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LA SENTENZA DEL 22 FEBBRAIO


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Collezionare Storia Postale, detenerla o commercializzarla è potenzialmente un reato? Il contributo di un “danneggiato”

Giovanni VALENTINOTTI

Sapete che oggi collezionare Storia Postale, detenerla o commercializzarla è potenzialmente un reato?

Purtroppo, non si tratta di una provocazione ma, per buona parte, di una realtà, provo allora a quantificare ed indicare le tipologie, perché il problema è relativo a tutte le lettere, i pieghi, le buste che presentano un indirizzo pubblico, più chiaramente quelle indirizzate ad un ENTE PUBBLICO o con FUNZIONI PUBBLICHE, ne sono escluse quelle prive di testo (ovvero le buste vuote e i semplici involucri, ma facendo attenzione a che non abbiano annotazioni).

Per meglio comprendere, presento un elenco delle collezioni più frequenti che potrebbero essere messe in discussione:

ANTICHI STATI:

- Ducato di Modena: molte lettere affrancate sono indirizzate alle GIUSDICENZE,
- Regno Lombardo Veneto: occorre fare attenzione a quelle indirizzate a TRIBUNALI e PRETURE e che sono molto presenti sia sul mercato che nelle collezioni,
- Stato Pontificio: quasi tutte le lettere con tassa pagata dal destinatario, francobollo apposto al retro,
- Toscana: quelle con tariffa 1 crazia,
- Altre presenze anche in altri antichi stati.

PREFILATELIA:

- Lettere del ‘600 e ‘700 con timbri a secco dei pedoni postali che sono dirette al 90% a funzioni pubbliche,
- Periodo napoleonico, si stima che l’80% possano essere dirette a funzioni pubbliche,
- Stati preunitari la presenza di lettere pubbliche è tra il 70% della Toscana e della Sicilia e l’80% dello Stato Pontificio.

REGNO:

- Collettorie: il 90% provengono da lettere spedite e dirette ad Ente pubblico,
- Numerali: tra il 60% e il 90% a seconda delle regioni,
- Tondo riquadrati: si possono stimare in circa il 70%,
- Regno V. E. III: circa il 30 % a seconda dei periodi.

RSI:

- Circa il 60 % delle affrancature VERE e di pregio.

LUOGOTENENZA:

- Circa il 70% tra pieghi e cartoline postali.

Sicuramente ho dimenticato qualche cosa ma, grosso modo, credo di non sbagliare se dico che questa “devastazione” può colpire 6 collezioni su 10.

Tutto questo parte da una affermazione e da successive azioni che hanno questo presupposto LE LETTERE PUBBLICHE SONO DEMANIALI, quindi non possono essere sul mercato, quindi il loro possesso è delittuoso, con conseguente denuncia del malcapitato per RICETTAZIONE. Ad oggi, per mia conoscenza, sono pendenti tra 8 e 10 procedimenti a carico, con relativi sequestri e con durata media degli stessi che va da 5 a 8 anni.

Tutto nasce dalla legge del 2004 sui beni culturali il cui estensore è stato maestro di imprecisione, ma che molte MENTI OTTUSE hanno utilizzato per creare il maggior danno possibile allo stesso settore che dicono invece di voler tutelare.

Per essere chiaro molti funzionari delle Soprintendenze delle varie Regioni operano con buon senso e con grande professionalità, cosi come la gran parte dei Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, poi però ci sono i Fenomeni, quelli che lo stesso Dott. Famiglietti, Direttore Generale degli Archivi di Stato, ha definito nelle riunioni preparatorie della circolare emanate il 7 ottobre2017 “TALEBANI”.

Cosa producono i Talebani:

1) l’uscita di migliaia e migliaia di pezzi dal Mercato regolare,
2) la vendita di questi materiali nelle aste specializzate oltre confine,
3) il trasferimento di operatori economici all’estero,
4) la mutilazione di massa di documenti che vengono PRIVATI DEL CONTENUTO,
5) la pesante riduzione di fatturato, quindi di reddito per chi opera regolarmente sul mercato, con attacco ai principi costituzionale della libertà d’impresa,
6) lo speco di denaro pubblico per cause che difficilmente produrranno condanne, ma che costano imponenti quantità di ore lavoro e per questo sarebbe utile far partire segnalazioni alla Corte dei Conti,
7) La privazione di tante ricerche e produzioni culturali legate agli studi condotti sulla storia e sulla storia postale.

Prima dell’estate un gruppo di “volenterosi”, denominato Gruppo di Modena, con il prezioso contributo del Sen. Carlo Giovanardi è riuscito a stabilire un rapporto con il dirigente generale del settore Dott. Gino Famiglietti, la cosa ha prodotto come risultato, la circolare emanata il 7 0ttobre, la circolare rappresenta un passo avanti nella discussione se non altro perché introduce 4 elementi fondamentali:

1) gran parte delle carte pubbliche sono state oggetto di scarto d’archivio e quindi SDEMANIALIZZATE,
2) le soprintendenze sono interessate al recupero delle carte ritenute DI PARTICOLARE INTERESSE STORICO CULTURALE,
3) tale recupero deve avvenire attraverso l’istituto della RIVENDICA, ovvero che nessuno accusa nessuno di illecita detenzione,
4) la distinzione tra ATTI che devono essere oggetto di conservazione permanente, e CARTE che posso essere state scartate attraverso le procedure dei MASSIMARI.

Alcuni hanno giudicato che questo risultato sia poca cosa, altri invece che sia stato fatto un passo in avanti, io sono stato tra questi ultimi immaginando che poi ci sarebbero state molte altre azioni di PRESSIONE VERSO LA POLITICA E LE ISTITUZIONI per ottenere una chiarezza definitiva, invece…. lascio a voi la risposta.

Francamente non riesco a capire cosa dobbiamo ulteriormente attendere: che si muova la politica autonomamente? Che passi la tempesta poi si vedrà? Ricordo a tutti che questa questione si trascina oramai da 7 anni!!

Vorrei anche ricordare agli amici collezionisti e appassionati il danno economico prodotto da questa situazione sulla valutazione dei materiali presenti nelle varie raccolte.

Le ultime notizie dal fronte giudiziario sono abbastanza positive, il 7 febbraio è andata a sentenza la causa nei confronti di Susanna Darchini (mia moglie) con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” e “perché il fatto non costituisce reato”, ma ci sono voluti oltre 4 ANNI … subendo un danno economico, commerciale, d’immagine, emotivo, con un alto costo per la pubblica finanza, e tutto per... pezzi del valore di poche decine di euro.

Questa sentenza, quando sarà passata in giudicato, potrà essere un buon precedente ma, quello che è da evitare, è che si debba arrivare fino a questo punto, dobbiamo allora svolgere un’azione forte, coordinata e… ragionata: ricordarsi bene l’obiettivo, evitare allarmismi general generici, avere in testa una strategia, individuare correttamente gli interlocutori.



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