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La posta dei prigionieri di guerra |
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I campi di concentramento dei vinti: |
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| Vinicio Sesso | ||||||||||||||
Alberobello è uno splendido paese facente parte dell’area metropolitana di Bari, non lontano dalla Valle d'Itria e dalle colline della Murgia Sud-Est barese. Celeberrimo in tutto il mondo per i suoi caratteristici trulli, modello costruttivo di architettura spontanea, dichiarati dal 6 dicembre 1996 Patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO. Nella campagna di Alberobello è situata la Masseria Gigante con al centro la Casa Rossa. Questo stabile venne utilizzato, nel tempo, in svariati modi. Dapprima Scuola Pratica dell’Agricoltura, poi ospitò i figli di militari deceduti durante la prima guerra mondiale al fine di dare loro l’istruzione elementare. E poi con la seconda guerra mondiale divenne un campo di concentramento per ebrei stranieri in Italia, italiani politicamente pericolosi, ex jugoslavi dei territori annessi all’Italia, apolidi, ebrei italiani renitenti alla precettazione civile a scopo di lavoro. Come riportato sul sito www.fondazionecasarossa.it: “A partire dal luglio del 1940, per effetto della mobilitazione civile conseguente all’entrata in guerra dell’Italia, questi locali di Casa Rossa furono requisiti dal Ministero dell’Interno per impiantarvi il più longevo campo di concentramento di polizia italiano. Secondo le autorità fasciste, la Casa Rossa si prestava a questa nuova destinazione d’uso perché era isolata, facilmente vigilabile e lontana dai fronti di operazioni militari." Ai nostri fini interessa, però, il periodo successivo che va dal 1944 al 1946. “Chi, per motivi fascisti o avvalendosi della situazione politica creata dal fascismo, abbia compiuto fatti di particolare gravità che, pur non integrando gli estremi di reato, siano contrari a norme di rettitudine o di probità politica, è soggetto alla sospensione dai diritti elettorali, attivi e passivi, per una durata non superiore a dieci anni, o alla interdizione temporanea dai pubblici uffici, ovvero alla privazione dei diritti politici per una durata non superiore a dieci anni Pertanto il campo che iniziò a funzionare a decorrere dal 7 febbraio 1944 ospitò federali, squadristi, fascisti definiti pericolosi e quanti colpiti da provvedimenti delle commissioni provinciali di epurazione. All’inizio gli internati avevano la possibilità di poter circolare, sia pur solo all’interno, della piccola cittadina. Successivamente con la fine della guerra si trasformò in un vero e proprio campo di concentramento nel quale affluirono fascisti provenienti da altre parti d’Italia ed ex soldati della R.S.I che non erano ripiegati verso il nord.
Per Venezia. Bollo di partenza 20/12/1945. Non risultano apposti bolli del campo o di censura Ma per la Casa Rossa non era ancora il tempo di ritornare alla originaria destinazione. “..tra di loro soprattutto tedeschi ma anche albanesi, musulmani, austriaci già cittadini italiani altoatesini che avevano optato con Hitler per la nuova cittadinanza e che ora erano detestati sia dai connazionali che dai nostri; jugoslavi non titini in fuga dal proprio paese, donne dei Sudeti tedescofoni sottoposte a brutali sevizie dai sovietici, perché già privilegiate dai nazisti; russi ortodossi non bolscevichi e cittadini di stati baltici, inseguiti da emissari dell’Armata Rossa; disertori di vari eserciti; ebrei stranieri cacciati dai campi di raccolta per violazione di leggi italiane soprattutto nell’infuocata vigilia elettorale del 1948; ebrei polacchi indesiderati in patria (dove si assisteva a nuovi pogrom antisemiti, questa volta opera di polacchi e non di tedeschi) che speravano di emigrare in Palestina” . (da Gino Marchitelli Campi fascisti Una vergogna italiana) Nel 1950 ad Alberobello venne girato il film Donne senza nome diretto da Géza von Radványi. Il regista ungherese narra le vicende vere accadute nell'immediato dopoguerra, riguardanti numerose donne, di diverse nazionalità, che provenivano da vari paesi dell'Europa, raccolte nel campo di concentramento Casa Rossa di Alberobello. Il 5 dicembre 2007 la Casa Rossa è stata dichiarata bene di interesse storico-artistico.
Fonti iconografiche: Vinicio Sesso Vinicio Sesso | ||||||||||||||