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Non ti scordar di me n.2
tempera all’uovo, tavola di legno preparato con gesso dell'artista: Yingjing Sang

a cura di Djana ISUFAJ

FISCALI D’ALBANIA
proposta di elencazione e di valutazioni
di Michele Caso
monografia-tiratura di 120 copie in italiano-inglese
pagine 38 con illustrazioni in bianco e nero

Presentazione a cura dell’autore
I fiscali d’Albania vennero catalogati per la prima volta da A. Forbin nel 1915 nella terza, ed ultima, edizione del suo catalogo mondiale di fiscali. Per lunghissimo tempo è stata l’unica catalogazione e, stante la sua data, limitata alle sole prime emissioni. Nel 1987 compariva in Inghilterra un catalogo prezzato, la Alnis Guide to Albania Revenues, che includeva emissioni fino agli anni Cinquanta, con un’elencazione lacunosa e soprattutto disordinata, con numerose sviste cronologiche. L’elencazione che riportiamo colma varie lacune e riordina le emissioni in un modo che riteniamo cronologicamente più attendibile: la redazione sarebbe stata impossibile senza l’assistenza di Robert Ballauri, Presidente della Federazione dei Filatelisti d’Albania, e di Jul Daragjati, che mi ha gentilmente inviato fotocopie della sua collezione. Rimane tuttavia solo una migliore approssimazione, senza la pretesa di essere una catalogazione definitiva. All’elenco premettiamo queste brevi note, per inquadrare le emissioni nei vari momenti della storia d’Albania. Alla proclamazione dell’indipendenza albanese, avvenuta il 28 novembre 1912 durante la guerra balcanica, il governo di Ismail Kemal, installatosi a Valona, fece sovrastampare i fiscali turchi in uso con un’aquila. Poco meno di un anno dopo, Essad Pasha formò a Durazzo un governo secessionista che provvide sua volta a sovrastampare i fiscali turchi con piccolo bollo circolare con la scritta PLEQESIA SHQIPENIE MESME circondante la solita aquila bicipite. Nel marzo 1914 la corona d’Albania venne offerta al principe di Wied, la cui amministrazione usò come fiscali i francobolli albanesi sovrastampati con una F. Wied abbandonò il paese allo scoppio della guerra e Essad Pasha formò di nuovo un governo a Durazzo, per cercare di contrapporsi ai vari occupanti stranieri. Sono ascrivibili a questo periodo nuove soprastampe di fiscali turchi con un’aquila bicipite, diversa da quella usata precedentemente. Oltre a queste, si conosce un terzo tipo di aquila, di cui non è noto il luogo d’uso, infine è stata usata sui fiscali anche quella sormontante la scritta SQIPENIA, usata sui francobolli. La maggior parte di queste sovrastampe fu apposta a mano e, dato il gran numero di fiscali impiegati dall’amministrazione ottomana e la varietà di sovrastampe, si offre ai collezionisti un ampio campo di ricerca, ancor oggi lontano da una definitiva sistemazione. Esistono poi dei presunti fiscali d’Albania centrale, ignorati dal catalogo Forbin, che pure elencava quelli turchi con la sovrastampa circolare, ma che sono noti in impiego postale dopo sovrastampa con una mezzaluna e un’iscrizione in turco. Ad aggiungere complessità allo studio dei fiscali del periodo iniziale dell’amministrazione albanese, sono le varie occupazioni subite da parte dei paesi che cercavano di modificare a loro vantaggio la turbolenta situazione che si era creata nei Balcani. Nella zona di Valona occupata dalla Grecia, i fiscali turchi ebbero la sovrastampa a mano ΕΛΛΗΝΙΚΗ ΔΙΟΙΚΗΣΙΣ a cui si aggiunse poi una seconda sovrastampa, sempre a mano, “QEVERIE SHQIPERISE”. Nelle zone interne occupate dalla Grecia furono in uso anche fiscali greci con la sovrastampa “B. ΗΠΕΙΡΟΣ” (Epiro del Nord), usata sui francobolli. L’Austria occupata l’Albania settentrionale nel 1915, provvide a sovrastampare i soliti fiscali turchi dapprima con un bollo a mano su due righe con la scritta “Albanien Oe. U. M. O.”, poi con lo stesso testo apposto tipograficamente. La sovrastampa tipografica è nota su fiscali con la sovrastampa circolare dell’Albania Centrale e su altri già sovrastampati in cirillico КРАЉΕВИΗΑ ЦРΗΑ ГОРΑ (Regno del Montenegro), non conosciuti senza la sovrastampa austriaca: si tratta di un’emissione per la zona di Scutari, occupata dal Montenegro, ma del cui uso effettivo non si hanno evidenze. A Koritza nel 1916 fu proclamata una repubblica autonoma, sostenuta dai francesi in funzione anti-greca, che provvide all’emissioni di fiscali. Nessuna sovrastampa venne apposta sui fiscali in uso nella zona occupata dall’Italia. L’amministrazione asburgica provvide poi ad un’emissione di fiscali in valuta austriaca per la zona occupata, divenuta il substrato di numerose sovrastampe postali del periodo immediatamente seguente la fine della guerra. Raggiunta la piena sovranità la piena sovranità alla fine della guerra, si fece ancora uso delle marche austriache, sovrastampandole per cambiarne la denominazione in valuta nazionale e cancellare il testo in tedesco. Nel 1920 appariva finalmente la prima emissione regolare di fiscali di Albania, fortemente ispirata alla serie emessa dagli austriaci. Di analoga impostazione le marche consolari, mentre su quelle per passaporti era effigiato il presidente Ahmed Zogu. Divenuto questi re Zog I, tutti i fiscali in uso vennero sovrastampati “Mbretnia Shqiptare”, ovvero “Regno d’Albania”. Dal 1930 le carte valori postali per l’Albania furono prodotte presso il nostro Poligrafico, e in attesa dei nuovi fiscali “italiani”, si impiegarono provvisoriamente i francobolli con la sovrastampa “Takse monopoli”. I nuovi fiscali preparati in Italia erano di formato insolitamente grande e comprendevano marche da bollo, consolari, per tasse giudiziare, ipotecarie e di stato civile che, pur con soggetti diversi, erano tutte opera di Qemal Butka. Il solo effetto finora noto dell’occupazione italiana del 1939, è la sovrastampa su tre righe, identica a quella usata sui francobolli, su una marca per passaporti: probabilmente ci furono altri usi non ancora documentati. I fiscali in uso non vennero modificati nel disegno ma il franco oro venne sostituito dal francobollo albanese e le denominazioni vennero conseguentemente cambiate. Solo nei nuovi tipi emessi durante l’occupazione ne comparvero i segni: il nuovo stemma dello stato contornato da fasci, il ritratto di Vittorio Emanuele III nelle marche per passaporti. Nemmeno la successiva amministrazione tedesca, dopo l’8 settembre 1943, produsse segni visibili nei fiscali: si dovrà attendere la riacquistata indipendenza alla fine del 1944 perché i fiscali vengono sovrastampati “Qeveria Demokratike e Shiperise”.

Indice degli argomenti
Introduzione, note, soprastampe su fiscali turchi, emissioni locali e d’occupazione, governo del principe di Wied, governo di Essad Pasha, occupazione austriaca, occupazione greca dell’Epiro settentrionale, Stato albanese, Regno d’Albania, occupazione italiana, liberazione e Repubblica Popolare, Nuova Albania, marche comunali, marche di beneficenza.

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