Cronache dentellate

Il Tetradramma di Gela, fotografia piatta e brutta
Fabrizio Stermieri

Caro Direttore,

ti scrivo uno sfogo, indignato quanto basta, dopo aver visto l'immagine del nuovo francobollo celebrativo del "Tetradramma di Gela" messo in vendita da Poste Italiane l'8 settembre.

Non ne posso più di simili inespressive vignette, raffazzonate su all'ultimo minuto, senza nessun senso della grafica e per di più senza nessuna percezione del bello. Una fotografia piatta, per altro brutta, che non mette in evidenza la finezza di un conio, che non tiene conto delle luci, che schiaffa le scritte come se si trattasse non di un francobollo ma di un postit da incollare sotto il video del computer. E la vogliamo definire "emissione filatelica"? Vogliamo anche dire che si tratta di una emissione che vuole mettere in evidenza il patrimonio artistico e culturale dell'Italica Nazione? Purtroppo è solo l'ultimo esempio dell'insulsaggine postale che ci viene propinata, mitigata di quando in quando da emissioni passabili.

Naturalmente questa è solo una personalissima valutazione estetica, che non vuole offendere nessuno, ma, sentendo in giro, sono tanti che la pensano a questo modo ed è ora che ai piani alti della filatelia qualcuno se ne renda conto.

Purtroppo è viva l’impressione che nelle più segrete stanze in cui si decidono queste emissioni, si generino mostri dentellati autoadesivi predisposti solo per quegli allocchi dei filatelisti piuttosto che carte-valori degne di questo nome. Non è ora di dire basta a questa pletora di emissioni (in quattrocentomila esemplari che nessuno o quasi utilizza più) che celebrano in modo insapore e inodore personaggi più che sconosciuti per ricorrenze meno che opportune? Ci vuole molto a comprendere che i soldi sono finiti e che la passione si va esaurendo di pari passo di fronte a simili etichette a volte incomprensibili e inconcludenti?

Io personalmente ho smesso da tempo di raccogliere "le etichette" made in Poste Italiane; i miei amici filatelisti (sono segretario di un piccolo circolo filatelico di provincia e presidente di una associazione regionale filatelica e numismatica), quei pochi che sono rimasti in attività, mi dicono che smetteranno presto. La filatelia è ancora un divertimento, è ancora cultura e ricerca, ma probabilmente non quella che ci propone (assieme alla bella trovata di folder di vario formato e a centinaia di annulli tutti uguali per festeggiare il carnevale, le cozze di Miramare o le lucciole di San Marzano) Poste Italiane.

L'appello che lancio, dunque è questo: lasciate perdere per carità le “etichette bollate”, dedicatevi a periodi filatelici meno inflazionati e più attraenti, impegnate il poco denaro di cui disponete (di cui almeno io dispongo) per divertirvi davvero. Ognuno è libero di collezionare quello che vuole, per carità, e di spendere come meglio crede il suo denaro. Ma occorre, a mio modesto avviso, tentare un salto di qualità e non fermarsi soltanto a prodotti "da banco" che, forse, non valgono nemmeno l'usa e getta di una cartolina dal mare.

Grazie per l'ospitalità

Fabrizio Stermieri
12-09-2020