Cronache dentellate

BUON NATALE, BUON ANNO
E... ATTENTI ALL'INFLUENZA
(ovvero, NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE)
Lorenzo Oliveri

Care Amiche e cari Amici,

vi invio gli auguri per le prossime feste, come ormai consuetudine, utilizzando documenti tratti dalle mie collezioni di storia postale.
Inizialmente avevo deciso di soprassedere perché mi sembrava di essere un po' cinico, quasi indifferente a quanto accade nel mondo: quale augurio possiamo fare alle madri, alle mogli e ai figli dei soldati (di entrambi i fronti) che si stanno scannando in una guerra assurda, che alla fine sarà servita solo a rimpinguare le già enormi ricchezze dei mercanti di morte (Italiani compresi)? Oppure che auguri facciamo alle famiglie delle 500 persone uccise in Iran solamente perché lottavano per i loro più elementari diritti (senza dire dell'Afganistan, dove la situazione non è meno grave, ma visto che ora gli Americani se ne sono andati, non interessa più a nessuno)? E quale augurio faremo ai migranti che, anche a Natale, come tutti i giorni, concluderanno il loro viaggio di speranza in un sacco di plastica giallo?

Ma Natale, che era una festa religiosa, significa VITA, RINASCITA, SPERANZA, PACE: pace in terra agli uomini di buona volontà! Chi è religioso spenda almeno una preghiera, per tutti almeno un momento di riflessione, in questo turbinio del natale consumistico in cui siano ormai totalmente immersi.

Lorenzo Oliveri

Telegramma spedito da Salerno il giorno di Natale: come già più volte ricordato, allora le Poste funzionavano TUTTI i giorni dell'anno. Per un lungo periodo i moduli telegrafici vennero utilizzati anche come supporti pubblicitari: in questo caso notare che due inserzioni, quella della Carlo Erba e quella della Bayer (le due maggiori case farmaceutiche del tempo) pubblicizzavano i loro prodotti contro l'influenza, mentre la terza, dell'AGIP, promuove la benzina autarchica "VICTORIA". Sono trascorsi novant'anni ma... niente di nuovo sotto il sole.

Telegramma della ditta Cirio di Napoli spedito a Capodanno: la famosa casa di conserve era una delle poche aziende italiane che disponessero di un ufficio postale (agenzia) all'interno dei propri stabilimenti.