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Il curioso caso del Capitano Lomazzi

Andrea Rinaldi


Da qualche tempo provo un crescente interesse per la storia postale militare della Corsica. In fig.1 la Corsica appare in una cartolina postale italiana di franchigia militare facente parte di una serie


Fig. 1

 raffigurante le varie rivendicazioni geografiche accampate dal regime fascista, tra cui Nizza, Malta, Gibilterra, e così via. Claude Gérard (2009) riporta che la stampa di queste cartoline di propaganda fu rapidamente sospesa perché i nostri soldati avevano preso l’abitudine di scrivere a casa indicando sulle cartine dove si trovavano, rivelando quindi la posizione della loro unità.

Tutto sommato, questo lembo di terra nel Mediterraneo ha vissuto vicende peculiari nell’arco del secondo conflitto mondiale. Invasa dalle truppe italiane nel novembre del 1942, nel corso della ‘fase 2.0’ del nostro conflitto con la Francia, la Corsica è stata la prima parte del territorio francese ad essere liberata dall’occupazione straniera (e la prima in cui hanno trovato utilizzo i francobolli delle cosiddette ‘emissioni provvisorie’ francesi, stampati inizialmente in Algeria, dove si trovava allora il Comité français de la Libération nationale - CFLN). Dopo l’8 settembre 1943, le truppe italiane presenti sull’isola, circa 80.000 uomini al comando del generale Giovanni Magli, non si arresero ai tedeschi, ma in gran parte si schierarono invece apertamente dalla parte dei partigiani locali, attivi fin dall’estate dello stesso anno.
Il 5 ottobre 1943, dopo cruenti combattimenti che videro la partecipazione di forze francesi provenienti dal Nord Africa, via mare, i tedeschi si arrendevano e abbandonavano l’isola. Un caso dunque piuttosto raro, in cui truppe regolari del nostro esercito post-armistizio si opposero, vittoriosamente all’ex alleato, contribuendo decisamente alla liberazione di una grande regione europea.


Fig. 2. Cartolina reggimentale della Divisione
Friuli, con l’elenco dei principali fronti di
operazione, tra cui la Corsica.


Le formazioni italiane presenti in Corsica, composte essenzialmente dalle divisioni di fanteria Cremona e Friuli (fig. 2), tre divisioni e un reggimento costiero, un raggruppamento mobile e quattro Battaglioni M di Camicie Nere a disposizione del comando del VII Corpo d’armata, ebbero a disposizione diversi uffici di posta militare, caratterizzati dai numeri 64, 79, 112, 112 Sez. A, 225, 226, 305, oltre a vari bolli riservati alle forze aeree e navali. La P.M. 79, in particolare,era associata alla 20a divisione di fanteria Friuli, sbarcata a Bastia e schierata fin dall’inizio delle operazioni nella zona settentrionale dell’isola, nel triangolo tra Bastia, Calvi, e Casamozza. Le prime ed ultime date note di utilizzo della P.M. 79 in Corsica sono rispettivamente 21-11-1942 e 11-9-1943 (Marchese, 2002).
Sappiamo anche (Gérard, 2009) che l’ufficio si spostò presso l’Hotel Splendid di Île Rousse (dal 23-11-1942 al 22-12-1942) e successivamente a Belgodere, presso la Piazza della Chiesa (dal 23-12-1942 all’ 11-9-1943).
E qui veniamo a noi. Sono infatti venuto in possesso, in tempi diversi, di tre buste della P.M. 79, tutte inviate dallo stesso mittente: il Capitano Marco Lomazzi, ‘Comando Truppe Corsica’, allo stesso destinatario, il Centurione Carlo Lomazzi (il fratello? il figlio? il padre?), ‘II° Battaglione CC.NN. P.M. 2’ (che all’epoca dei fatti era dislocato in Grecia). Tutte le buste sono affrancate con valori francesi del tipo “Mercure” e “Pétain” del 1938-1941 (fig. 3-5); in un solo caso è presente un’affrancatura mista con un valore italiano (fig. 5).



Fig. 3. Fronteretro di una lettera datata 14-11-1942, con annullo
della P.M. 79 dislocata in Corsica (?), indirizzata alla P.M. 2, di
stanza in Grecia. Affrancata con francobolli da 1 F e 4,50 F
serie Pétain.

Come ha stabilito un competente perito, le buste sono autentiche, nel senso che sono coeve in tutte le loro parti, seppure chiaramente di natura filatelica e molto probabilmente non viaggiate. A parte l’utilizzo di francobolli stranieri per affrancare corrispondenza militare, pratica esplicitamente proibita, la cosa più interessante di questi oggetti postali riguarda le date dei bolli non coincidenti con quelle succitate per la P.M. 79 in terra corsa, rispettivamente anticipando al 14 Novembre 1942 (fig. 3-4) o posticipando addirittura al 15 Novembre 1943 (fig. 5) le date di apertura-chiusura dell’ufficio.
Giuseppe Marchese, nella sua opera di riferimento sulla posta militare Italiana durante il secondo conflitto mondiale (2a edizione 2002), scrive a proposito delle affrancature estere: “L’uso di francobolli di un’altra nazione è una finzione in cui tutti si possono dilettare a condizione che si sappia che tali francobolli non avevano potere d’affrancatura e non erano legali”.
E che non fossero ‘legali’, nessuno lo mette in dubbio. “Avevano solo una funzione decorativa e il fatto che uffici postali in partenza li abbiano obliterati e uffici postali in arrivo non abbiano tassato la corrispondenza deve essere interpretato in altro modo. Se questo tipo di ‘decorazione’ abbia il valore di un quadro o di una crosta spetta al collezionista stabilirlo” (Marchese, 2002). Fatto sta che oggetti postali ‘illegali’, affrancati cioè con francobolli esteri (anche in affrancature miste), si conoscono un po’ da tutti i fronti del secondo conflitto mondiale, dalla Russia alla Jugoslavia, dalla Grecia alla Francia.
È opportuno notare la significativa differenza che intercorreva, tra la zona del territorio francese conquistata nel 1940, definita ‘occupata’ e quindi equiparata a tutti gli effetti al territorio italiano, e quella (inclusa la Corsica) acquisita nel novembre 1942, solo ‘presidiata’ (Astolfi, 1986). Postalmente, questa distinzione di status giuridico si traduceva nel fatto che, mentre nella zona occupata era operante il sistema postale per civili italiano con relative tariffe e francobolli, nella zona presidiata continuava ad operare il sistema postale francese e l’unica amministrazione postale italiana era quella militare.


Fig. 4. Lettera datata 14-11-1942 con annullo P.M. 79, affrancata
con 30 cent. Mercure e due da 2,40 F della serie Pétain.


Sia dalla zona occupata che da quella presidiata era previsto, per i civili italiani presenti in quei territori, una sorta di servizio speciale di avviamento della corrispondenza verso la madre patria che prevedeva l’inoltro della corrispondenza stessa non affrancata e contrassegnata da uno speciale bollo non annullatore, in esenzione di tassa, ovvero con riscossione della relativa tassa (semplice per l’estero o per l’interno, a seconda dei periodi in cui questo regime fu in vigore) alla consegna al destinatario (Astolfi, 1986).
Cosa pensare? Bolli di favore su affrancature farlocche che nulla ci dicono rispetto ad un capitolo della storia postale delle nostre truppe in Corsica? Eppure, il Cap. Lomazzi si firma in tutti i casi come afferente al ‘Comando Truppe Corsica’, ed è difficile pensare che abbia continuato a farlo in un contesto oramai slegato a quella terra, soprattutto in un clima come quello creatosi dopo l’8 Settembre.
Qualche indicazione in proposito può venire forse da uno studio più attento delle vicende storiche. Un sito web ricco di informazioni sul Regio Esercito recita a proposito della Divisione Friuli: “Dall’8 novembre inizia la preparazione per il trasferimento in Corsica che è completato da tutti i suoi reparti il 20 novembre” (www.regioesercito.it). Quel ‘completato’ potrebbe indicare che alcuni reparti siano in effetti sbarcati prima degli altri, cosicché il bollo datato 14 Novembre 1942 possa essere stato in effetti applicato in territorio di operazione. Anche il bollo datato 15 Novembre 1943 potrebbe essere ‘nato’ in Corsica. “Verso la metà di novembre la ‘Friuli’ si trasferiva, lasciando in Corsica, al servizio delle truppe francesi, tutte le armi di reparto e le artiglierie, quasi tutti gli automezzi, tutti i quadrupedi, i magazzini di viveri e di equipaggiamento, un intero battaglione di lavoratori e due compagnie di artieri.”


Fig. 5. Lettera del 15-11-1943 con annullo P.M. 79, affrancata con F1.20
 Pétain e 50 cent. + 25 cent. Bimillenario della nascita di Tito Livio. Come nota
a latere, si può ricordare che in Francia e in Corsica i soprastampati
‘P.M.’ (Posta Militare) non furono distribuiti.


Così si legge su un sito dedicato alla storia della Friuli, a cura dei reduci stessi (http://digilander.libero.it/mlodi/index.htm).
Per quanto riguarda altre testimonianze post-armistizio delle nostre truppe in Corsica, mi è nota una cartolina postale con francobollo e annullamento francese, dell’ 8-10-1943, spedita ad Acireale da un milite del nostro contingente che, come proprio indirizzo, indica ‘Comando 515° Battaglione P.M. 64 Corsica’.
Insomma, un piccolo mistero, cui solo ricerche più accurate, magari coinvolgenti direttamente i reduci della Friuli, potranno dare una risposta esauriente.

Referenze

Astolfi W (1986) Il servizio postale per i civili nei territori occupati dall’Italia,
1939-1943. Vol. II. Francia. La Posta Militare, Supplemento al n° 48

Gérard C (2009) L’occupation Italienne en France à travers son service postal
militaire. Le Feuilles Marcophiles, Supplemento al n° 338.

Marchese G (2002) La posta miliare Italiana, 1939-1945. Vol. 2. Edizioni Studio
Filatelico Nico, Trapani.

 


 

 


 

 


 

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