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Non ti scordar di me n.2
tempera all’uovo, tavola di legno preparato con gesso dell'artista: Yingjing Sang

a cura di Djana ISUFAJ

I BOLLI DI ANNULLAMENTO – LA PITTURA IN FILATELIA – I FRANCOBOLLI D’ARTE DI J. DE SPERATI
di Giovanni Petrucci
Vittorio Ferri Editore –Roma 1954
pagine 127 con illustrazioni in bianco e nero

Dall’Introduzione a cura dell’autore:
L’importanza assunta dalla filatelia, le cui transazioni commerciali superano certamente quelle del commercio dei quadri, già abbastanza rilevante, ci ha indotto ad approfondire ed escogitare metodi d’indagine che la Filatelia non ha mai applicato, a partire dai raggi X che sperimentammo oltre 20 anni or sono, con particolare riguardo alle antiche emissioni. La perizia dei quadri si avvale oltre che delle nozioni acquisite dall’Esperto, anche dei più recenti ritrovati scientifici, con un armamentario addirittura imponente, quali laboratori chimici attrezzatissimi, apparecchi per raggi X, infrarossi, ultravioletti, macchine fotografiche per eseguire foto in tutte le condizioni e con tutte le specie di lastre, microscopi, spettrografi, cellule fotoelettriche, flessometri ecc. ecc. Talché la perizia di un antico dipinto, eseguita con tutte le regole, senza lesinare mezzi d’indagine, dà risultati molto più attendibili di quelli del “parere” dovuto all’esclusiva cultura dell’esperto, epperò completamente soggettivo. Nell’era atomica l’indagine filatelica, che ha molte affinità con quella della pittura, è rimasta cristallizzata ai suoi primordi, e cioè superficiale, soggettiva, affidata all’occhio clinico e particolarmente ai bolli d’annullamento è spesso arbitraria ed illogica. Il clamoroso e recentissimo (1954) caso dei falsi De Sperati, francobolli ed annulli, che per trent’anni hanno circolato pel mondo riuscendo a frustare i sistemi di controllo filatelico in uso, dimostrano come questi eletti dominati da una casta ereditaria che praticamente accentra tutta la diagnostica filatelica.
Gravissimi fatti verificatisi per errate o poco limpide perizie, indussero il perito Oliva nel suo battagliero giornale, ad accogliere un pubblico referendum che auspicava il giudizio peritale dovesse emanare da Commissioni di filatelisti di indubbio valore, come avviene ad esempio in Inghilterra, nel Belgio ed in altri Paesi, e con possibilità di un secondo appello. E dello stesso parere era anche il Mezzadri, poiché valorosi esperti e competenti non mancano certo in Italia: un d’essi arriva persino a garantire il proprio operato, e vecchi negozianti e collezionisti possono dar dei punti a taluni periti di cartello! L’Unione Filatelica Subalpina, la grande Associazione Torinese, con ben undici articoli, divulgati a mezzo stampa, propugnò la necessità di “decentrare la perizia isolata incontrollata ed irresponsabile” solidale quindi con quanto in precedenza aveva reiteratamente denunciato e documentato, fino a ricavarne un grosso scandaloso volume, il Garofalo nel suo Bollettino Filatelico. Ma tutte queste accorate proteste di raccoglitori che vedevano mal protetti gli ingenti capitali impiegati, e che auspicavano anche sanzioni contro le errate perizie, rimasero lettera mota: troppi particolari interessi venivano lesi! Recentissime errate perizie su pezzi importantissimi ne fanno fede. Citiamo solo quella praticata sul “più raro francobollo del mondo” del valore di oltre dieci milioni di lire, nonché la lettera partenopea venduta per due milioni di lire. E’ di questi giorni l’amara constatazione divulgata a mezzo stampa da una delle più grandi ditte italiane di aste filateliche: “Può così capitare, come varie volte è capitato, che un perito, che prima ha firmato un pezzo dopo qualche tempo… si ricrede o, viceversa, firma in secondo tempo un pezzo cui prima aveva rifiutato la sigla per qualche motivo… poi sparito. Per il bene della filatelia noi vorremmo augurarci che questi casi sparissero addirittura perché di fronte ad essi, chiunque resta perplesso, ed in special modo il collezionista che non sa più che pesci pigliare. Ed anche il Magistrato in una recente vertenza filatelico-giudiziaria (1953) non si è dimostrato molto edificato sulla cultura e competenza di taluni periti e particolarmente di un esperto di altissimo livello.
Quando iniziammo queste indagini, or è un ventennio, ci proponemmo fornire delle prove iconografiche, scientifiche ed intaccabili con i nostri referti in materia filatelica, dato che il sistema peritale, non disinteressato, in uso, non va oltre al “parere”, machiavellico sistema che pone al sicuro da qualsiasi responsabilità, come hanno dimostrato tutte le vertenze giudiziarie in materia di francobolli, dove il perito se la cava con una lettera di scusa dichiarandosi spiacente del fatto! (sic!). Il nostro positivismo che doveva essere bene accetto ai sedicenti tutori degli interessi dei filatelisti, ai compilatori delle rubriche “falsificazioni e trucchi” limitate prudentemente a svelare banali sofisticazioni, è stato sempre avversato dalla stampa filatelica ortodossa nostrale! Nemo propheta in patria! Nessuna delle colossali, frequenti, purtroppo collaudate mistificazioni a totale danno di filatelisti creduloni, è mai apparsa sotto quelle rubriche ed illustrata adeguatamente! Eppure sarebbe stato nell’interesse dei collezionisti illuminarli in materia! Il Mangelli diceva che il 95% degli amatori di francobolli sono degli incompetenti. Forse esagerava, ma se non fosse vero i periti non avrebbero ragione di esistere. Noi che non abbiamo alcun particolare interesse da difendere, con i nostri metodi d’indagine esortavamo gli esperti a maggior cautela nel formulare giudizi, alfine di non divenire pronubi coi loro certificati e sigle, di ingenti truffe, senza rivalsa da parte dell’incauto collezionista. Notiamo però con soddisfazione che nelle vertenze filateliche assumono sempre più importanza scritti tecnici che fornirono al Garofalo argomenti critici raccolti sotto l’insuperabile prefazio del compianto amico e filosofo Arturo de Sanctis Mangelli, argomenti che nella loro crudezza “corrosiva mas justa” come disse il Ferreira, mostrano il valore reale della perizia filatelica come viene abitualmente praticata in casi importanti e delicati. Noi tratteremo qui la perizia del bollo d’annullamento con razionalismo che potrà sembrare pedante ed eccessivo. Ma la grandissima importanza commerciale e l’imperfetta cognizione della consistenza di tale perizia e come viene praticato tale mezzo d’indagine particolarmente arduo e delicato, impone sviscerare il problema. Basti pensare che solo nei riguardi della filatelia italiana, le maggiori rarità, del valore di molti milioni, sono costituite appunto da bolli di annullamento applicati su francobolli di valore modesto o addirittura insignificante. E come si possono scambiare pitture per francobolli, lo vedremo nel corso del nostro lavoro, mentre le notizie captate all’ultim’ora sui francobolli d’arte di Jean De Sperati serviranno a meglio amalgamare quanto avremo esposto.

Indice degli argomenti:
Parte prima
Indagine clinico-fisiche sui bolli d’annullamento; analisi degli elementi di un bollo d’annullamento con la lampada di quarzo; esame con la lampada di quarzo dei bolli e dei francobolli annullati nel periodo 1850-1866.

Parte seconda
La parola degli esperti; i bolli d’annullamento su francobolli di antichi Stati Italiani.

Parte terza
Jean De Sperati


(passa con il mouse sopra le immagini per ingrandirle)

 

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