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La posta dei prigionieri di guerra

I DIMENTICATI
(prigionieri di tutti)

Campi di concentramento nella II G.M.

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I campi di concentramento dell II G.M.
COREGLIA LIGURE

Vinicio Sesso

L’ultima seduta del Gran consiglio del fascismo tenutasi dal pomeriggio del 24 luglio 1943 finì alle 2 di notte del 25 luglio, e con l’approvazione dell’ordine del giorno Grandi determinò la caduta del governo di Mussolini ed il suo conseguente arresto da parte dei carabinieri reali.

L’illusione che la guerra potesse finire a breve fu di breve durata. Il nuovo governo Badoglio dispose la liberazione degli antifascisti internati nei tanti campi di concentramento o isolati nei luoghi di domicilio coatto sparsi su tutta la penisola e nelle isole.

Non valse per tutti. I comunisti, gli slavi, gli anarchici e gli ebrei continuarono ad essere considerati elementi pericolosi anche per il nuovo governo e quindi da tenere in cattività. Con l’8 settembre in conseguenza dell’armistizio molti di loro riuscirono a fuggire ed a far perdere le loro tracce. Si diffuse la consapevolezza che, probabilmente, fosse finito il tempo nel quale esprimere un’opinione diversa o appartenere ad una differente etnia costituisse un reato per il quale era prevista la sottrazione della libertà e l’internamento nelle carceri e nei luoghi di internamento.

Non fu così purtroppo. Il 12 settembre Mussolini 1943 venne liberato e dopo poco costituì la Repubblica Sociale Italiana. Vennero ricostituiti tutti gli apparati precedenti: i capi delle province, i questori, i fasci repubblicani, i tribunali straordinari speciali e con essi venne ripristinato l’ordine pubblico. E con essi, con la collaborazione dei tedeschi, riprese con pieno vigore la macchina repressiva e gli arresti.

Ai nuovi campi già presenti se ne aggiunsero altri di nuova formazione. La custodia venne affidata alla Guardia Nazionale Repubblicana se non direttamente ai tedeschi. Vennero previsti anche dei campi di tipo provvisorio per ospitare i tanti rastrellati da inviare, successivamente, come forza lavoro, in Germania. Ville, scuole, ospizi, ex fabbriche ma anche caserme tornarono utili per detenere le migliaia di persone da internare.

Luciano Previato in “L’altra Italia” ha censito la presenza di 39 campi per internati civili utilizzati dopo la costituzione della Repubblica Sociale Italiana. Tra questi risulta in Liguria il campo di Calvari: Previato riporta quanto segue: “Calvari. Frazione del comune di Davagna in Provincia di Genova. Aperto il 12 dicembre 1943 e chiuso il 15 gennaio 1944 con il trasferimento degli ebrei internati a Milano e da qui deportati ad Auschwitz. E’ più conosciuto come “Campo Calvari di Chiavari”.


Questo campo conosciuto come CAMPO CONCENTRAMENTO P.G. 52, era già esistente fin dall’inizio della seconda guerra mondiale. Era destinato a prigionieri alleati catturati sul fronte africano. In circa 15.000 transitarono presso questo campo ospitati in baracche di legno. Solo l’infermeria era in muratura.

19/4/1943 cartolina postale per le forze armate da CAMPO CONCENTRAMENTO P.G. 52 P.M. 3100 situato a Coreglia Ligure per Zoagli (Genova).

(retro della cartolina postale)

Dopo l’8 settembre fu occupato dai tedeschi che disposero il trasferimento dei 3.195 prigionieri presenti in altri campi. Il campo venne chiuso sia pure per poco.

Con la R.S.I. ripresero i rastrellamenti degli ebrei e per l’internamento degli stessi venne riaperto il campo. Era gestito da personale della polizia italiana dipendente dal Ministero degli Interni della Repubblica di Salò. Venne scelto soprattutto in considerazione delle dimensioni in quanto doveva ospitare i tantissimi ebrei presenti nella zona. Grazie anche all’aiuto della popolazione la maggior parte di loro riuscì a sottrarsi all’arresto. Nel campo transitarono solo 29 ebrei. Tutti vennero tradotti successivamente nel carcere di Marassi e poi a San Vittore e successivamente trasferiti ad Auschwitz partendo dal famigerato binario 21 della stazione di Milano.

Nessuno tornò più indietro.

Tra di loro anche due minori.

Giacomo Attias nato il 23 maggio 1929 a Trieste, figlio di Emilia Levi e e Vitale Attias, fratello di Nella. Venne arrestato a Genova, internato a Calvari di Chiavari e poi a Milano. Tradotto ad Auschwitz con il convoglio n° 6 del 30/1/1944, arrivato ad Auschwitz il 6/2/1944. Non sopravvisse alla Shoah.

Come la sorella Nella, nata il 12 febbraio 1938 a Torino. Anche lei arrestata a Genova, tradotta a Calvari di Chiavari e poi a Milano. Partita con lo stesso convoglio del fratello per Auschwitz.

Passata per il camino 6 giorni prima di compiere 6 anni.

Nel 2004 le venne dedicata una piazza di Coreglia Ligure. E nel 2012 venne apposta una lapide nel luogo ove era situato il campo per conservare la memoria di quanto avvenuto in quel luogo e per comprendere il

“valore immenso dell’uguaglianza”.

Fonti bibliografiche:

Luciano Previato: L’altra Italia, Centro Italiano Filatelia Resistenza.

www.annapizzuti.it

CDEC Digital Library Centro di documentazione ebraica

Wikipedia

Fonti iconografiche:

Vinicio Sesso


Vinicio Sesso
14-11-2024