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NEL PAESE DI ACCHIAPPACITRULLI
Lorenzo Oliveri

Nelle (dis)avventure di Pinocchio Carlo Collodi inserisce anche il paese di Acchiappacitrulli. Questa è una favola, in sé molto istruttiva, visto che se ne possono ricavare numerosi esempi per la vita di tutti i giorni. Io, riferendomi al campo filatelico, definirei "citrulli" alcuni acquirenti delle recenti aste on-line (eBay) di francobolli del Regno di Sardegna.

La banalità delle falsificazioni (certificate o meno, per quel che valgono certe perizie filateliche...), dovrebbe mettere sull'avviso un collezionista di Sardegna, che dovrebbe avere un bagaglio minimo di competenze o, quantomeno, dovrebbe documentarsi prima di fare un acquisto, magari consultando un catalogo... a meno che la sua appartenenza alla categoria di cui al titolo non gli impedisca queste elementari precauzioni con cui, però, va a "nozze" una pletora di venditori (questi invece "ignoranti", "in buona fede", "quel che vedi compri", "non accetto restituzioni", "non sono un perito"... - frasi che dovrebbero mettere davvero molto in allarme chi vuol comprare).

Comincio con un pezzo da 5 centesimi della terza emissione, significativo non tanto per il prezzo raggiunto o per le 20 offerte, ma per il fatto che risulterebbe firmato da un perito filatelico e perché reca l'annullo a cerchio semplice di SUSA, già ampiamente descritto (al pari del consimile PALLANZA) come bollo inesistente nel Regno di Sardegna (e ovviamente neppure catalogato. Ma... se fosse un inedito?).

 

E passo a un 40 centesimi, sempre della terza emissione (venduto da Fata Morgana, di Merliniana memoria). Qui le offerte sono ben 45, peccato che alla data del 20 SET 53 non solo non esistesse ancora la terza, ma non era comparsa neppure la seconda emissione di Sardegna (basterebbe aprire un catalogo...).

 

Rimanendo sempre nel campo delle date precedenti a quella di distribuzione, ecco un 5 centesimi della seconda emissione di Sardegna utilizzato oltre 40 giorni prima della sua effettiva comparsa. Inoltre non esistono (a parte quelli preparati dai falsari) annulli a cerchio semplice del Regno Sardo senza l'indicazione in basso dell'ora di levata (10 M, 3 S, ...), ma tant'é qualcuno è stato disposto a pagarlo 179 euro (e altri poco meno!).

 

Citavo precedentemente il "Pallanza" ed eccolo accoppiato al già descritto "Susa" e, per completare la serie di "3 francobolli usati in perfetta condizione" (come da descrizione), vi è anche un 40 centesimi con un timbro di Vercelli, altrettanto falso. Se il venditore avesse scritto "timbrati" nulla da ridire, ma dice "usati"... E qui i citrulli sono andati alla grande: 46 offerte!

 

Passo ora a uno "straordinario" 3 lire (a detta del venditore valtellinese, quello dei pidocchi e dei panini...) appiccicato su una busta non affrancata con tassa a carico del destinatario (segno "2", cioè 20 centesimi, altro che 3 LIRE!), partita da Novara e diretta a Genova, ma poi dirottata a Milano e straordinariamente passata, chissà come e perché, per lo Stato Pontificio, dove il francobollo ha ricevuto la "griglia papalina". Certo che se tutto questo fosse davvero accaduto i 176 euro pagati costituirebbero, come dice il venditore, una occasione imperdibile (anzi lui, nel suo italiano approssimativo, dice "imprendibile") per acquistare un pezzo valutato a catalogo oltre 300 mila euro (anche se non mi è chiaro se l'occasione si riferisca a chi vende o al citrullo di turno...).

 

E chiudo con un "falso storico". Avrei altre centinaia di casi (che poi arriverebbero a diverse migliaia se vado indietro negli anni), ma mi fermo qui. Se a qualche lettore questa iniziativa può interessare lo dica: nel caso posso proporre tanti altri esempi che finirà prima il sottoscritto (e forse anche IL POSTALISTA...), rispetto alla marea di acquisti da parte dei soliti "citrulli". Il "falso storico" consiste nel fatto che il 21 gennaio 1859 a Bologna governava ancora tranquillamente Pio IX e i francobolli del Regno di Sardegna si usavano solo all'interno di quello Stato, a parte la considerazione che il 3 Lire venne semplicemente emesso ben due anni dopo, nel 1861! Probabilmente i collezionisti sono stati abbagliati dal fatto che il francobollo veniva venduto negli U.S.A. (e là che ne sanno dei nostri francobolli!). E voi, cari lettori, gli autori di quelle 41 offerte come li chiamereste?



Lorenzo Oliveri
10-03-2022