Noi filatelisti non ci meravigliamo più di nulla ma le Poste riescono ancora a stupirci.

Quando esisteva la figura professionale del “Verificatore postale”, c’era chi controllava la correttezza e l’appropriatezza dell’affrancatura postale, gli operatori avevano l’incarico di annullare i francobolli con il timbro datario anche per certificarne la data di partenza, e per i plichi raccomandati e assicurati anche i singoli passaggi da ufficio a ufficio.

Altri tempi. Adesso, si sa, passa di tutto, nessuno verifica più nulla e, mentre si rischia che la posta non arrivi proprio per niente e vada persa, in altri casi arriva anche se tutto giocherebbe contro.

Il caso che sottopongo è la spedizione per Posta 1 (ex Prioritaria) da Milano a Carpi (Modena) che, essendo dotata di codice elettronico, sarebbe dovuta arrivare a destino in quattro e quattr’otto. Sempre che fosse stata regolarmente affrancata, è sottinteso.

Invece il mittente ha pensato bene di utilizzare (invece del prescritto francobollo classe A, da 3 Euro) due francobollini in Lire: un 40 Lire 1974 Campionati Europei di atletica leggera (Unif. 1260) e addirittura un 30 Lire 1965 Campionato velico mondial (Unif. 997). L’invio spedito il 26 maggio è rimasto nel limbo (Codice assegnato, ma viaggio non accertato) fino al 6 giugno quando la missiva è stata consegnata e scaricata dal sito Poste Italiane.

Qualcuno, non si sa chi, sui due francobolli del tutto insufficienti alla spedizione, ha tirato tre bei rigoni a pennarello e ha dato corso. Qualcun altro avrebbe dovuto restituire la lettera al mittente (chiaramente indicato) con l’annotazione “Affrancatura insufficiente”, ma si sa, in Italia si fa prima a voltarsi da un’altra parte, turarsi il naso e far finta di niente per non perdere inutilmente tempo. Alla fine è lo Stato (cioè i contribuenti) a pareggiare i conti di Poste Italiane per il servizio postale universale. Alla prossima affrancatura fantasiosa.

Fabrizio Stermieri
Presidente Ufner Unione filatelico numismatica Emilia Romagna
07-06-2025