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Custodi della nostra Storia


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Roberta Ferrero, Enrica Rivolta, Massimiliano Romeo, Christian Solinas e Cristiano Zuliani, saranno anche Senatori della Repubblica ma... la storia non insegna nulla (ammesso che la si conosca)

Lorenzo Oliveri

Questi sono i nomi dei senatori autori del testo inserito nella legge di bilancio, di cui hanno già parlato diverse riviste filateliche, ma che riporto per i lettori del POSTALISTA:

Al fine di promuovere e diffondere, anche nel contesto internazionale, la cultura filatelica nazionale e di valorizzare immobilizzazioni di cartevalori evitandone il rischio di depauperamento nel tempo, nei casi di giacenza presso il fornitore del servizio postale universale di una ingente quantità, non inferiore a un miliardo di esemplari, di cartevalori postali con il valore facciale, anche espresso in valuta non avente più corso legale, non più rispondente ad alcuna tariffa in vigore, il suddetto fornitore è autorizzato a procedere direttamente alla vendita, come francobolli da collezione, a prezzi diversi da quelli nominali ed anche fuori dal territorio dello Stato, attraverso aste filateliche anche in più lotti non omogenei decorsi trenta giorni dalla comunicazione al ministero dell’Economia e delle finanze e al ministero dello Sviluppo economico.

Forse IGNORANO che negli anni '60 del Novecento ci fu un illustre precedente, risoltosi in un flop gigantesco sia per la Poste (ministro Spallino), sia per la filatelia, che questi nostri rappresentanti (ahimè!) dicono di voler "promuovere e valorizzare" (sic!) "anche nel contesto internazionale" (sic!, sic!).

Ho conservato alcune lettere che in quell'occasione l'Amministrazione delle Poste e Telegrafi inviò per propagandare l'iniziativa e ne riproduco una qui di seguito (Amici del Gruppo di Modena, non ditemi che rischio il sequestro come bene culturale...).


Allora in vendita c'era anche poco materiale collezionisticamente valido (e fu l'unico venduto, a prezzi stracciati, col risultato che sul mercato filatelico quei pezzi persero gran parte del loro valore filatelico-commerciale): la maggior parte delle aste andò deserta e i tanto strombazzati proventi che dovevano servire a costruire case per i postelegrafonici probabilmente non riuscirono a pagare neppure le spese per l'organizzazione delle aste. Poiché anche allora c'era un ministro molto ignorante (e per giunta molto astioso), si fecero i conti dei valori giacenti valutandoli secondo i cataloghi filatelici, senza tener conto che spesso si trattava di spezzature (stavo per scrivere "spazzatura") e quindi attribuendo alle giacenze ministeriali un valore tanto enorme, quanto ingiustificato, e, come oggi, non si tenne conto che quel valore molto ipotetico, con l'immissione sul mercato di notevoli quantitativi, sarebbe sceso a livelli bassissimi.

Il contraccolpo per la filatelia fu enorme e poiché le aste furono un sonoro flop, il Signor Ministro Spallino si vendicò con i filatelici ponendo il "veto" per anni alla possibilità di ottenere annulli speciali. Per fortuna allora poi qualcuno rinsavì e, dopo tante battaglie del mondo filatelico, le rimanenze vennero distrutte, ma il grave danno per la filatelia rimase. Ora il materiale è assai più scadente di allora e si ritenta l'impresa: non ci resta che sperare in un rinsavimento ...


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