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Le Tariffe Postali Toscane nel periodo cosiddetto “Dauchy”
di Roberto Monticini

>>> I francesi in Italia
>>> Le tariffe
>>> S. P. della Toscana

 

Nell’articolo “Tariffe Postali Toscane” ricerca collegiale Aspot, a pag. 45 del n. 18 del Vaccari Magazine, si legge:

"I napoleonici prendono possesso del Regno d'Etruria a fine novembre del 1807. Essi introducono la loro monetazione decimale e sino alla fine del marzo 1808 l'Amministratore Generale Dauchy fa gestire provvisoriamente le Poste sul metodo francese. La suddivisione delle tariffe ricalca inizialmente lo schema etrusco delle quattro Direzioni postali principali, ma con gli importi delle tasse indicati in "dècimes". Per convenzione, una dècime viene equiparata a 2 soldi, anche se il cambio monetario è differente… Le tariffe corrispondono alla tariffa francese del 1806 per quanto riguarda le distanze, ed a quella del 1802 per i pesi delle lettere."

Durante una Riunione di Studio Aspot avevo sostenuto che le affermazioni riportate nell’articolo citato dovevano essere riviste e corrette in base agli effetti consequenziali:

- del decreto emanato dal Dauchy il 12 marzo 1808,
- della legge n. 808 del 12 maggio 1808,
- della Deliberazione della Giunta Toscana del 14 settembre 1808.

Il decreto del 12 marzo 1808 ai capitoli I e VII stabiliva:

- “Le Poste delle Lettere negli Stati di Toscana saranno, a datare dal primo Aprile prossimo, organizzate in quanto alla Contabilità secondo i Regolamenti dell’Amministrazione Francese relativi alle Poste delle Lettere”
- “La Tassa sarà provvisoriamente quella stessa, che esiste al presente, colla sola differenza, che le Lettere saranno Tassate in Crazie, e Lire secondo il peso della Lettera, e che le Frazioni di Denari non esisteranno più, e passeranno a benefizio del Pubblico Tesoro”.


Tabella della tariffazione vigente nel Regno d’Etruria espressa sia in soldi-denari sia in crazie


La legge n. 808 del 12 maggio 1808 decretò, con effetto dal 1° novembre, lo scioglimento della vecchia amministrazione e la tassazione delle lettere in franchi e decimi.
La deliberazione della Giunta Toscana del 14 settembre 1808 precisava:
art. 1 - A contare dal primo novembre prossimo l’antica amministrazione delle poste delle lettere in Toscana resterà soppressa.
art. 2 - Nei tre Dipartimenti dell’Arno, dell’Ombrone e del Mediterraneo, ed a contare dalla medesima epoca, la tassa delle lettere e plichi si computerà in franchi e decimi; e non sarà fatto uso in tutti gli Uffizi delle Poste per la detta tassa, che dei nuovi pesi dell’Impero.
art. 13 - A contare dal detto giorno primo novembre, la tariffa annessa alla presente deliberazione sarà sostituita all’antica e servirà per tutte le tassazioni (dell’interno della Toscana).


La mia relazione terminava con l’affermare che durante tutto il periodo cosiddetto Dauchy la tassazione delle lettere era la medesima vigente durante il Regno d’Etruria, ma espressa in crazie e non in décimes.  
Nel descrivere le lettere da pubblicare a corredo di questo articolo ho potuto constatare, grazie anche all’amico Del Bianco, che sono veritiere tutte e due le affermazioni: 

- i napoleonici alla fine del novembre 1807 prendono possesso del Regno d’Etruria e introducono in Toscana la tariffazione secondo il metodo francese, questa avrà applicazione fino al 31 marzo 1808;
- dal 1.4.1808 al 31.10.1808, con decreto del Dauchy, viene reintrodotta la tassazione del Regno d’Etruria con gli arrotondamenti sopra descritti,
- dal 1° novembre 1808 viene introdotta la tassazione di cui alla Deliberazione della Giunta Toscana del 14.9.1808, in franchi e décimes.


Livorno 29.04.1808, lettera diretta ad Arcidosso: tassata ancora con il metodo francese (distanza fino a 100 Km, porto fino a 6 grammi), ma espressa in soldi toscani: 4 (prima del Decreto Dauchy corrispondevano a 2 dècimes)


Montepulciano maggio 1808, lettera diretta a Siena: tassata ancora con il metodo francese (distanza fino a 100 Km, peso manoscritto ½ oz. Toscana corrispondente a 14,14 gr. Francesi, quindi + 100% del porto), espressa in décimes: 4 (2 per la distanza + 2 per il porto)


Siena 11.10.1808, lettera diretta a Pistoia: tassata per 3 crazie (tariffa conforme al Decreto Dauchy)



Cortona 8.11.1808, lettera diretta a Siena: tassata per “2 décimes” (tariffa in vigore dal 1.11.1808)


Quello che mi era apparso chiaro e logico, ovvero che alla tariffazione in franchi-décimes del periodo dipartimentale si fosse passati attraverso la tariffazione in lire e crazie del decreto Dauchy, non era corretto: l’occupazione francese del 1807 aveva cercato di introdurre i franchi e i décimes, ma: la nuova monetazione, il nuovo sistema decimale, la tariffazione per distanze chilometriche a “volo d’uccello” e per pesi espressi in “grammi”, nonché la tassa manoscritta senza l’indicazione della moneta nella quale era espressa, devono aver creato tanta e tale confusione che al cittadino Dauchy non restò altra scelta che far buon viso a cattivo gioco ovvero, reintrodurre la precedente tariffazione. Certo è che anche questo non deve aver risolto i problemi, prova ne sono le lettere (1) e (2).
Occorre però riconoscere la sagacia della nuova amministrazione: con la tariffazione espressa in crazie e con l’equiparazione di una décime a 2 soldi, si ottiene che le tariffe si possano leggere sia in crazie che in décimes:
1 crazia è uguale a 1 soldo e 8 denari, arrotondati a 2 soldi corrispondono ad 1 décime,
2 crazie sono uguali a 3 soldi e 4 denari, arrotondati a 4 soldi corrispondono a 2 décimes.
3 crazie sono uguali a 5 soldi corrispondenti a 2 décimes e 50 centimes, espressi nell’unità superiore sono uguali a 3 décimes.  
Il decreto del Dauchy aveva, come per miracolo, semplificato tutto aumentando nel contempo di almeno il 20% le entrate postali infatti, una crazia sarebbe stata scambiata con 7 céntimes e 2 soldi con 8 céntimes secondo il cambio ufficiale.
 
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