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QUANDO QUALCUNO CERCO' DI "FARE LE SCARPE" AL CAV. FRANCESCO MATRAIRE
Lorenzo Oliveri

Il 1° gennaio 1851 le Poste Sarde, per non restare indietro rispetto ai Paesi più progrediti, avevano messo in corso i "bolli franchi", consentendo a chi voleva spedire una lettera di non doversi recare in orario di funzionamento all'ufficio postale, ma, acquistato il francobollo, di applicarlo sulla missiva e di "gettarla in buca" (delle lettere).

 

La rarità delle prime tre emissioni del Regno di Sardegna è dovuta anche al fatto che se uno si recava in ufficio, l'impiegato anziché apporre il francobollo sulla lettera, riscuoteva la tassa corrispondente e applicava il bollo P.P. (indicante il Porto Pagato); inoltre all'epoca era ancora considerato "poco educato" (sic!) inviare una missiva con porto pagato dal mittente, quasi che si considerasse il destinatario "incapace" di provvedere al pagamento (senza dimenticare che, comunque, si saldava "a servizio avvenuto"...).

Lettera con porto pagato in denaro dal mittente.


Lettera con pagamento del porto a carico del destinatario.


Che i funzionari delle Poste Sarde non gradissero i francobolli è noto; essi avevano due paure: che i francobolli venissero falsificati e che potessero essere riusati.
Riguardo alle falsificazioni, presenti in alcuni degli altri Antichi Stati Italiani (Lombardo-Veneto, Napoli, Pontificio), nel Regno Sabaudo non mi sono noti casi; comunque non lasciava dormire sonni tranquilli il fatto che la legge prescrivesse francobolli "incisi" (e quindi di più difficile falsificazione), ma poi, per sopraggiunte lungaggini, al fine di rispettare la data prevista dalla stessa ordinanza, erano stati accettati, "obtorto collo", i francobolli stampati in litografia da Francesco Matraire. Riguardo la possibilità di riutilizzo certamente il colore scelto per il 5 centesimi (il nero) li preoccupava moltissimo, dato il colore (sempre nero) dei timbri annullatori.


Probabilmente giocando proprio su queste paure sembra che un tipografo all'epoca avesse provato a proporre un nuovo valore da 5 centesimi in colore verde, forse nel tentativo di soffiare l'appalto al Matraire. Da tempo circolano sul mercato (specie sulle aste e-bay) questi francobolli, con svariati tipi di annullamento. Li riproduco qui di seguito nella speranza che qualche filatelico storico-postale più in gamba di me riesca a scoprire almeno il nome di questo tipografo.


Riguardo all'utilizzo postale di questi francobolli (a volte spacciati come "saggi") sto inutilmente da tanti anni sperando di trovarne uno su busta regolarmente viaggiata. In filatelia MAI DIRE MAI...

Appendice

In effetti il Matraire per cercare di venire incontro ai desiderata dei funzionari delle Poste Sarde (e non perdere l'appalto), propose per la seconda emissione, uscita il 1° ottobre 1853, la stampa in rilievografia, con una macchina di sua progettazione, che rendeva assai difficile la falsificazione e cambiò il colore del 5 centesimi da nero a verde.

Lorenzo Oliveri
29-09-2023