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“Il Vaticano ci fa pagare le tasse” | ||||||||||||||
di Paolo Cecca | ||||||||||||||
Abbiamo atteso quasi nove mesi per poter tornare ad acquistare le nuove emissioni del Vaticano ma, alla riapertura del sito della Commercializzazione Filatelica e Numismatica, abbiamo trovato una sorpresa che certo non fa piacere a noi collezionisti. D’ora in poi, sul valore facciale del francobollo da acquistare viene applicata una non meglio precisata “tassa” del 10% per cui se il francobollo di nuova emissione ha un valore facciale di € 3,20 verrà venduto e fatturato al prezzo di € 3,52. Ancora più incomprensibile il fatto che questa tassa del 10% venga applicata anche alle spese di spedizione per cui, ad esempio, a fronte di € 6,00 di spese di spedizione vengono addebitati € 6,60. Non risulta ci siano stati comunicati ufficiali della Santa Sede per illustrare le ragioni che hanno portato all’applicazione della tassa. Sono dovute ad un nuovo ordinamento fiscale dello Stato della Città del Vaticano o sono il frutto di una nuova politica di marketing della CFN Vaticana ? Crediamo sia necessaria una spiegazione anche perché questa tassa, ad oggi, costituisce (per fortuna) un unicum nel panorama dei Paesi dell’Area Italiana. L’auspicio è che a nessuno venga l’idea di “copiare” la nuova modalità di fatturazione del Vaticano, siamo già tartassati delle troppo numerose emissioni dei suddetti Paesi (e dal relativo costo). Paolo Cecca | ||||||||||||||
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