introduzione            schede aretine            il postalista
 
  LA CHIESA DI SAN BERNARDO IN AREZZO
di Gustavo Cavallini

PERCORSO: Arezzo: racconta > questa pagina

 

Chiesa di San Bernardo, inizi '900
da https://archivio.amarantomagazine.it/index.php

La chiesa fu realizzata accanto al quattrocentesco "monastero degli Olivetani", sede attuale del Museo archeologico, fatto costruire dai nobili Degli Azzi sull'area dell'emiciclo sud dell'Anfiteatro romano di Arezzo.

Ad Arezzo nel 1319 i fondatori dell'Ordine benedettino di Monte Oliveto avevano ricevuto dal vescovo Tarlati la sanzione canonica della nuova congregazione.

I lavori della chiesa, successivi a quelli del monastero, cominciarono nel 1340 e terminarono nel 1375.

La chiesa è stata uno dei luoghi di affermazione del nuovo linguaggio rinascimentale fiorentino, con la collocazione sull'altare maggiore, intorno al 1445, della tavola con l'Incoronazione della Vergine, Santi olivetani e due donatori, commissionata da Carlo Marsuppini a Filippo Lippi, oggi conservata nella Pinacoteca Vaticana. Secondo il Vasari, Piero della Francesca, in data non precisabile, affrescò un San Vincenzo Ferreri oggi perduto. Dietro l'altare, nel coro, era invece un ciclo di affreschi di Bicci di Lorenzo con Storie di San Bernardo, databile agli anni quaranta del Quattrocento ma ancora legato ad un gusto tardogotico.

L'interno, un tempo ricchissimo di opere d'arte andate perdute, si presenta ad una sola navata completamente ricostruita dopo la Seconda guerra mondiale. La Madonna con Bambino tra i santi Benedetto e Bernardo è di Angelo di Lorentino (1511), mentre la tela seicentesca con San Giovanni Battista nel deserto è attribuibile a scuola aretina della prima metà del secolo.

Tra Seicento e Settecento chiesa e monastero furono oggetto di grandi rimaneggiamenti. Negli anni Ottanta del XVIII secolo il granduca di Toscana Pietro Leopoldo I decretò il trasferimento degli olivetani e così il complesso che li aveva ospitati per circa quattro secoli cambiò destinazione, divenendo sede dell’Accademia Ecclesiastica.

Con le soppressioni sabaude degli ordini religiosi del 1866, tutto fu confiscato ed entrò a far parte del demanio statale, a eccezione della chiesa che venne affidata alla vicina parrocchia di San Jacopo.

Dopo ingenti lavori per cambiargli destinazione d’uso, nel 1937 il monastero accolse il nuovo Museo Archeologico “Gaio Cilnio Mecenate”, dal 1973 nazionale. Alla fine del 1943 un devastante bombardamento aereo provocò danni sia all’edificio monastico, dove andò perso il chiostro affrescato, sia al luogo di culto che fu quasi raso al suolo. Sopravvissero la facciata e poco altro. La ricostruzione terminò nel 1950, ma l’elegante torre campanaria non fu rialzata, preferendole un campanile a vela. La sistemazione dell’interno venne completata negli anni Sessanta.

Oggi la chiesa si presenta con una grande navata unica. Sulla parete sinistra si ammira una preziosa “Madonna con il Bambino”, statua policroma della seconda metà del XIV secolo di mano franco-renana o di produzione senese ma con influssi d’oltralpe. Documentata in San Bernardo dall’Ottocento, si ipotizza che sia la scultura di un’edicola di via Madonna del Prato e dopo il 1573 di una chiesetta scomparsa, davanti alla quale dicevano l’ultima preghiera i condannati a morte nel tragitto verso il patibolo. Quest’ultimo, prima del trasferimento seicentesco fuori Porta San Lorentino, si trovava nel Prato della Giustizia, un campo situato all’incirca nel primo tratto di via Guido Monaco.



CARTOLINA ILLUSTRATA DI GINO BOCCASILE: PROPAGANDA MILITARE n° 40

 

Fonti:
Wikipedia la libera enciclopedia di internet
www.ebay.it

Gustavo Cavallini
22-03-2025