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La posta dei prigionieri di guerra

I DIMENTICATI
(prigionieri di tutti)

Campi di concentramento nella II G.M.

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I campi di concentramento dell II G.M.
ORSOGNA località di domicilio coatto

Vinicio Sesso

20/1/1942 cartolina postale da Orsagna, località di internamento dell’ebrea polacca Jetti Rukig Adler , moglie di Adler Chaim Joseph anch’egli internato nello stesso campo. È diretta ad un familiare rifugiato in Svizzera. Timbro di censura comunale.

Jetti Rukig era figlia di Jechiel Rukig e di Anna Metzer. Era nata in Polonia a Tarnopol il 7 gennaio 1892. Era sposata con Giuseppe Adler. Anche lei, presumibilmente arrivata in Italia a seguito dell’affermazione in Germania del regime nazista. Convinta di poter sfuggire alle persecuzioni che colpivano gli ebrei. Nel 1933 vigeva, ancora, in Italia una legislazione liberistica nei confronti degli stranieri basata sostanzialmente su due principi:

- l’Italia era un paese di forte emigrazione e pertanto doveva garantire a chi intendesse immigrare le stesse possibilità e facilitazioni che si attendeva per i propri concittadini all’estero.
- l’arrivo di cittadini dall’estero portava con sé capitali e nuovi investimenti in un paese con un tasso di sviluppo economico inferiore a quello di provenienza dell’immigrato.

Ma la situazione cambio radicalmente nel 1938. La prima avvisaglia del mutamento delle condizioni avvenne con l’emanazione del Regio Decreto-legge n° 1728 del 17 novembre 1938 “Provvedimenti per la difesa della razza” che prevedeva all’articolo 23 la revoca delle concessioni della cittadinanza italiana nei confronti di ebrei stranieri entrati in Italia posteriormente al 1 gennaio 1919. La norma venne inizialmente sospesa per la difficile applicabilità della stessa. Nel contempo, però, si acutizzarono in peggio le condizioni di vita dei profughi ebrei. Dal 12 marzo 1939 con il “divieto di lavoro” gli ebrei dovettero far fronte alle necessità quotidiane vendendo gli averi e gli oggetti di valore che avevano portato con sé nella fuga dall’oppressione.

Con la dichiarazione di guerra la situazione precipitò. Vennero adottate misure finalizzate all’internamento dei cittadini delle nazioni nemiche con lo scopo di garantire la sicurezza interna e militare e per evitare che soggetti abili al servizio militare lasciassero l’Italia per arruolarsi in eserciti stranieri.

Il 15 giugno venne disposto l’arresto degli ebrei maschi dai 18 ai 60 anni di età di nazionalità tedesca, polacco, ceca nonché degli apolidi. Le donne ed i bambini, invece, dovettero abbandonare le loro abitazioni e furono internati in luoghi isolati sotto il controllo della polizia.

Anche per Jetti e per suo marito Josef Chaim Adler venne disposto il trasferimento in una località di domicilio coatto. Non si conosce quando sia arrivata ad Orsogna ma il 16/11/1941 come dimostra la cartolina era già lì. La ricerca effettuata sul sito www.annapizzuti.it ci consente di seguire i passaggi successivi. A novembre 1943 si trovava a Chieti. Successivamente trasferita a Busseto il 12/2/1944. Poi il 27/2/1944 a Monticelli Terme (Pr), ed infine a Fossoli il 2/3/1944. Destinata a Auschwitz. Partita con il convoglio n° 9 del 5/4/1944 e arrivata il 10/4/1944. Anche lei come il marito non sopravvissuta. Passata per il camino. Come tanti altri profughi ebrei presenti in Italia.

Si conosce pochissimo di Orsagna quale luogo di internamento civile per profughi ebrei stranieri presenti in Italia. Gli internati furono 26. Dopo l’8 settembre parte fuggirono e i restanti trasferiti in altri campi. Quattro di loro, ex internati, furono arrestati nel paese e uccisi nell’eccidio di San Paolo Ari l’11 gennaio 1944.



retro della cartolina postale


Carissimo Artur!

Mi scuso per non averti scritto subito, ma per me non era così facile affrontare un viaggio e poi volevo familiarizzare un po’ con le circostanze. Mi piace abbastanza qui, soprattutto stare con mio marito, per il resto è come in campagna/sulla terraferma. Lo stile di vita non è male, vivo vicino a Clara, ma una cosa mi risulta ancora difficile: non mi sono ancora integrata, quindi non ricevo sostegno da nessuna parte e dipendo totalmente da Emil. Penso che sarai in possesso della mia lettera prima della mia partenza e spero di ricevere presto la tua risposta. Oggi ho ricevuto un biglietto da Leo in cui mi diceva che ti avrebbe scritto a breve. Io e mio marito stiamo bene. Spero che anche tu te la stia passando bene e di ricevere notizie da tua madre. Ti mando i miei più cari saluti e un bacio, la tua Yetti.

Ti mando anche da parte mia un caloroso saluto e un grande ringraziamento per l’impegno che hai dimostrato nei confronti di Yetti.

Yosef.

Fonti bibliografiche:

Luciano Previato: L’altra Italia, Centro Italiano Filatelia Resistenza
www.annapizzuti.it
www.anppia.it
Vinicio Sesso: Le località di domicilio coatto durante il fascismo
Wikipedia

Fonti iconografiche:

Vinicio Sesso

Un particolare ringraziamento va alla Dottoressa Valeria Santobuono per la cortesissima traduzione dal tedesco del retro della cartolina postale.

Vinicio Sesso
20-10-2024