice supporto.

Talvolta, come in questo caso, con l’aggiunta di francobolli aggiuntivi. Questi venivano annullati con l’apposizione di un timbro lineare a più righe, che concedeva la franchigia alla corrispondenza. Era infatti un bollo fatto in loco in cui appariva la dizione RR. Poste Italiane che gli conferiva l’ufficialità, anche se non aveva la forma ovale approvata per questa tipologia di timbri; la dizione completa era: RR. POSTE ITALIANE RR. TRUPPE ITALIANE IN ESTREMO ORIENTE COMANDO, su tre righe.

Cartolina postale russa da 5 copechi con francobollo aggiuntivo da 15 copechi, annullati con timbro lineare di franchigia RR. Poste Italiane RR. Truppe Italiane in Estremo Oriente Comando scritta a Krasnojarsk il 20/3/1919 per il segretario comunale di Bibbiena; timbro di arrivo (tondo frazionario con ore) Bibbiena (4-10) 25/6/19 (coll. E. Bettazzi).

Krasnojarsk 20-3-19
Ricordando le infinite gentilezze usatemi e ringraziando, le invio dalla Siberia i più sentiti auguri e saluti a Lei e famiglia. Obbmo SPierazzuoli. Soldato Pierazzuoli Silvio 7° Genio Plotone Autonomo R.R. Truppe Italiane Estremo Oriente



Impronta del timbro lineare di reparto apposto sull’intero russo.

Non vi era un vero e proprio ufficio postale militare italiano a Krasnojarsk, come di solito avevano le truppe dei contingenti alleati; per alcuni servizi, ad esempio le raccomandate, ci si doveva appoggiare sul locale ufficio postale civile russo.

Ma fin quando ci furono le truppe inglesi in loco, perlomeno si ebbe la possibilità di sfruttare il corriere militare che faceva il tragitto Krasnojarsk – Vladivostok. Da qui, tramite il corriere britannico, la posta veniva instradata verso l’Italia (Concentramento di Posta Militare di Bologna), dove giungeva dopo un giro “planetario” tramite Giappone, Oceano Pacifico, Stati Uniti con attraversamento da costa orientale a quella occidentale, Oceano Atlantico, Inghilterra.
Questo giustifica la data di arrivo, che per la corrispondenza aretina è testimoniata dall’apposizione del timbro frazionario di Bibbiena in data 25/6/1919. La cartolina era stata scritta in Siberia il 20 marzo.


Enrico Bettazzi
7/2/2025

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

V. ASTOLFI, Storia e posta delle missioni militari italiane all’ estero 1918-1935, Milano, 2006

V. ASTOLFI, Posta italiana in Estremo Oriente, Rimini, 2022

A. CAMINITI, Gli irredenti in Siberia 1918/20, Genova, 2012

A. CAMINITI, Le Missioni Militari di Pace (seconda puntata) Il Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente (CSIEO) , in La Voce del CIFR, n.106 , ora anche in https://www.ilpostalista.it/pm_66.htm

https://www.ilpostalista.it/gm/articoli/art_74/art74.html