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Il servizio postale verso gli USA a seguito dell’Executive Order del 29 agosto 2025 | ||||||||||||||
di Samuel Rimoldi | ||||||||||||||
A seguito dell’Executive Order emanato il 29 agosto 2025 dalle autorità degli Stati Uniti d’America sono state modificate le norme doganali con i relativi oneri per l’invio di corrispondenza e pacchi verso tale paese. Poste Italiane ha sospeso l’invio di qualsiasi tipo di pacco lasciando attivo solo il servizio di corrispondenza: risulta quindi sospeso l’invio di qualsiasi tipo di “merce” ma non quello di “documenti”, come risulta dagli aggiornamenti operativi presenti sul sito di Poste Italiane. Fino all’emanazione dell’atto, esisteva per le merci il regime “de minimis” che applicava l’esenzione di tassa per le merci di valore inferiore agli 800 $, ma ora tale regime risulta abolito. Cosa significhi “merce” (in inglese “goods”) o “documenti” è qualcosa che risulta piuttosto aleatorio e soggetto al sentimento dell’operatore postale (dello sportello o del centro di smistamento). È piuttosto evidente che una pentola, un orologio o un paio di occhiali possano rientrare nella prima categoria ma una fotografia? Una cartolina? Una busta di storia postale? Certo tutto quello che è stato esitato attraverso una vendita (on line o meno) può essere considerato una merce ma risulta piuttosto difficile da appurare se non vi sono documenti che comprovano tale vendita. Ad esempio, se io spedisco a mio cugino John Smith che abita a Los Angeles n. 10 fotografie che ritraggono il nostro comune bisnonno nel 1901, queste sono soggette alla definizione di “merce” o di “documenti”? Oppure se voglio regalare al mio amico Frank Cook di New York, appassionato filatelico, i francobolli che ho ricevuto nella mia ultima corrispondenza, in quale categoria essi rientrano? Recentemente, nel mese di settembre 2025, quindi immediatamente dopo l’emanazione dell’Executive Order, ho spedito alcune raccomandate ed alcune Postamail Internazionale verso gli USA. Dopo circa una settimana due di esse mi sono ritornate indietro a distanza di un giorno una dall’altra, con allegata una lettera che ne spiegava il motivo: risulta che il contenuto è merce non ammessa e addirittura illegale. Tutte le altre buste che ho spedito non sono tornate indietro, almeno per ora. Le due buste contengono ognuna una decina di cartoline che, pur avendole io spedite come “documenti”, evidentemente sono state ritenute “merce” al centro di smistamento, probabilmente per lo spessore delle buste più alto, e quindi mi sono state restituite. Va anche detto che le due buste sono perfettamente sigillate come le ho spedite e non sono state aperte da nessuno, confermando che la distinzione tra “merce” e “documenti” è una scelta arbitraria dell’operatore postale. Inoltre, come espresso nella lettera allegata, non è previsto alcun rimborso delle spese di spedizione. Ho chiesto lumi all’ufficio postale ma (ovviamente mi verrebbe da dire) brancolano nel buio. L’amaro in bocca per fortuna mi rimane addolcito dal fatto che posso aggiungere due pezzi piuttosto singolari alla mia collezione di storia postale. Questa la pagina del sito di poste relativa all’oggetto Samuel Rimoldi | ||||||||||||||
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