La Storia Postale

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cosa è Storia Postale ?

i contributi di
Pallini, E. P. Ohnmeiss, Filanci e Angellieri, Monticini, Ciulli

LA STORIA POSTALE di Giuseppe Pallini

La storia postale è una branca della filatelia o viceversa ?  La filatelia, secondo la definizione di alcuni fra i più diffusi dizionari ed enciclopedie è “l’attività rivolta allo studio sistematico dei francobolli e alla loro raccolta in collezione” (Devoto-Oli), “la raccolta di francobolli e la loro classificazione in base agli stili, ai periodi, ai soggetti” (Garzanti), o più sbrigativamente “collezionismo di francobolli” (Zingarelli), mentre una maggiore attenzione è riservata a questa voce dal Dizionario Enciclopedico U.T.E.T., che inserisce nella definizione anche lo studio dei timbri in uso prima dei francobolli “...chiamati impropriamente prefilatelici o precursori.”
A parte il fatto che ci sarebbe da discutere su quell’ impropriamente, in base a queste definizioni parrebbe proprio che la filatelia riguardasse solo i francobolli e i timbri precursori (chissà perché quelli soli), mentre la storia della posta è molto di più: leggi e ordinamenti, tariffe, tipologia e uso dei bolli, mezzi di trasporto della corrispondenza, orari, apertura e soppressione di uffici, organizzazione di servizi particolari, telegrafo e altro ancora.
La stampa specializzata riporta ogni tanto interventi di filatelisti (ma sarà poco brutto questo termine?) o postalisti più o meno insigni che, in base alla propria esperienza e alle proprie preferenze, danno una loro definizione di storia postale, magari polemizzando con quanto sostenuto da altri; talvolta si disputa sulle graduatorie delle mostre e sulla assegnazione dei relativi premi, ritenendo che una collezione premiata non meritasse di appartenere alla categoria di questa benedetta storia postale.
Per inciso, voglio dire che il termine “postalista” è stato inventato proprio in seno all’ASPOT e anche se qualche solone lo contesta perché “spagnolesco”, a noi ci garba e ce lo teniamo.
Tutte le opinioni di cui sopra sono  rispettabili e degne di attenzione, per carità, perché la materia è molto vasta e ci si può sguazzare dentro come e quanto ci pare: si può anche spaccare il capello in quattro facendo una sottile distinzione semantica fra “storia postale” e “storia della posta”. Ma a che serve ?
Secondo il mio piccolissimo parere, mi pare che più che altro si perda tempo a discutere del sesso degli angeli e credo sia invece più utile indagare i diversi argomenti e diffondere i risultati delle proprie ricerche, purché si tratti di studi seri, originali e non di minestra riscaldata. E senza aver paura di sbagliare: questo lo dico soprattutto ai giovani, perché se rileggo i miei articoli di tanti anni fa mi capita di trovare qualche bischerata che mi fa sorridere di compatimento, e non è che anche oggi mi senta sicuro di non dirne qualcuna.
Anche i “mostri sacri” della filatelia (o della storia postale) qualche volta pigliano solenni cantonate, peccato che non lo vogliano ammettere.
Concludendo, pensatela un po’ come vi pare. Io mi limito a dire che la è filatelia a far parte della storia postale, e non il contrario, ma se qualcuno non è d’accordo mi va bene lo stesso.
Desidero infine riportare quanto scrisse tanto tempo fa ( Cursores n.0 – 30 Nov. 1980) il compianto Francesco Gerini , il quale volle ricordare che già sul Bullettino Postale n. 1 del 20 Gennaio 1889 l’amministrazione delle Poste e dei Telegrafi, a proposito dei “Bullettini” medesimi, raccomandava alle Direzioni che  “ …ne conservino una raccolta, quale documento di storia postale di un quarto di secolo, durante il quale la Amministrazione subì tante trasformazioni.”



LA  STORIA POSTALE di Edoardo Paolo Ohnmeiss

Prima di affrontare il tema su ciò che è la STORIA POSTALE ed in quale modo essa vada studiata e approfondita, occorre partire con delle idee chiare. Quale primo passo dobbiamo considerare quella che ne è la madre, la grande Storia degli uomini: l’insieme degli avvenimenti politico-sociali che hanno generato le condizioni nelle quali i servizi postali si sono evoluti. Non si può entrare nell’analisi delle strutture e dei metodi postali se non si considerano anche le circostanze storiche che li hanno influenzati e spesso determinati. Oramai è alla portata di tutti la conoscenza sul fluire storico delle comunicazioni. Assieme al collega Vollmeier ne ho parlato e scritto a sufficienza, talché posso solo riassumerne i cardini principali, con estrema stringatezza.
Partendo dall’antico passato dei sumeri ed ittiti (missive di pietra con incisioni cuneiformi), quello dei papiri egizi e delle tavolette di cera romane, per arrivare alle pergamene monacensi, i primi metodici contatti del corrispondere furono quelli dovuti a tre importanti entità. Le autorità temporali e spirituali (Posta dei regnanti e dei conventi), i grandi mercanti, le maggiori sedi universitarie. Tuttavia è soltanto con la diffusione della carta –il vero vettore di supporto allo scrivere- che nel XIV secolo le corrispondenze prendono slancio, pur rimanendo appannaggio di pochi, dati gli alti costi di intermediazione e trasporto delle missive. In seguito saranno gli italiani, con la loro inesauribile inventiva, a rompere il ghiaccio di una statica e disordinata metodologia, durata quasi due secoli. Ed è merito dell’imperatore Carlo V, colui sul cui regno il sole non tramontava mai, ad avere intuito la genialità dei Torre e Tasso e affidato loro quello che davvero fu il primo sistematico trasporto delle lettere. Da quel XVI secolo, un fecondo periodo, in poi fu tutta un’accelerazione continua e si poté assistere vieppiù alla determinante influenza della madre storia sui servizi delle comunicazioni postali. Infatti furono principalmente le guerre e le rivoluzioni le cause più stimolanti per la grande crescita del numero delle missive, che venivano interscambiate entro i più importanti scacchieri d’Europa. Coinvolgendo regnanti, banchieri, mercanti, autorità locali e soprattutto le armate, regolari o mercenarie, di conquista o difesa che fossero. Dal XVI al XVIII secolo gli scambi delle missive divennero fondamentali per il progresso tecnico e scientifico d’Europa e, dopo la rivoluzione francese che trasformò la posta in servizio statale a beneficio di tutti i cittadini, sino ai nostri giorni il servizio e la tecnica delle comunicazioni in toto (lettere, telegrafi, telefoni, computers) hanno sempre costituito la spina dorsale del progresso evolutivo di una nazione.
Fatta questa doverosa premessa, desidero ricordare che già alla fine dell’800, allorquando la filatelia aveva preso piede e creava un numero sempre maggiore di proseliti, qualche pioniere parlava già di Storia Postale. Vi erano studiosi inglesi (Postal history) e tedeschi (Postgeschichte) che, oltre al francobollo, cominciavano a prendere in esame i metodi delle comunicazioni. I loro studi, però, erano di carattere personale: mancava loro la necessaria organicità collettiva. Vi era infatti chi si occupava delle rete dei trasporti delle lettere, chi rivolgeva la propria attenzione alle bollature (ed ai relativi timbri), chi si interessava dei movimenti e dei trasporti delle missive a livello internazionale (all’epoca erano molto in voga le corrispondenze con le Colonie, essendo quella l’epopea delle loro conquiste) e così via. Quasi nessuno rivolse l’attenzione alle tariffe, agli interscambi internazionali e quindi alle relative convenzioni interstatali sui reciproci conteggi per le tasse sulle lettere scambiate. Soltanto nel XX secolo, con il grande incremento del collezionismo e, di riflesso, del commercio filatelico, la Storia Postale prende piede grazie ad un grande commerciante, ma soprattutto gigantesco studioso: Robson Lowe, Robbie per gli amici.
Da quel momento in poi non bastava più raccogliere dei francobolli per soddisfare una curiosità culturale, e nemmeno il collezionarli e catalogarli ordinatamente. Occorreva dapprima andare a ritroso nel tempo, per capire cosa c’era stato prima del francobollo. Nacquero così, quale logica conseguenza, alcune importanti collezioni di carattere precursore e prefilatelico. Dopo di che fu attivato lo studio sui metodi del loro trasporto, con la scissione del servizio in posta dei cavalli e posta delle lettere. Nel proseguo del tempo si rese necessario comprendere meglio il perché e il come si affrancavano le lettere: si sviluppò così il collezionismo delle missive viaggiate, complete di francobolli e relativi annullamenti. Per poi analizzare, in logica sequenza, i trasporti con i mezzi in continua evoluzione: via mare con le navi, per ferrovia, con i vettori aerei (dalle mongolfiere, ai dirigibili, sino ai turboreattori). Alla fine, giunti alle specializzazioni del tipo: posta militare, lettere di sanità e disinfettate, servizi postali accessori, interofilia, tematica, sfragistica e marcofilia….. il caos fu completo.
Perché ognuno aveva una propria idea su cosa dovesse essere e come si dovesse definire la Storia Postale. V’era chi affermava che era lo studio delle lettere senza francobolli e chi, opponendosi, diceva che contavano soltanto le lettere con i francobolli; altri ritenevano fondamentali le bollature, altri le tassazioni, e via di questo passo. Sinché, in tempi più recenti, dopo lunghe discussioni, è intervenuta la Federazione Internazionale della Filatelia –la F.I.P.- e la Storia Postale è stata ben definita e codificata nei suoi diversi settori. Per noi “postalisti” considero basilari e determinanti i seguenti concetti, che mi permetto di riassumere sinteticamente così:
La Storia Postale è lo studio di un insieme di documenti postali, relativi ai periodi che possono essere quello PRECURSORE-PREFILATELICO-FILATELICO, però realmente viaggiati e non artefatti, per tutto ciò che riguarda le loro tassazioni, i metodi del loro trasporto e le loro rotte di percorrenza.
Naturalmente chi vuole può dedicarsi al solo studio delle bollature (MARCOFILIA) o alla collezione degli INTERI POSTALI eccetera. L’importante è quello di evitare frammistioni e di farsi trascinare in disorganiche mescolanze. Personalmente ciascuno è libero di collezionare ciò che più gli piace, però attenzione ! Se presenta il suo materiale ad un concorso sotto egida federativa, egli verrà inesorabilmente penalizzato. Perché con la sottoscrizione alla gara, egli avrà accettato tutte le regole vigenti, che i giurati dovranno obbligatoriamente applicare. E non avrà più il diritto di lamentarsi per la declassazione della sua collezione, magari farcita con pezzi molto rari.
Ultimamente alcuni svelti spiriti, bocca piena di parole ma tasche abbastanza vuote, hanno tentato di spacciare per collezioni di storia postale degli insiemi da “happening”: multicolori fantasmagorie, collages e paccottiglia da mercatino domenicale. Altri hanno inserito in un loro studio di lettere realmente viaggiate e missive commerciali di perfetta tariffazione, un insieme di bollettini di telegrammi, vaglia postali, cedole di conto corrente, ricevute per pacchi ecc.ecc. Siamo ai limiti della storia postale. Non ho nulla in contrario al fatto che in una vera collezione organica venga fatto un cenno a questi servizi accessori, con pochi specifici esempi. Tuttavia annacquare una buona presentazione con troppi documenti di tale genere, recuperati ai convegni commerciali con poche lire, non dà lustro al collezionista e dequalifica il vero postalista, serio e studioso.
Quanto sopra è il mio pensiero, e non pretendo che sia condiviso. Tuttavia seguire le regole del buon senso e rispettare le cose come veramente stanno, in una loro giusta luce, non ha mai fatto male a nessuno.



Si può fare Storia Postale? di Franco Filanci e Enrico Angellieri
da Poste Italiane 1861-62: gli anni dell'esordio - Vastofhil '92

Si può fare storia postale senza una conoscenza approfondita delle fonti? No di certo almeno per quanto riguarda gli ultimi due secoli. A meno che non si voglia dare al termine "storia postale" l'interpretazione distorta e di stampo prettamente commerciale che ne danno certi filatelisti e la stessa FIP, abituati a ragionare solo in termini di collezione, di rarità, di mercato, e a lavorare per induzione per pubblicare libri e articoli in cui sovente la storia postale è solo nel titolo.
Come dice chiaramente il termine stesso, e cosi come lo intesero già il Diena e il Creste sul finire del secolo scorso, storia postale è lo studio di tutto ciò che concerne le poste. Non è perciò possibile limitarlo al collezionismo e all'esame delle sole corrispondenze viaggiate, specialmente poi se le si studia e raccoglie in base non al loro interesse storico-documentario ma tenendo esclusivamente conto della rarità dei bolli postali o dei francobolli e della loro quantità e combinazione, secondo schemi puramente filatelici e mercantili. Perché una lettera affrancata con un blocco di 23 dell' 1 cent. De La Rue può anche essere l'unica conosciuta, ma postalmente dimostra soltanto la casualità di certe affrancature, cioè un fatto storicamente poco significativo.
L'interesse di chi vuole addentrarsi nella storia postale con serietà, non importa se come studioso o anche solo come collezionista, deve spaziare oltre i limitati orizzonti del collezionismo spicciolo. La storia postale non è fatta soltanto di buste e di bolli, come hanno detto e mostrato il prof. Guderzo e Clemente Fedele ad un recente incontro presso l'Università di Bologna, ma di tanti altri e appassionanti campi di ricerca. E l'analisi dello storico e del ricercatore si fonda innanzitutto sulla ricerca e lo studio delle fonti; a cominciare da quelle primarie.
Che nel nostro settore sono:
1. Leggi, regolamenti e istruzioni che sono alla base dell'organizzazione e dei servizi delle Poste.
2. Informazioni sulla dislocazione, la sistemazione, gli arredi e i materiali d'uso degli uffici postali e tutto quanto concerne il personale.
3. Dati sulle vie di comunicazione, i collegamenti e gli scambi postali interni e internazionali, e i vari mezzi utilizzati, dalle navi ai satelliti.
4. Comprensione di tutti i diversi sistemi di comunicazione legati alla posta (telegrafo, telefono, radio, telex, fax, etc) e delle tecniche adottate per smistamento, codificazione etc.
5. Analisi dei riflessi e delle connessioni fra le poste e la politica, le ideologie, la diplomazia, l'arte e il costume, le nuove tecnologie, le esigenze di comunicazione e di sviluppo del commercio e delle industrie, le necessità sociali, ed anche il fenomeno del collezionismo filatelico.
6. L'esame delle abitudini, delle convenzioni sociali, degli oggetti creati dai privati e dalle mode in relazione alla posta e ai servizi postali.
7. Ed infine lo studio (e volendo anche la raccolta) dei diversi elementi creati e utilizzati dalla posta (moduli, francobolli, bolli, annulli e altri segnali grafici) e degli oggetti postali e di corrispondenza che mostrino l'impiego di questi elementi e lo svolgersi del servizio. Senza escludere quella parte iconografica offerta da stampe, cartine, fotografie, cartoline illustrate, giornali etc in grado di illustrare e di integrare questa documentazione primaria e i vari settori d'interesse indicati in precedenza.
Le fonti secondarie, anch'esse utili allo studioso, sono rappresentate dagli scritti e dalle interpretazioni fornite dai cultori di filatelia e dagli storici che si sono interessati del fenomeno storia postale.
E' chiaro che soltanto la ricerca dei reperti sa offrire il maggior piacere collezionistico, sebbene anche la raccolta di documenti e pubblicazioni sugli altri campi d'indagine possa fornire non poche soddisfazioni. Ma è solo dalla conoscenza di tutti i tasselli che compongono il quadro storico postale che si può avere una visione d'insieme, indispensabile per interpretare ed apprezzare a fondo anche una piccola busta dimenticata giudicata di nessun valore. E soprattutto per offrire reali spunti di interesse generale a chi è estraneo al mondo collezionistico: perché è ora che la smettiamo di illuderci che un non collezionista possa non diciamo entusiasmarsi, ma neppure interessarsi di fronte a una busta con sopra un rarissimo e perfetto - ma quasi invisibile e orrendo - Mercurio giallo, o l'unico blocco di sette conosciuto dell'80 cent. Ili tipo, oppure un altrettanto introvabile ma mostruoso esemplare con tripla stampa e doppia dentellatura. Cioè cose per specialisti che ai non addetti, per quanto colti e ben disposti, non dicono assolutamente nulla.
L'esame delle fonti normative, e per di più relative non solo al servizio ma anche all'organizzazione e al personale postale, offre invece motivi d'interesse per chiunque. Al collezionista, che può trovare risposte a molti piccoli interrogativi sollevati da francobolli, timbri e buste d'epoca, e interpretare in modo esatto i documenti che formano le sue raccolte. Al non collezionista, che ha l'occasione di scoprire aspetti imprevisti della storia e della società, attraverso una chiave di lettura inconsueta e originale di quei documenti che il collezionista gelosamente raccoglie, conserva, fa conoscere....



Cosa è la Storia Postale? di Roberto Monticini

Si può definire storico-postale uno studio, una ricerca, un’opera, una collezione che sappia descrivere l’evoluzione del sistema delle comunicazioni postali nel suo insieme.
L’oggetto delle nostre collezioni è qualcosa di più che un pezzo di carta scritta con una calligrafia da decifrare: esso è un pezzo di storia, di geografia, di sentimenti, sensazioni e modi di vita, che noi dobbiamo capire e vivere, perché esso ci tramanda qualcosa che anche la memoria storica sta mandando nei suoi archivi più nascosti



La Storia Postale di Alessandro Ciulli

Premetto di essere un neofita, perché mi sono avvicinato da poco più di un anno alla Storia postale, dopo aver collezionato per molto tempo francobolli nuovi ed usati e concentrato la mia attenzione soprattutto sulle tematiche filateliche. Già da qualche anno però non riuscivo più a trovare nelle mie collezioni quell’appagamento e soddisfazione che ne avrebbero dovuto scaturire; prendevo in considerazione un determinato argomento e, raccolte le informazioni storiche attinenti, raccoglievo i francobolli che meglio potevano illustrare l’evento in questione, senza trarre alcun accrescimento culturale dall’oggetto collezionato (i francobolli).
Diversa è la storia postale perché attorno a questa ruotano tantissime informazioni di carattere storico e storico-postale, che solo attraverso il collezionismo possiamo conoscere. Spesso è dall’oggetto collezionato (la corrispondenza) che si ottengono nuove informazioni e conoscenze, oppure è questo a far da spunto per approfondire argomentazioni anche storiche sulle quali riserviamo lacune conoscitive.
Ma la storia postale non è solo questo, così come non è storia postale il solo raccogliere annulli o affrancature varie, e può spaziare nelle collezioni più svariate a seconda delle esigenze conoscitive di chi se la propone.

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